Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DILLENIA - DILLENIACEE
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      piante pubblicati dopo le Institutiones rei lierbarice di Tournefort, in maniera tale che forma un supplemento necessario a quest'opera.
      Ma la fortuna di Dillenio essendo mediocrissima e non permettendogli di consacrarsi in Germania interamente alla scienza, egli si recò a Londra, nel 1721, dietro lo sollecitazioni di Guglielmo Sherard, ricco ed appassionato amatoro della botanica. Quivi egli intraprese una nuova edizione della Synopsis piantarmi Angliae, con molte tavole da lui stesso disegnate e intagliate, e con miglioramenti e addizioni nel testo; il che lo poso in relazione coi più distinti botanici inglesi, che gli somministrarono materiali per continuare altresì le sue ricerche sulle piante crittogame. Egli dimorava abitualmente a Londra presso Guglielmo Sherard o presso suo fratello Giacomo, il quale manteneva una numerosa raccolta di piante vive nella sua villa di Elthani nella contea di Kent, ove prese a descrivere, disegnare e intagliare le più notabili. Tale sua opera, incominciata nel 1724, venne alla luce nel 1732, col titolo di Orthus Elthaminsis, e riuscì una delle più magnifiche che si fossero pubblicate fino allora. Se gli artisti non trovarono negli intagli tutta la finitezza di cui l'arte è capace, gli scienziati ammirarono la fedeltà con la quale la forma delle piante era espressa e l'esattezza delle più minute particolarità. Le descrizioni furono giudicate le più compiute che mai si vedessero; profonde si trovarono le discussioni sulla distinzione di alcune specie dubbie, ed esattissima la sinonimia.
      I Quest'opera, la quale fece conoscere 160 piante interamente nuove, assicurava a Dillenio un posto distinto fra i botanici.
      Ma la sua riputazione toccò l'ultimo apice nel-rEistoria mttscorum, il più compiuto trattato che mai si stampasse su questa parte del regno vegetale. Nelle figure, che formano 85 tavole, egli superò se stesso come disegnatore e come intagliatore, specialmente in quelle piante le quali per la loro piccolezza sfuggono sovente all'occhio, e ciò fece con tanta nitidezza, che di rado ebbe bisogno di rappresentarle ingrandite. In tal guisa egli descrisse e figurò circa 1000 piante, di cui la metà era sfuggita alle indagini de' suoi predecessori. Linneo le ridusse a 600, confinandone gran numero tra le varietà ; ma poi le ha ristabilite presso che tutte. Egli è inoltre uno di quelli che maggiormente hanno esaltato i lavori di Dillenio, dedicandogli la sua Critica botanica, e instituendo sotto il nome di dillenia un genere nuovo che comprende parecchi alberi dell'India, egualmente notevoli per la bellezza dei loro fiori e per la soavità degli odori che tramandano.
      Dillenio, consacrata tutta la vita alla scienza, raccogliendo un gran numero di materiali di cui la più piccola parte vide la luce, colpito da apoplessia, morì in Oxford il dì 4 aprile 1747.
      DILLENIA (Dillenia) (hot.). — Genere di piante dedicato a Dillen (V.), stato altre volte compreso nella famiglia delle magnoliacee, e che forma oggidì il tipo della famiglia delle dilleniacee e della tribù delle dilleniee. Comprendeva esso, ai tempi di Linneo, tre sole specie, di cui due ne furono distratte e riferite al genere hibbertiat mentre ilnumero delle dillenie, in grazia di nuove scoperte, ò accresciuto sino a dodici all'incirca.
      I caratteri assegnati dai moderni al genere dillenia sono : stami numerosissimi ; carpelli da dieci a venti, riuniti assieme in una falsa bacca a molte logge, coronatadagli stimmi raggianti. Tutte le specie di questo genere sono grandi alberi, proprii dell'Asia equatoriale, a foglie ampie, sessili o brevemente picciuolate ; fiori terminali, solitarii ; sepali patenti durante la fioritura, poscia applicati sul frutto ; corolla gialla o bianca. Le specie più interessanti sono le seguenti :
      Dillenia elegante (dillenia speciosa Thunb.; dillenia indicali.). — Albero alto sino a 15 metri, a rami aperti, rugosi, cinerei ; foglie grandissime, ellittico-oblunghe, semplicemente seghettate, glabre e lucide superiormente, con nervi laterali ben distinti, scabre inferiormente, simili a quelle del castagno; peduncoli unifiori, fiori ampii, odorosissimi, bianchi, con vene rosee ; bacca coperta dal calice, verdiccia, del volume d'un piccolo mellone, a venti logge piene d'una polpa viscosa, diafana, di sapore acido, commestibile. Quest'albero nasce alMalabar, a Giava, a Ceylan, al Bengal ed in altre parti delle Indie, ed è uno dei più magnifici vegetali della zona equatoriale; gl'indigeni lo chiamano syalite e lo coltivano sì per i suoi frutti come pel soave odore dei suoi fiori, che durano per gran parte della state. Il sugo proprio contenuto nella scorza e nelle foglie è sommamente astringente e la decozione di queste parti viene da quei popoli adoperata contro parecchie malattie.
      Dillenia dorata (Dillenia aurea Smith). — Albero di vago aspetto, a foglie lanceolato-ellittiche, acuminate, doppiamente seghettate, non persistenti; fiori per lo più solitarii, peduncolati, ampii, di colore giallo dorato, che compariscono quando sono cadute le foglie ; bacca globosa, del volume d'un piccolo arancio di colore ranciato, come pure il peduncolo ed il calice che lo accompagna, coi semi non frangiati al margine. Questa specie è assai comune nelle Indie Orientali, dove chiamasi aki e teyìcal.
      Dillenia ellittica (dillenia eWptica Thunb.). — Albero nativo delle Celebi e di Amboina, a foglie ellittico-ovate, acute, seghettate, peduncoli unifiori ; fiori bianchi, caduchi; semi piani, di colore scuro, in numero di otto per ciascuna loggia. I frutti di questa specie sono più grossi che quelli della precedente, pieni di sugo gialliccio di sapore dolce addetto assai gradevole.
      DILLENIACEE (Dilleniacece) (hot.). — Famiglia poco naturale di piante dicotiledoni, collocata tra le ranuncolacee e le magnoliacee, caratterizzata come segue : calice non aderente, per lo più persistente, fatto di una o due o tre, talora più serie di cinque sepali, ordinariamente distinti fin dalla base, spesso coloriti superiormente, a estivazione embricativa ; petali in numero eguale a quello dei sepali, uni-seriali, ipogini, decidui, a estivazione embricativa; stami in numero indefinito, inseriti sui ricettacolo, coi filamenti filiformi, piani, dilatati alla base od all'apice, liberi o poliadelfi, disposti regolarmente attorno dei carpelli od unilaterali , colle antere adnate, ordinariamenteLjOOQie


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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