Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DELMAN — DILUVIObronzo e una palla di piombo. Fu trovato anche un resto della bolena d'una delle navi ornata d'un fiore di giglio e di altri fregi assai bene scolpiti. Tutti questi oggetti sono raccolti in piramide al Louvre in una sala del museo di marina. L'impugnatura della spada dell'infelice La Pérouse e uno dei più importanti di questi oggetti. Le malattie che affievolivano ogni giorno la sua ciurma costrinsero Dillon a cessare le sue indagini e a pensare ad un pronto ritomo. Avendo lasciato coricare i suoi marinai a terra, ne perde molti, soprattutto degli abitanti di Tikopia che l'avevano accompagnato. Nei primi giorni di ottobre, temendo che i venti dell'est noi trattenessero nella baja, superò felicemente il passaggio dell'est e gettò l'Ancora nella baia di Manevai, donde uscì pel canale del nord. Ei veleggiò quindi verso le isole Toupoua e Nitendo e quindi verso la Nuova Zelanda. Egli approdò a Porto-Jakson, e il 7 aprile del 1828 giunse a Calcutta. Ricompensato largamente dalla Compagnia delle Indie, ottenne il permesso di andare in Francia ad offrire al Governo gli oggetti raccolti nella sua spedizione. Una splendida accoglienza gli fu fatta: ei fu presentato a Carlo X, che gli diede la croce della Legion d'onore, diecimila lire d'indennità ed una pensione di quattromila lire. Dillon lasciò poi la marina e si ritirò in patria, ove finì tranquillamente i suoi giorni. Egli pubblicò i risultati del suo viaggio in un'opcrsf intitolata: Voyage aux iles de la mer du Stid en 1827 et 1828, et relation de la ddcouverte du sort de La Pdrouse (Parigi 183G, in 2 voi., con carte e quattro tavole rappresentanti: Il piano dell'isola ai Mallicollo, L'eccidio di una parte dei marinai dell'Hunter, e Naturali dell'isola di Mallicollo). Dumont d'Urville ha trovato inesattezze nel piano e nelle carte fatte da Dillon.
      Vedi : Dumont d'Urville, Voyage pittoresque au-tour du monde (passim) — D. De Rienzi, Océanic, nell' XJnivers pittoresque (in, 2(50 e 397) — Van Tcnac, Histoire yéncrale de la marine (iv, 258 ecc.) — Quoy e Gaimard, Voyage de la corvette L'Astro-labe — V. Smith, Colìtction des voyages autour du monde (ìv, 3 e 358) — Moniteur universel (13 febbraio 1847).
      DILMAN (geogr). — Città della Persia settentrionale, provincia dell'Azerbigian, con 15,000 abitanti.
      DILOCHIA (stor. mil).— Gli Ateniesi davano questo nome ad una suddivisione della loro milizia. Essa formava la metà di una tetrarchia, e comprendeva la riunione di due decurie o lochos, chiamate anche stichi; componevasi di trentadue uomini disposti in due file, sovra sedici ranghi, ed era comandata da un dilocliite, che si teneva in capo della fila destra. Gli Spartani, secondo si rileva da Tucidide, chiamavano enomotia tale drappello, formato spesso di trentnsei uomini, ed altri popoli greci invece col nome di enomotia indicavano soltanto il quarto d'una dilochia.
      DIL0F0 (zool). — Genere d'insetti ditteri, affini al genere lìibio.
      DILUENTE (mat. med). — Nome dato a quei ri-medii che credevansi atti a rendere più fluidi gli umori. Fra i diluenti annoveratisi le decozioni di piante mucilaginose, i brodi di carni di animaligiovani o di testuggine, rane o lumache, le emulsioni gommose, insomma tutte quelle sostanze che contengono principii poco attivi e blandamente nutrienti sciolti in molta quantità d'acqua. Tali ri-medii sono di grandissima utilità durante il corso e sul fine delle malattie infiammatorie, ed oltre al temperare la sete, al calmare l'irritazione dei tessuti con cui vengono in contatto ed al nutrire blandamente, sembrano anche indurre una salutare mutazione nella crasi del sangue, diminuirne la tenacità e favorire perciò la risoluzione delle malattie infiammatorie più ostinate, purché se ne continui l'uso per lungo tempo e con pazienza.
      DILUVIANO TERRENO (geol). — Da alcuni geologi si dà questo nome ad un gruppo geognostico perfettamente caratterizzato, lo cui diverse parti non sono ricoperte da altro che dai depositi dell'epoca attuale, e che si considera formato dall'ultima delle catastrofi che modificarono la faccia del globo. La spessezza dello strato diluviano, formato di sabbie, ciottoli e massi erratici talora di grandissima mole, varia da O^O fino a 30 o 40 metri. I luoghi dove meglio può essere riscontrato l'ordine delle sue parti costituenti sono le vallate dei grandi fiumi, come quelle del Danubio, del Po, del Reno e del .Rodano. Gli avanzi organici vegetabili ed animali vi si trovano in grandissima copia, costituendo i primi qua e là vaste torbiere, o depositi estesi di lignite, e i secondi considerevoli ammassi, nei quali si distinguono tuttavia le ossa di varie specie di animali analoghe a quelle che vivono a'nostri giorni. L'Italia è ricchissima di tali depositi ossiferi, specialmente in vai d'Arno e nella valle del Po.
      DILUVIO (geol., cosmogon.e stor).— Sommersione della terra, che le tradizioni di molti popoli riferiscono accaduta in una età primitiva, ed in cui tutti o quasi tutti gli esseri viventi diconsi periti — Con questa definizione noi escludiamo tutte le inondazioni parziali.
      La moderna geologia, fondata sulla teorica delle cause attuali, più non ammette l'ipotesi dei violenti, repentini ed universali cataclismi, della quale tanto si compiacquero i geologi appartenenti alla scuola delle involuzioni del Globo. Essa riconosce perfettamente la realtà di vaste inondazioni prodotte da rotture di barriere di laghi o di fiumi, come pure la lenta sommersione di ampie superficie trasformate in mari ed oceani. Anzi ritiene per indubitabile la futura alternativa di graduali abbassamenti del suolo e della conseguente invasione del mare, e di sollevamenti del pari graduali di letti marini, alternanza della quale taluni (comel'Adhé-mar, Déltiges pdriodiques) credettero di poter assegnare la legge ed i periodi.
      Rimandando all'articolo Geologia lo accennare alle diverse dottrine scientifiche relative a questo soggetto, riferiremo qui semplicemente le principali leggende e tradizioni cosmogoniche riguardanti il diluvio.
      Il diluvio secondo la Genesi. — Iddio disse a Noè: « Fatti un'arca divisa in piccole camerette e intonacata di bitume: la sua lunghezza sarà di trecento cubiti, la larghezza di cinquanta e l'altezza di trenta. Vi farai una finestra dell'apertura di' un cubito quadrato. Io manderò sopra la terra le acque
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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