Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIMINUZIONE — DIMORFISMOe perfino in più verbi, ed è possibile che in certe lingue questa facoltà sia comune a tutte le parti del discorso, tranne le preposizioni e le congiunzioni.
DIMINUZIONE (seterie, mus.). — Divisione di una nota lunga, come una semibreve od una minima, in più altre note di minor valore. Queste note possono essere sempre le medesime, sullo stesso grado, oppure diverse, percorrendo i suoni dell'accordo,
0 inframmettendovi anco note di passaggio. Per es., sia un do, nell'accordo do mi sol, del valore di una minima ; succederà diminuzione se, invece di sostenere il do pel suo intero valore, si fanno quattro crome nella seguente maniera: do do do do, oppure do mi sol do, oppure do re mi do, ecc. La diminuzione peraltro non è riputata tale, se tutte le parti dell'armonia l'eseguiscono ad un tempo. In una parola, succede diminuzione ogniqualvolta due parti, movendosi contemporaneamente, l'ima forma note di diverso valore dell'altra. Il contrappunto figurato consta in gran parte di diminuzioni, e lo stesso avviene del basso figurato.
DIMINUZIONE DEL CAPO (Capitis minutio) (dir. rom.). — La paiola copo è sovente usata dai Romani in significato di persona (Caes., Bell. Gali., iv, 15); quindi venne ad esprimere vita; e così capite damnari, piedi, equivalgono a subire la pena capitale. La detta parola si usò pure per denotare lo stato o la condizione civile di un uomo; e le persone che si registravano nelle tavole del censore erano indicate come capita, talvolta aggiuntavi la parola civium, talvolta no (Tit. Liv., in, 24; x, 47). Così l'essere registrato nel censo era lo stesso che caput habere, ed un seno od un figlio di famiglia in questo senso dicevansi non aver capo. La sesta classe di Servio Tullio comprendeva i proletarii e
1 capite censi, di cui gli ultimi non avendo beni, o pochi, erano meramente calcolati come capi di cittadini (Geli., xvi, 10 ; Cic., De rep., n, 22). Colui che perdeva o cangiava lo stato dicevasi capite mi-nutus, deminutus, o capitis minor (Hor., Carm., in, v, 42). La frase se capile deminuere applicatasi pure nel caso di un volontario cangiamento di stato (Cic., Top., 4). La diminuzione del capo vien definita da Gajo (Dig., 4, tit. 5, § 1) mutazione di stato. Un cittadino romano possedeva la libertà, la cittadinanza e la famiglia. La perdita di tutte e tre costituiva la massima diminuzione del capo, e vi erano soggetti coloro che rifiutavano, ovvero trascuravano di essere registrati nel censo, ond'erano detti incensi. Questi si potevano vendere, e perdevano così la libertà; ma tal pena non s'infliggeva direttamente; si effettuava con un atto per cui il cittadino fingevasi aver rinunziato alla libertà. Po-tevasi anche vendere chi rifiutava di prestare il servizio militare (Cic., prò Ccecina, 34; Ulp., Frag., xi, 11). Un cittadino ch'era fatto prigioniero dal nemico perdeva colla libertà i diritti civili, ma li poteva ricuperare ritornando in patria. Le persone condannate a pene ignominiose, per esempio alle miniere, soffrivano la massima diminuzione del capo. Una donna libera che coabitasse con un seno altrui, a malgrado dell'avvertimento datole dal padrone di questo, diventava serva, per un senato-consulto che ebbe luogo sotto Claudio (Ulp., Frag., ii, 11; si parag. con Tacit., Ann., xii, 53, e Svet.,
Vesp., ii). La perdita della cittadinanza sola (civi-tas), come quando interdicevasi a taluno l'acqua ed il fuoco, ovvero si condannava alla deportazione, era la media diminuzione del capo. Finalmente il cangiamento di famiglia per adozione e per in ma-num conventio era la minima. A questa soggiaceva un padre ch'era arrogato, poiché egli e i suoi figli passavano in potestà del padre adottivo.
DIMISSORIE (dir. can.). — Lettere che un vescovo dà al suo diocesano perchè possa ricevere la tonsura od un altro ordine dalle mani di un altro vescovo, senza incorrere nella sospensione, come decretò il Concilio di Trento (sess. xiv, c. 2, e sess. xxm, c. 8, De reform.). Bonifacio VII! per proprio vescovo intende quello della diocesi nella quale alcuno nacque non per accidente, ma dove il padre e la madre hanno il loro domicilio. Il vicario generale non può concedere dimissorie senza l'autorizzazione speciale del vescovo, anche quando esso è assente dalla diocesi. Ordinariamente le dimissorie sono limitate ad un certo tempo, che per lo più è fissato ad un anno, . scorso il quale, esse non hanno più vigore.
DIMITRI (stor. mod.). — Nome abbreviato anche in Dmltri, alterazione russa e greca moderna del nome Demetrio (V.).
D1M0RFINA (miner. e chim.). — Solfuro di arsenico trovato dal prof. Scacchi presso i fumaroli della solfatara dei Campi Flegrei.
DIMORFISMO (chim. e miner.). — È la proprietà per cui alcune sostanze chimicamente identiche possono assumere due forme cristalline distinte, incompatibili, tali cioè che l'una non può dedursi geometricamente dall'altra. Tali sostanze sono perciò chiamate dimorfe, ovvero eteromorfe.
In generale la facoltà che hauno certe sostanze identiche per la loro natura di cristallizzare sotto forme che spettano a sistemi diversi dicesi polimorfismo. Ma fin qui non si conoscono positivamente se non due sistemi di cristallizzazione in una medesima sostanza, e però il fenomeno ha preso il nome di dimorfismo ; se non che taluni sotto la denominazione di polimorfismo intendono classificare tutti i fenomeni di cangiamento di forma, di colore, di solubilità, ecc. Tra i corpi elementari il solfo presenterebbe un esempio notevolissimo (\\polimorfismo, poiché oltre al prendere due forme geometriche distinte, si presenta ancora sotto consistenza e colore diversi. Infatti il solfo che si cristallizza in una soluzione concentrata di carburo di solfo solforato consiste in ottaedri a base di rombo che derivano dal s'stema prismatico rettangolare retto, mentre i cristalli ottenuti per la via della fusione spettano al sistema prismatico obliquo; inoltre, sebbene alla temperatura ordinaria si presenti comunemente dotato di color giallo-chiaro e di consistenza solida e friabile, tuttavia prenderà un color bruno e si manterrà per qualche tempo semi-liquido e molle quando sarà stato sottoposto ad una temperatura elevata e quindi raffreddato subitamenteTrattando sotto Cristallografia delle relazioni tra la forma cristallina e l'atomica costituzione dei corpi, abbiamo sufficientemente caratterizzato il dimorfismo dei corpi composti, e quello di alcuni coi pi semplici, che Berzelius proporrebbe di distin-guere col nome di allotropia
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