Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIMORFODON — DIMOSTRATIVO GENERE
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      H fenomeno del dimorfismo, che, al dire di Beu-rlant, sembra dipendere dalle circostanze esteriori nelle qnali si opera la cristallizzazione, dipenderebbe, secondo Kopp, dal diverso volume occupato da uno stesso elemento atomico in una stessa combinazione (V. Cristallografia). Graham nel riferire più esempi di dimorfismo per uno stesso corpo, e citando lo svolgimento di calore che si osserva nella gadolinite, nella zirconia, ecc., quando passano per un semplice cangiamento della disposizione dei loro atomi allo stato di modificazione insolubile negli acidi (V. Combustione), ecc., crede poterne dedurre la conseguenza che il dimorfismo è un risultamento della combinazione di questi corpi con quantità ineguali di calorico ; di maniera che una certa forma ed un certo carattere appartengono ad una combinazione determinata del corpo ponderabile con una certa quantità di calorico, mentre un'altra forma appartiene ad una combinazione formata dallo stesso corpo ponderabile con una quantità di calorico maggiore o minore della prima.
      Molti sono i fatti che provano l'intervento del calorico nei cangiamenti di forma di cui si tratta ; ma per concepire la combinazione dei corpi con quest'agente bisognerebbe anzi tutto mostrare che cosa sia il calorico ; tutte le teorie che ne fanno una materia non saranno, come osserva Berzelius, soddisfacenti finché non sarà risolta questa questione.
      Secondo Schaffgotsch, il dimorfismo potrebbe derivare da un raddoppiamento degli atomi semplici in una delle due forme cristalline.
      Checché ne sia di queste o di altre differenti opinioni intorno al dimorfismo, i minerali che offrono una composizione chimica identica posseggono generalmente lo stesso sistema cristallino, e sopra quattrocento o quattrocentocinquanta specie cristalline se ne contano soltanto dieci o poco più che presentino una doppia forma. Le sostanze minerali dimorfe conosciute sono: il solfo; il carbonio allo stato di diamante e di grafite; Vossido di titano, che s'incontra sotto la forma di prisma quadrato (rutilo), e sotto quella di romboedro (broókite)\ il ferro oligisto, la cui forma generale è il romboedro, ma che trovasi talvolta in ottaedri regolari; il solfuro di ferro, che cristallizza sotto la forma cubica (pirite ordinaria) e sotto quella del romboedro (pirite bianca)-, la calce carbonata, che assume la forma del romboedro (spato d'Islanda) e quella del prisma romboidale retto (arragonite) ; il ferro carbonato, che presenta le due forme della calce carbonata; anche il piombo carbonato, la cui forma è il prisma romboidale retto, prende probabilmente in certe circostanze la forma del romboedro; Vacido arsenioso, la cui forma ordinaria è l'ottaedro regolare, possiede, secondo Wohler, la proprietà di cristallizzare in sottilissime tavole esagonate. A queste sostanze minerali aggiungiamo alcuni sali, il solfato di magnesio, il solfato di zinco, il solfato di nichelio, il seleniato di zinco, il seleniato di nichelio e il mellitato d'ammoniaca, ai quali Mitscher-lich ha riconosciuto due forme, insieme con la facoltà di passare da una ad un'altra forma quando vengano sottoposti all'azione del calore Cosi alcuni prismi romboidali retti di solfato di nichelio, esposti per alcuni giorni alla luce solare in vaso chiuso,
      non cangiano esternamente di forma, ma rompendoli si trovano composti di piccoli ottaedri a base quadrata.
      11 più antico esempio di dimorfismo che sia conosciuto è quello offerto dalla calce carbonata nello spato d'Islanda e nell'arragonite ; Hatiy non volle credere a quest'anomalia alle leggi della cristallizzazione, e considerò l'arragonite come un carbonato doppio di calce e di stronziana; ma dopo la scoperta della doppia forma del solfo fatta da Mitscher-lich, si è riconosciuto che non sempre l'arragonite contiene il solfato di stronziana, e che il dimorfismo è una vera eccezione alla regola generale che regge le relazioni tra la composizione chimica e la forma cristallina.
      Queste variazioni di sistema cristallino traggono seco il cambiamento di tutte le altre proprietà fisiche, quali sono la durezza, il peso specifico, i caratteri ottici, ecc. Egli è poi da notarsi che sotto le forme straordinarie che può assumere una data sostanza, la disposizione delle molecole non trovasi in uno stato di equilibrio stabile; così i sali che sono costretti a cristallizzare sotto una forma che non è quella che prendono ordinariamente, cadono prontamente in polvere; le materie fisse che non hanno un alto grado di coesione non tardano a manifestare parecchie fessure che indicano un cangiamento interno di cristallizzazione; l'arragonite si gonfia e si sfascia appena è riscaldata, e non resiste al calor rosso come lo spato d'Islanda. Un aumento di temperatura basta spesse volte a cangiare tutta la struttura interna, senza che la forma esterna ne rimanga alterata, come avviene, nell'esempio citato, ai cristalli di solfato di nichelio esposti alla luce del sole. Il solo indizio che possa aversi di questa variazione è allora dato da certe fessure interne regolarmente disposte, ovvero dal cangiamento delle proprietà ottiche (V. Cristallografia).
      DIMORFODON (paleont.). — Genere di pterodattili, di cui furono trovati gli avanzi fossili in certi depositi del lias inferiore.
      DIMOSTRATIVO GENERE (reti.). — I retori dànno, seguendo le traccie di Aristotile, questo nome ad uno dei tre generi in cui sogliono ripartir l'eloquenza, a quello cioè che ha per intendimento di lodare o di biasimare una persona, un fatto od altra cosa qualsivoglia. I principali soggetti dell'eloquenza dimostrativa sono i panegirici, le orazioni funebri, le genetliache, i discorsi congratulatorii, quelli di condoglianza, le orazioni eucaristiche e quelle di biasimo. Trattandosi perciò in questo genere di far conoscere le buone o malvagie qualità della persona o della cosa che imprendesi ad encomiare o a biasimare, l'oratore deve procurare con tutte le sue forze di cattivarsi intera la benevolenza de'suoi uditori, non avendo essi niun interesse nella causa, e non dovendo giudicare per parte loro che dell'abilità di lui. I retori insegnano in proposito : 1° che nel biasimo e nella lode non si alteri la verità, per non rischiare di rendersi ridicolo o bugiardo; 2° che le lodi siano proprie del lodato, non applicabili ad altri ; 3° che le azioni encomiate non siano comunali, ma grandi e degne di tutta considerazione ; 4° che lodando o biasimando non si urti la pubblica opinione ; 6° che agli encomii del sog-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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