Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DINAMOMETRO E DINAMOGRAFO
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elettrica una corrente intensa e continua, allora si fanno sentire inconvenienti assai gravi. Si sa che la produzione e la distruzione della polarità magnetica ne'corpi è accompagnata sempre da sentiti movimenti molecolari, a cui spesso tengono dietro variazioni permanenti nell'intima struttura del corpo. Bastano a provarlo le esperienze del Yillari sui suoni che si producono nelle spranghe d'acciajo che con rapide successioni vengono magnetizzate e smagnetizzate, e le famose esperienze del Treves che mostrarono 1* istantaneo modificarsi delle figure riflesse ottenute col metodo di Lissajous nell'istante in cui si trasmetteva una corrente in nna spirale avvolgente le braccia di uno dei due coristi. Ora questi scuotimenti intestini ripetuti non possono che manifestarsi sotto forma di calore. Ed invero il fatto ha mostrato che nelle forti macchine dinamo-elettriche, in seguito al rapido alternarsi delle polarità opposte, il ferro delle armature si scalda fortemente e, continuando il lavoro della macchina, si produce nelle spirali un tale arroventamelo da bruciare il rivestimento isolante dei fili. Ne risulta un limite nella rapidità del moto e nella durata dell'impiego della macchina, che non può essere oltrepassato senza pericolo. 11 lavoro che s'impiega per tenere in moto la macchina si trasforma solo parzialmente in elettricità, mentre una parte di esso si trasforma in calore, e non solo va perduta, ma riesce anche dannosa alla macchina. Questa considerazione addita il modo onde si può cercare di migliorare gli apparecchi.
DINAMOMETRO e DINAMOGRAFO (mecc.). — Sgomenti coi quali si misura la forza di traimento esercitata da un motore, e generalmente l'intensità di una forza. Su questi importantissimi congegni meccanici è comparsa, nei fascicoli di luglio ed agosto 1877 del pregevolissimo periodico tecnico L Ingegneria civile, una dotta monografia dell'egregio signor professore comm. Agostino C'avallerò, delia quale i nostri lettori avranno cara in queste pagine la riproduzione.
La collezione di meccanica dell'Istituto tecnico di Torino, nell'anno ultimo scorso, venne arricchita di tre importanti strumenti dinamometrici, cioè di un dinamografo e d'una manovella dinamografica di Kraft, e di un freno dinamometrico Thiabaud a circolazione d'acqua. Per quanto io mi sappia, il dinamografo e la manovella dinamografica sono i primi strumenti di questo genere importati in Italia. Il freno Thiabaud, sebbene da parecchi anni sia uno strumento d'uso comune pei nostri ingegneri dell'Amministrazione della tassa sul macinato, tuttavia non può dirsi ancora abbastanza conosciuto anche nel nostro paese, almeno quanto merita un perfezionamento da annoverarsi fra quelli di maggiore rilievo stati fino ad oggi arrecati al più prezioso degli strumenti di misura della meccanica applicata.
Mi è pertanto sembrato che una memoria, nella quale i tre strumenti sovra menzionati venissero minutamente descritti, e fosse di più esj»osta la maniera di farne uso, non dovrebbe tornare affatto discara a tutti coloro che, nella diffusione ognor crescente delle macchine agrarie mosse da animali o dall'uomo, e delle macchine motrici d'ogni na-
tura, hanno bisogno di misurare con esattezza il lavoro meccanico consumato o prodotto da queste macchine, allo scopo di accertarne il vero valore economico e industriale. Ad un cosiffatto compito io mi sono accinto, secondo le mie forze, tanto più volentieri, perchè, in unione ad alcuni egregi colleghi professori della Scuola degl'ingegneri e dello Istituto tecnico, ebbi occasione di eseguire numerosi e svariati esperimenti coi tre accennati strumenti, durante la Esposizione di macchine agrarie tenutasi nell'anno ultimo passato in Torino per cura del nostro Comizio agrario, e quindi per lunghe ripetute prove mi venne dato di riconoscere i molti pregi degli strumenti medesimi, e di apprezzare, in modo speciale, i vantaggi incontestabili del freno dinamometrico Thiabaud comparativamente a tutte le altre disposizioni conosciute di questo apparecchio.
I. Dinamometro di Kraft. — Brevi cenni generali intorno ai dinamometri e segnatamente intorno ai dinamografi a moto dipendente o con motore cronometrico. — Comunemente viene dato il nome di dinamometri agli strumenti destinati alla misura del lavoro meccanico, quantità questa di natura complessa, cioè risultante dal prodotto di due fattori, uno sforzo e lo spazio descritto dal punto d'applicazione, e secondo la direzione, di questo sforzo. Nei casi in cui l'intensità del fattore sforzo è continuamente variabile, si ottiene una misura abbastanza approssimata del lavoro svolto in un determinato intervallo di tempo, dividendo lo spazio totale percorso durante questo tempo in un grande numero di parti, per conseguenza piccolissime, risguardando per ognuno di questi spazii parziali siccome costante il valore dello sforzo, uguale cioè a quello che corrisponde, per es., al primo punto del rispettivo spazio parziale, ed infine facendo la somma dei prodotti di ciascuno dei medesimi spazii pel corrispondente valore dello sforzo. Questa operazione equivale manifestamente a calcolare l'area di una curva riferita a due assi di coordinate ortogonali, ed avente per ascisse de'suoi varii punti le successive somme degli accennati spazii parziali contati sempre dal principio od origine degli spazii, con cui si suppone coincidere l'origine nelle coordinate, e per ordinate degli stessi punti gli sforzi corrispondenti ai diveisi spazii parziali e rappresentati graficamente per mezzo di lunghezze riferite ad una comune unità di misura, la quale a sua volta è la rappresentazione grafica dell'unità di sforzo. Una curva cosiffatta costituisce appunto quanto effettivamente si ricava applicando una prima classe di dinamometri, dei quali tra breve riferirò la speciale denominazione in uso.
Se non che evidentemente un dinamometro della specie or ora mentovata, vale a dire capace di registrare i valori dello sforzo corrispondenti a ciascun punto dello spazio, deve avere qualcuna delle sue parti, consistente per lo più nel nastro di carta su cui viene tracciata la curva anzidetta, animata da un movimento di medesima velocità, od almeno da un movimento a ragione costante di velocità, rispetto alla macchina alla quale lo strumento trovasi applicato. Ora, siccome in molti casi ciò è, pert^iOOQLe
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