Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DINAMOMETRO E DINAMOGRAFO
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      particolare, del freno dinamometrico di Thiabaud, gioverà citare ancora qui un'ultima classificazione dei dinamometri, secondo che, cioè, essi sono atti a registrare unicamente il lavoro sviluppato dal motore in un determinato istante, ovvero lo registrano in maniera continua per un dato intervallo di tempo. I primi, fra cui vanno compresi il dinamometro di Regnier per la semplice misura degli sforzi di trazione e di compressione, i freni dinamometrici e l'indicatore delle pressioni, diconsi dinamometri a registrazione istantanea; i secondi, all'incontro, denominansi dinamometri a registrazione continua, od anche a moto continuo. Nel fare però questa distinzione, per rapporto ai freni dinamometrici ed agli indicatori di pressione, io intendo di alludere unicamente alle loro disposizioni più in uso, giacché queste due specie di strumenti dinamometrici potrebbero anche venire muniti di apparecchio registratore a moto continuo, come ne porgono l'esempio per gli indicatori le disposizioni note sotto i nomi di indicatori a moto continuo di Morin, di Schaeffer e di altri.
      Descrizione del dinamografo di Kraft. — Questo strumento, costrutto da E. Kraft e figlio di Vienna, è il noto dinamometro a molla ellittica di Regnier, poc'anzi menzionato, coll'addizione molto ingegnosa di un meccanismo registratore grafico a motore indipendente o cronometrico. Quindi esso appartiene al novero dei dinamografi a molla ed a moto continuo, i quali registrano i valori dello sforzo corrispondenti ad ogni istante dell'intervallo di tempo per cui dura l'esperimento : cosicché col medesimo, come tra breve indicherò, si può eziandio ottenere lo sforzo medio esercitato, mentre il dinamometro di Regnier è soltanto capace di somministrare lo sforzo massimo. Lo strumento in discorso trovasi rappresentato per mezzo della sua elevazione principale nella fig. 1 della Tavola CCXXXIV. Nelle figure 2-6 di questa tavola sono disegnati varii particolari riferentisi ad alcuni pezzi accessorii neces-sarii per le diverse applicazioni dello strumento, ed alla forma ed al calcolo dei diagrammi da esso somministrati.
      Incomincierò dalla descrizione della fig. 1, il che è quanto dire dello strumento. Una molla ellittica d'acciajo A trovasi, in una delle estremità del suo asse minore, congiunta al vertice inferiore della piastra d'ottone F, avente a un dipresso la forma di un settore circolare. A questa piastra sono anche raccomandate tutte le altre parti dello strumento, epperò gli aghi indicatori degli sforzi ed il meccanismo per la registrazione grafica di questi sforzi con motore cronometrico. In b, sulla medesima piastra F, sorge il pernio di rotazione di una leva angolare, della quale uno dei bracci B snodato in r va ad unirsi, parimente a snodo, con una piccola staffa a fissata per mezzo di una vite di pressione sull'altra estremità dell'asse minore della molla A. L'altro braccio C della leva, che invece è rigido in tutta la sua lunghezza, porta presso il suo estremo libero, e nel senso longitudinale, scolpita una breve feritoja, entro la quale sta prigioniero un cilindretto d annesso al braccio I) portante gli indici f e g dello strumento, in un col meccanismo registratore, e girevole sulla piastra F intorno alcentro e. Dopo ciò è manifesto che, rendendo l'ellisse della molla più schiacciata sia col tirare questa per l'estremità dell'asse maggiore, come quando debbonsi misurare sforzi di trazione, sia comprimendo la molla sulle estremità dell'asse minore, come avviene per la misura degli sforzi di compressione, il vertice a della molla si avvicina al vertice opposto, la leva angolare B C prende a girare d'una certa quantità, e col suo braccio C1 costringe il porta-aghi a spostarsi, camminando questo verso dritta sulla graduazione circolare G di una quantità proporzionale all'intensità dello sforzo esercitato. A questo punto torna in acconcio di far notare che tale graduazione è duplice, ossia che due sono in essa gli archi graduati, dei quali l'uno di raggio maggiore si riferisce agli sforzi di trazione, e l'altro invece agli sforzi di compressione. Osservando la numerazione di questi archi, si riconosce facilmente che nei primi sforzi la portata dello strumento sale fino a 900 chilogrammi, mentre per quelli di compressione va soltanto fino ai 100 chilogrammi. Relativamente alla leva angolare più volte menzionata, farò notare ancora che la molla #', applicata al braccio C di questa leva, ha unicamente l'ufficio di mantenere a sito una piccola chiave, la quale si toglie allorquando si vuol liberare il cilindretto dy e quindi il braccio D, dalla sua unione colla leva medesima per ismontare il meccanismo registratore.
      Esaminiamo ora in modo speciale, attesa la sua grande importanza, la disposizione data dal costruttore allo stesso meccanismo registratore. La porzione della piastra F abbracciata dalla graduazione G è alquanto rilevata sulla faccia anteriore di questa piastra, alla quale faccia inoltre trovasi sovrapposta come una piastra di rinforzo E, di forma consimile e di dimensioni tali, da lasciare fra essa e la graduazione G una zona, entro cui viene adagiata la lista di carta 1 (fig. 5) convenientemente ritagliata e destinata a ricevere il diagramma vale a dire la curva degli sforzi, ai quali è sottoposta la molla A durante l'esperimento. Questa lista di carta si ritaglia mercè di apposita sagoma metallica compresa tra i pezzi accessorii del dinaniografo. Nell'eseguire questa operazione si praticano ad un tempo nella lista di carta quattro fori circolari, due s s' di diametro alquanto maggiore degli altri due t /'. Preparata così la lista di carta, si colloca a suo luogo entro la zona testé accennata, togliendo prima le due viti h h', e con queste viti eziandio due laminette metalliche movibili formanti come i bordi latrali della zona, e poscia applicando sulla zona la carta in maniera che i due fori più piccoli risultino infilati sopra due piccole punte sporgenti sulla piastra F. In questo modo la carta rimane senz'altro disposta al suo luogo, e più non devesi se non fissarvela, ciò che si fa rimettendo le due laminette, portanti fori analoghi a quelli della carta, in guisa che i fori minori coincidano colle due punte k k'. Finalmente ancora si ricollo-clieranno al loro sito le due viti h hdopo aver fatto girare attorno alle punte le due laminette tanto da ottenere l'esatta sovrapposizione dei fori di maggior diametro delle stesse laminette e della carta.
      Ho già avvertito che il meccanismo motore, ilt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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