Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DINAMOMETRO E DINAMOGRAFOquale consiste in un motore d'orologieria a molla, è interamente raccomandato al braccio D in un colla matita pel tracciamento del diagramma. Il movimento d'orologieria si monta per mezzo d'una chiavetta ordinaria applicata all'asse o, a cui va annesso un arresto conosciuto sotto il nome di croce di Malta. L'asse medesimo o, fra le due cartelle da cui è tenuto in sesto il movimento d'orologieria, ha la forma di un piccolo subbio, al quale va via avvolgendosi un cordoncino di seta, che a sua volta obbliga a scorrere con moto uniforme il carretto c, portante la matita, dalla circonferenza verso il centro e in apposita feritoja praticata nel braccio D. La matita da una piccola molla a spira è costretta a stare appoggiata leggermente sulla carta, cosi che il suo moto radiale, combinato con quello circolare, comune a tutti i punti del braccio D, genera la formazione di diagrammi somiglianti a quelli indicati con a p y nella fig. 5. La matita è semplicemente metallica, cioè d'ottone, e la carta chimicamente preparata, ossia del genere di quella conosciuta sotto la denominazione di carta metallica. In principio dell'esperimento il carretto e si fa venire fin presso all'estremità libera del braccio D ; al quale oggetto serve un uncinello unito al cursore medesimo.
Importa che lo strumento imprenda a segnare il diagramma partendo da un determinato istante. Prima di questo istante il movimento d'orologieria deve stare in riposo, vale a dire bisogna che il carretto c rimanga immobile nella sua feritoja. Giunto il medesimo istante, che lo sperimentatore osserva sopra un orologio a secondi, fa mestieri che tosto il carretto cominci a muoversi lungo il braccio D. Per quest'uopo si ricorre ad un'altra piccola leva II, di cui l'un braccio è foggiato a semicircolo, e l'altro è rettilineo. Questa leva è girevole intorno all'asse m; di più essa è armata d'un piccolo dente n all'estremità del braccio ricurvo. Il braccio rettilineo alla sua estremità trovasi unicamente ripiegato ad angolo retto. Dalla parte, inoltre, in cui sta questo braccio rettilineo, si ha pure un piccolo regolatore ad ali del movimento d'orologieria, girevole attorno ad un asse perpendicolare all'asse m della leva in discorso. Finché, caricato il piccolo motore, si permette a questo regolatore di girare, il motore funziona, il carretto c si muove e resta tracciato sulla carta il diagramma. Volendo però arrestare il tracciamento del diagramma, basta impedire all'anzidetto regolatore di girare. La qual cosa appunto si ottiene spostando la leva / / in modo da cacciare fra le ali del regolatore la estremità acconciamente ripiegata del braccio rettilineo della leva medesima. Allora la matita non farà che segnare continuamente lo stesso arco di circolo.
Durante l'esperimento il dinamografo, la cui costruzione è di natura molto delicata, vuol essere mantenuto al riparo della polvere, per es., se viene applicato a misure di trazione di carri, aratri, ecc. Quindi il medesimo si suole rinchiudere in acconcia scatola, al cui coperchio trovasi applicato un piccolo braccio di manovella girevole in un piano parallelo al piano di movimento del braccio D, ed al quale internamente alla scatola va annessa in direzione parallela e cospirante una molla. Due arresti concedono a questa molla di oscillare nei due sensi sol-
tanto per una limitata ampiezza. Spostata la molla medesima in un verso, va ad urtare il dente n della leva II su d'un fianco, e fa girare questa leva nello stesso verso, mentre nel medesimo tempo la molla s'inflette e passa dall'altra parte del dente, perchè la leva pure è suscettiva soltanto d'una corsa limitata. Dopo di ciò la molla è in pronto per agire nel verso contrario.-Affine di meglio preservare da 0£iii guasto il movimento d'orologieria, al dissopra (lei braccio D, ed a conveniente distanza, trovasi un'ultima piastra identica alla.E, a cui è congiunta per via delle viti p e q. Il coperchio or ora mentovato della scatola del dinamografo porta una finestra munita di lastra di vetro, per poter riconoscere se l'apparecchio registratore funziona, senza dover aprire la scatola.
Pezzi accessorii e modo di far la tara del dinamografo. — Ad eccezione della sagoma metallica per ritagliare la carta, e della quale ho già di sopra fatto parola, tutti quanti questi pezzi accessorii sono disegnati nelle figure 2a e 2b, 3„ e 3&, 4a e e 6. I pezzi rappresentati nelle figure 20 21> e 3a 3&, consistenti l'uno in una staffa K annata di un'asta H, che è foggiata a guisa di sega, e l'altro in un gancio L munito di una gruccia M, servono a misurare col dinamografo gli sforzi di trazione che un uomo è capace di esercitare colle mani. Collocata la staffa K sul suolo, in modo da risultare l'asta H diretta secondo la verticale, l'uomo vi monta sopra coi due piedi rispettivamente sulle due braccia della staffa. Impugnata quindi colle due mani la gruccia M, dopo d'avervi sospeso al gancio sottostante L il dinamo-grafo per una delle estremità dell'asse maggiore della molla A (fig. 1), si attacca questa molla per l'estremità opposta ad uno degli uncini dell'asta H, e si tira il tutto verso l'alto con sforzi la cui intensità si può leggere sul quadrante graduato G dello strumento.
È ovvia la disposizione che si dovrebbe dare allo strumento per misurare gli sforzi di trazione che un uomo può esercitare colle mani in direzioni diverse dalla precedente. L'impiego eziandio dei ganci doppii riportati nelle figure 4« e 4soprattutto nelle misure di trazione dei carri, degli aratri e di altre macchine agrarie, è troppo facile ad immaginarsi per richiedere una spiegazione.
La determinazione dei numeri da apporsi alle due scale graduate dello strumento, ovvero la verificazione di quelli già esistenti, costituisce l'operazione della tara del dinamografo. Or bene, è manifesto che questa operazione si potrà eseguire molto agevolmente sospendendo lo strumento ad un punto fisso per una delle estremità dell'asse maggiore della molla, e poscia applicando all'altra estremità dei pesi corrispondenti ai varii numeri della graduazione,la quale si riferisce agli sforzi di trazione. Per l'altra graduazione, relativa agli sforzi di compressione, bisognerà invece fermare solidamente lo strumento, dopo d'averlo capovolto, in un piano verticale, lasciando però alla molla ogni libertà d'azione ; in seguito basterà gravare la molla stessa di pesi conosciuti nel vertice coincidente coll'estremità superiore del suo asse minore. In ogni caso fra l'una applicazione e l'altra dei pesi si avrà l'avvertenza , di lasciar trascorrere un conveniente intervallo di^.ooQle
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