Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DINAMOMETRO E DINAMOGRAFO
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basterà limitarsi, per es., a prendere semplicemente la media aritmetica dei due sforzi minimo e massimo indicati dal diagramma.
II. Manovella dinamograflca di Kr&ft. — Descrittone della manovella dinamografica. — La manovella dinamografica, come indica la sua denominazione, è uno strumento atto a somministrare la misura del lavoro meccanico consumato dalle macchine mosse a braccia d'uomo. La medesima si colloca in luogo della manovella ordinaria, organo a cui in tali macchine viene applicata la potenza, e somministra la misura del lavoro per mezzo di un diagramma, del quale le ordinate sono proporzionali agli sforzi esercitati da questa potenza e le ascisse sono proporzionali agli spazii percorsi dal suo punto d'applicazione. Ciò necessita, come già abbiamo fatto notare parlando dei dinamografi in generale, che la lista di carta destinata a ricevere il diagramma, durante l'esperimento, sia animata da un movimento avente una ragione costante di velocità col movimento della macchina. In conseguenza la manovella dinamografica, detta eziandio da taluni semplicemente manovella dinamometrica, vuol essere compresa nella classe dei dinamometri a moto dipendente. Nelle figure la e 7<, della tavola citata trovasi disegnata quella che venne acquistata dall'Istituto tecnico di Torino, ed è parimente opera dei costruttori meccanici Kraft e figlio di Vienna. La figura 7a rappresenta lo strumento projettato su d'un piano passante per gli assi dell'albero motore e del braccio della manovella ; nella figura 7& si ha invece la proiezione dello strumento sopra d'un piano perpendicolare al precedente.
Lo strumento vuol essere solidamente fissato su una delle estremità dell'albero motore, come si disse, al posto della manovella ordinaria, infilando sopra quest'albero il manicotto di ferro A, che vi si ferma e si centra accuratamente mercè le otto viti di pressione a. Con questo manicotto forma sistema l'appendice E, portante in un col telajo metallico B l'asse di rotazione b del braccio C della manovella M. Il telajo B trovasi congiunto all'appendice E, e consolidato nelle varie sue parti, per via dei tiranti a vite c, i. Alla medesima appendice è fermata per una estremità, mercè la vite di pressione d, la molla D dello strumento, che consiste in una lamina flessibile di acciajo avente dalle due parti lo stesso profilo longitudinale dei solidi di eguale resistenza. Questa molla, presso l'altra estremità che è libera, trovasi continuamente in contatto delle due punte e, e' annesse al braccio C e munite di viti, che permettono di regolarne la posizione. Da ciò risulta chiaramente che la manovella M non può prendere a girare intorno al proprio asse b, situato sul prolungamento di quello dell'albero motore, senza prima produrre una inflessione nella molla, e quando questa inflessione sia divenuta tale che la molla possa fare equilibrio all'intensità della potenza, allora trascinerà seco nella rotazione il telajo C, il manicotto A e l'albero motore.
11 meccanismo registratore degli sforzi e degli spazii consta di tre tamburi K, J ed L girevoli, i due ultimi soltanto follemente intorno ai proprii assi, mentre il primo K riceve un moto di velocità proporzionale a quella con cui camminala macchina,
Nuova Encicl. Ital. VoLmediante il rotismo dentato elicoidale (F, G), che dapprima comunica il moto ad un fuso cilindrico I, e poscia mercè del filo f al fuso conico H. Per maggiore chiarezza denominerò raccoglitore, alimentatore e di rimando rispettivamente i tre tamburi menzionati K, J ed L, essendo che la lista di carta gg', sulla quale debbono tracciarsi i diagrammi, viene avvolta sul tamburo intermedio J, in seguito va ad accavalciarsi al tamburo Le mette capo infine, ossia passa ad avvolgersi al tamburo K. Si carica il tamburo alimentatore J della voluta quantità di carta, mediante il piccolo manubrio i unito al suo asse di rotazione. La ragione della conicità data al fuso H sta nel bisogno di conservare l'uniformità nel movimento della carta, la quale, venendo a raccogliersi sopra se stessa attorno al tamburo K, se questo si muovesse in modo uniforme, tenderebbe ad accelerarsi nel suo movimento. Ciò s'impedisce dando al fuso H un diametro crescente dalla base più vicina al tamburo veiso l'altra base, e disponendo il filo di trasmissione f in modo che esso possa svolgersi dal fuso H in senso contrario.
Il diagramma viene tracciato sulla carta da due matite, l'una h fissa sul telajo B, almeno durante l'esperimento, e l'altra k mobile col braccio C e quindi coll'estremità libera della molla D. La prima di queste matite segna l'asse delle ascisse o degli spazii, e la seconda la curva del diagramma o degli sforzi. In principio dell'esperimento, quando cioè la molla è inattiva, epperciò lo sforzo è nullo, le due matite debbono coincidere colla medesima retta tracciata sulla carta nella direzione del suo movimento. Ciò si ottiene facendo camminare alquanto la carta per mezzo del manubrio it onde la matita, k dagli sforzi segni la propria linea retta. In seguito, rallentata la vite d'arresto m per via della vite di richiamo l, costringesi l'altra matita h a venire in posizione tale da farla combaciare colla retta precedente: dopo di che tornasi a stringere la vite d'arresto m. Le due viti o, o' servono a mantenere a suo luogo la scala graduata di misura delle inflessioni della molla D, e quindi degli sforzi sviluppati dal motore sopra la manovella M.
Come pel dinamografo, anche per l'attuale strumento bisogna che sia finalmente possibile di far cominciare e cessare il tracciamento del diagramma negli istanti che si desiderano. Perciò è evidente che basta poter mettere in movimento la carta, solo partendo dal primo di questi istanti, ed arrestare nell'altro istante questo movimento. A simile oggetto serve appunto il manubrio N annesso al collare 0 girevole intorno al manicotto A. È da avvertirsi primieramente che la ruota conduttrice del rotismo dentato (F, G) è folle sul medesimo manicotto, e porta congiunto colla sua corona un dente 0. Di più vuoisi notare che il manubrio N, girevole intorno all'asse g, può venire collocato in due posizioni, una delle quali per via del braccio R trovasi in contatto del dente 0, e n'è invece allontanato nell'altra. Lo stesso manubrio N è obbligato a rimanere in queste posizioni dalla molla p. Fingasi, dopo di ciò, che l'asticciuola congiunta al collare Q venga resa immobile collegando per mezzo di una cordicella l'estremità n, foggiata appositamente ad occhio, ad un punto, per es., della macchina sottoposta ad I IL 39
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