Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DINAMOMETRO E DINAMOGRAFOgerante di scorrere tutto all'intorno in contatto delle superficie soflregantisi. Internamente all'anello medesimo vanno unite come quattro orecchie, a cui, avanti di collocare a loro luogo le due metà della puleggia, si raccomandano le due viti q q, q' q' in uno alle due guancie D, D' ed alle quattro chiocciole r. Ognuna di queste viti porta scolpiti due filetti di passo contrario, cosicché, facendo girare le chiocciole nei versi convenienti per mezzo di una piccola leva introdotta nei fori che trovansi praticati nelle chiocciole stesse, si perviene con facilità e speditezza a stringere debitamente il freno sull'albero in modo inoltre da non alterare l'esatto equilibrio del freno sull'asse di quest'albero. Anche le due parti E mobile ed F fissa dell'apparecchio raffreddatore sono formate ciascuna di due segmenti uguali, che si collocano a sito, come si disse per la puleggia B, e parimente vengono poi congiunte fra loro mediante chiavarde a vite. La parte E, che deve girare colla puleggia, riposa sulla corona di questa per mezzo di quattro piedi x fermati sulla corona medesima mercè viti. La parte fissa F, che ha da rimanere immobile in un colle mascelle C,C' e colle braccia del freno, vuol essere così disposta siffattamente che l'asticciuola t, penetrante in una piccola poppa w (fig. 1 e 6) della parte medesima F, venga a passare per l'apertura di una forcella h annessa all'arco a. La medesima parte fissa della scatola del raffreddatore porta due brevi tubi fusi con essa, ed ai quali fanno capo i tubi di gomma elastica d'arrivo dell'acqua K e di scarica l. Ecco ora quale tragitto percorre quest'acqua entro la stessa scatola. Avvertirò primieramente che la scanalatura s, scolpita nella corona della puleggia B (fig.7) è divisa in due scompartimenti dal diafragma j, cosicché l'acqua che vi accede pel tubo w, è obbligata a corrervi entro tutto all'ingiro nell'accen-nata scanalatura s, per quindi escirne attraverso all'altro tubo m. Ciò premesso, si comprenderà, specialmente dalle fig. 2, 3, 4, 5 e 6, che l'acqua penetra in primo luogo pel tubo k entro la parte fissa della scatola, di quivi pei fori v passa in una prima scanalatura v' della parte fissa; da questa scanalatura pel tubo m va nella scanalatura s della puleggia, da cui per un altro tubo n esce per recarsi nuovamente in una seconda scanalatura u della parte mobile della scatola, d'onde finalmente pei fori uf ritorna nella parte fissa F e scaricasi pel tubo Z. La quantità d'acqua necessaria si attinge da un serbatojo situato a conveniente altezza, che può consistere eziandio in un semplice secchiolino di tela o di gomma elastica alimentato debitamente, ed all'occorrenza può raccogliersi in altro serbatojo sottostante, in modo da non perderne nemmeno una goccia.
Allestito l'apparecchio raffreddatore più non resta che a provvedere per l'applicazione del carico, e per la lubrificazione delle superficie in contatto delle mascelle 0, C' e della puleggia B. Salvo che si tratti di misurare piccole quantità di lavoro, la più comoda disposizione del carico è quella rappresentata nella fig. 1, da preferirsi all'impiego di un semplice piattello di bilancia sospeso all'estremità di uno dei bracci del freno caricato con peso vaiiabile. Si ha ricorso, cioè, ad una stadera G, ilcui fulcro, per mezzo di una corda y faciente capo ad un punto fisso del suolo (ovvero del sostegno della macchina sperimentata), si rende immobile nello spazio. L'estremità di uno dei bracci brevi della stadera è collocata poscia all'anello e, scorrevole sul braccio del freno e che vi si ferma mediante la vite di pressione f alla voluta distanza dall'asse dell'albero A. Allora è palese che basta solo fare scorrere sul braccio lungo della stadera il romano I, onde ridurre all'orizzontale la direzione dei due bracci ed, e'd' del freno.
Porrò termine alla descrizione della Tav. CCXXXV osservando che, allo scopo di diminuire la resistenza d'attrito fra la puleggia B e le mascelle C, C del freno, si fa cadere tra le loro superficie a contatto dell'olio a goccie, somministrato dal vaso p, il quale è raccomandato ad una delle quattro orecchiette o degli archi o, a'. Nella disposizione rappresentata nella fig. 1, appropriata ad un albero A orizzontale, l'olio si fa sgocciolare nell' intervallo compreso superiormente fra le due mascelle del freno. Trattandosi, all'incontro, d'un albero A verticale, piegata acconciamente la verga che porta il vaso p, si fa invece cadere l'olio in un piccolo canale scolpito nella mascella C, la quale in questo caso giace in un piano orizzontale.
Varie grandezze in uso del freno Thiabaud. — L'Amministrazione della tassa del macinato fa uso di quattro grandezze diverse del freno Thiabaud, delle quali nel seguente prospetto trovansi riportati gli elementi più utili a conoscersi, per potere in ogni caso scegliere la grandezza più appropriata alla macchina da sperimentarsi, vale a dire la portata o forza, in cavalli-vapore, di questa, commisurata a 60 giri dell'albero motore per 1', il diametro della puleggia, il peso approssimato del freno completo ed il suo prezzo in Torino.
Grandezze.......N. 1. N. 2. N. 3. N. 4.
Portata in cavalli-vapore 5 20 25 50
Diametro della puleggia in m. 0,300 0,360 0,450 0,570
Peso app. del fr. comp. in chil. 50 110 260 350
Prezzo del medesimo in lire it. 400 400 750 1000
Il freno posseduto dall'Istituto Tecnico di Torino, e disegnato nella tavola suddetta, appartiene alla seconda grandezza, rispetto alla quale vuoisi avvertire che il prezzo notato nel prospetto, di L. 400, si riferisce al freno della portata di 20 cavalli-vapore con apparecchio raffreddatore di minori dimensioni, alquanto più semplice, cioè formato di un pezzo unico indecomponibile nei due segmenti accennati nella precedente descrizione. Con un simile apparecchio raffreddatore lo stesso freno è solamente applicabile alle estremità degli alberi motori, come appunto avviene specialmente nella misura della forza consumata dai palmenti di molino.
Considerazioni intorno ai pregi del freno Thiabaud. — Il pregio principale e caratteristico del freno Thiabaud consiste nell'essere, con poca spesa di più e senza grande complicazione ulteriore relativamente al freno dinamometrico comunemente in uso, fornito di un apparecchio speciale di raffreddamento per mezzo dell'acqua, apparecchio intomo al quale invano altri s'affaticarono per ottenere una disposizione semplice insieme e di reale
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