Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DINAMOSCOPIO
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efficacia. Mercè l'apparecchio a circolazione continua d'acqua, che ho descritto poc'anzi, e della cui invenzione il merito è devoluto intieramente al cav. Thiabaud, trovasi del tutto eliminato il vero ostacolo che nel freno ordinario si oppone ad una esatta misura del lavoro con questo strumento, voglio dire l'accumulazione rapida di calore, cagione a sua volta di variazioni considerevoli e saltuarie dell'intensità dell'attrito, e della pressione fra la puleggia e le mascelle dello strumento. Procurando che l'acqua sia somministrata in modo continuo ed in quantità conveniente, numerose prove da me fatte colle grandezze num. 1 e 2 mi hanno pienamente dimostrato che la temperatura delle faccie, in contatto fra loro, della puleggia e delle mascelle si può mantenere costante e bassa, quasi quanto si desidera : d'onde segue che, al menomo accelerarsi o rallentarsi delle macchine, riesce cosa molto agevole il ricondurre ben presto la velocità al suo valore normale per mezzo delle viti regolatrici della pressione, a muovere le quali non abbisognano più se non sforzi sempre debolissimi.
Ma oltre ad un cosiffatto pregio, già tanto rilevante, è ancora da notarsi che il freno di Thiabaud riunisce in sè tutte o pressoché tutte le condizioni a cui più sopra abbiamo a lungo rammentato dovere sempre soddisfare un freno dinamometrico, perchè questo strumento sia effettivamente capace di condurre ad una esatta determinazione del lavoro per mezzo del procedimento usuale di sperimentazione e della formola abitualmente impiegata pel calcolo di questo lavoro. Mi contenterò ora di semplicemente enumerare gli altri pregi che presenta il freno Thiabaud. In primo luogo la operazione da eseguirsi per centrare la puleggia sull'asse dell'albero motore è resa sommamente facile, spedita e sicura.
Secondariamente, grazie ai due bracci di leva, lo strumento trovandosi equilibrato per rapporto al medesimo asse, più non occorre alcuna tara, ed inoltre il momento del peso proprio del freno risulta uguale a zero, vale a dire, più non può esercitare influenza di sorta sulla misura del lavoro, anche quando il freno venga a soffrire alcune oscillazioni duraute l'esperimento.
In terzo luogo, la grande distanza, a cui si può sospendere il carico del freno dell'asse di rotazione, come pure la notevole massa dello strumento fanno sì che il momento d'inerzia di quest'ultimo rispetto all'asse medesimo è sufficiente per rendere molto, lente le oscillazioni anzidette, porgendo cosi allo sperimentatore il tempo necessario onde regolare la pressione fra le mascelle e la puleggia dello strumento, prima che i bracci di questo vadano ad urtare contro i loro arresti, per non essersi ancora arrecata al carico del freno la necessaria variazione.
Finalmente devesi osservare ancora come, malgrado l'aggiunta dell'apparecchio refrigerante, il peso del novello freno, generalmente parlando, non è tale da indurre il timore di un sopraccarico sui cuscinetti dell'albero motore, e quindi il bisogno di tener conto, nel calcolo del lavoro utile, della porzione di lavoro motore assorbita dall'attrito nei cuscinetti medesimi per cagione del peso proprio dello strumento.
Perfezionamenti ancora possibili del freno Thiabaud e conclusione. — Dopo l'enumerazione ora esposta dei pregi del freno Thiabaud, non intendo di conchiudere che questo strumento non possa del tutto essere suscettivo di ulteriori perfezionamenti, perchè, a motivo d'esempio, sarebbe ancora da desiderarsi che il carico del freno venisse applicato non direttamente all'estremità di uno dei bracci, ma ad un arco metallico annesso a quest'estremità e concentrico all'asse dell'albero motore, onde rendere costante il momento del carico medesimo durante l'esperimento. Cosi ancora, ad onta che sulle viti regolatrici della pressione siano sempre da esercitarsi deboli sforzi, potrebbe consigliai si di ridurre il piano d'azione di questi a coincidere col piano verticale passante per l'asse di rotazione, acciò il loro momento sia nullo. Ma queste ed altre utili modificazioni forse ancora possibili, le quali non sarebbero difficili a realizzarsi, anche non effettuate, grazie alle piccole ampiezze delle oscillazioni dei bracci di leva, non devono riguardarsi siccome cause di gravi errori nella misura del lavoro. In conseguenza è giusto l'asserire che, mercè le ingegnose innovazioni arrecate dal cav. Thiabaud al freno dinamometrico, questo preziosissimo strumento di misura della meccanica applicata, qual è senza contestazione il freno di Prony, dall'illustre Hirn annoverato fra le più belle ed utili invenzioni della nostra epoca, può ormai dirsi giunto ad un alto grado di perfezionamento. D'ora innanzi, ol-trecchè non è più a temersi che il suo impiego dipenda troppo dalla volontà e dall'abilità dello sperimentatore, non si sarà più obbligati a limitare a brevi istanti la durata degli esperimenti, ed a fare numerosissime osservazioni per dedurne un valor medio del lavoro cercato. Nemmeno si dovrà, nelle prove, per es., del consumo di combustibile delle macchine a fuoco, che richiedono lunghissima durata, ricorrere al noto metodo di sostituzione, facendo cioè lavorare per un lungo intervallo di tempo la macchina nelle condizioni di regime sotto l'azione delle resistenze utili, e poscia rimosse queste, sostituendovi per pochi istanti il freno dinamometrico.
Cosiffatti risultati, i quali si possono ottenere col novello freno a circolazione d'acqua, sono manifestamente di così grande rilievo, da doverne conchiudere che il cav. Thiabaud, già favorevolmente conosciuto per l'invenzione del contagiri meccanico applicato ai molini, ha reso ora nuovo e segnalato servizio alla meccanica applicata. Per la qual cosa, mentre amo lusingarmi che possa il presente scritto contribuire ad indurre tutti i nostri ingegneri o industriali ad abbandonare le imperfette disposizioni ordinarie del freno in discorso, ed a valersi d'ora innanzi esclusivamente del novello strumento ideato dal cav. Thiabaud, ho sommamente a caro di poter tributare pubblicamente al medesimo la lode che giustamente gli è dovuta (Cavallero, Ingegneria civile).
DINAMOSCOPIO (fisiol. e patol.). — Nuovo sistema di ascoltazione immaginato dal dott. Collongues, e fondato sulla sensazione prodotta dall'estremità di un dito del malato nell'orecchio dell'osservatore, il quale sente un ronzio accompagnato talora da scop-
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