Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIODOTO I — DIOFANTODiodoio noi non possediamo che scaise informazioni, e delle sue opere non si conoscono nemmeno i titoli. Pare però certo ch'egli fu che sviluppò pienamente l'arte dialettica dei Megaresi, la quale degenerava assai spesso in vuoti sofismi (Cic., Acad., n, 24, 27). Ei pare siasi occupato della teoria della prova e delle proposizioni ipotetiche. Neil' istessa guisa che ei rigettava nella logica la divisibilità della nozione fondamentale, manteneva altresì, nelle sue fisiche dottrine, che lo spazio è indivisibile, e che il moto è, per conseguenza, una cosa impossibile. Inoltre ei negava il venire in essere ed ogni moltiplicità nel tempo e nello spazio ; ma considerava le cose che riempiono lo spazio come un tutto composto di un numero infinito di particelle indivisibili. In quest'ultimo punto ei si accostava alle dottrine atomistiche di Democrito e Diagora. Rispetto alle cose possibili, ei teneva che solo quelle cose sono possibili che sono attualmente, o saranno; inoltre il possibile era per lui identico col necessario; quindi ogni cosa che non istà per accadere non può essere, e tutto ciò che è o sta per accadere é necessario, cotalchè il futuro è non men certo e definito del passato. Questa teoria si avvicinava alla dottrina del fato propugnata dagli stoici, e Crisippo dicesi abbia scritto un'opera, flepl $uv«tu>v, contro le idee di Diodoro. Ei fece uso del falso sillogismo denominato sorite, e dicesi ne inventasse due altri del-l'istessa specie, 1'£yx£*«Xij,auévo<; e il xepaTtTr,; Xo'yo; (Diog. Laerz., n, 111). Il linguaggio era per lui, come per Aristotile, il risultato d'una convenzione fra gli uomini.
      Vedi : Lersch, Sprachphil. der Alt. (r, p. 42) — Deycks, De Megaricorum doctrina (p. 64, ecc.).
      DIODOTO I (biogr.). — Re della Battria e fondatore della monarchia battiiana, che continuò ad esistere sotto la dinastia greca per oltre cento e cinquantanni. Questo principe, del pari che il suo successore, è chiamato da Giustino Teodoto, ma la forma Diodoto che occorre in Strabone (xi, p. 515) è confermata da un'unica medaglia d'oro nel Museo di Parigi (vedi Wilson, Ariana, p. 219).
      Così il periodo come le circostane della fondazione del di lui potere nella Battria sono incertissimi. Pare evidente però ch'ei fu dapprima satrapo o governatore di questa provincia sotto la monarchia siriaca, e ch'egli approfittò dell'assenza del suo sovrano, guerreggiante nelle parti lontane dei suoi dominii, per dichiararsi indipendente. La giacitura appartata e remota dei suoi territorii, e la ribellione dei Parti sotto Arsace, seguita pressoché immediatamente, pare abbiano frustrato ogni tentativo del monarca siriaco per ricondurlo in soggezione. Appresso, quando Seleuco Callinico intraprese la sua spedizione contro la Partia, ei pare stiingesse alleanza con Diodoto, confermandolo per avventura nel possesso della sua sovranità, a fine di assicurarsi la sua cooperazione contro Tiridate. Diodoto però morì probabilmente in quel torno (vedi Giustino, xli, 4; Strab., xi, p. 515; Droysen, Helle-nismus, n, p. 325, ecc.; Raoul Roc.hette, Journal des Savants, ottobre 1835).
      Rispetto la data della ribellione di Diodoto, ei pare, da Strabone e da Giustino,precedesse quella d'Arsace nella Partia, e puossi perciò con moltaprobabilità collocare nell'ultima parte del regno di Antioco II in Siria (261-246 avanti Cristo).
      Per ciò che riguarda i re battrii in generale, vedi Bayer, Historia regni tìracorum Bactriani (Pe-trop. 1738) — Lassen, Zur Geschichte der Grie-ehischen und Indo-Skyiischen Ktìnige in Baktrien (Bonn 1838) — Wilson, Ariana Antiqua (Londra 1841).
      DIODOTO II (biogr.). — Figlio e successore del precedente, è chiamato da Giustino Teodoto cosi come il padre suo. Secondo quest'autore, egli abbandonò la politica paterna e conchiuse un trattato col re della Partia, Tiridate, in virtù del quale s'unì a quest'ultimo contro Seleuco Callinico (Ginst., xli, 4). La piena sconfitta del re sirio assicurò probabilmente l'indipendenza della Battria del pari che quella della Partia, ma noi nulla più sappiamo dell'istoria di Diodoto. Il principio del suo regno puossi fissal e intorno il 240 avanti Cristo.
      Vedi WTilson, Ariana (p. 217).
      DIODOTO (biogr.). — Filosofo stoico, il quale visse molti anni a Roma nella casa di Cicerone, che lo conobbe sin dall'infanzia e lo trattò sempre con grande amore e rispetto. Egli istruì Cicerone e addestrò le sue facoltà intellettuali, specialmente nella dialettica. Nei suoi ultimi anni Diodoto divenne cieco, ma continuò non pertanto a coltivare la letteratura e ad insegnar geometria. Egli morì nel 59 av. Cr., nella casa di Cicerone, cui legò un avere di circa 100,000 sesterzii.
      Vedi Cic., Ad fam. (ix, 4, ecc.) ; De nat. Deor. (i, 3) ; Brut. (90) ; Acad. (ii, 31, ecc.).
      DKEC1A o DIECI A (Diatcia) (bot.).— Nome dato da Linneo ad una classe o ad un ordine che comprende piante a fiori unisessuali, maschi sopra un individuo, femmine sopra un altro; tali la canapa ed il datto-liere. Queste sorta di piante diconsi Dioiche (V. Diclini fiori e Sistema).
      DI0FANE (biogr.). — Di Mitilene, uno dei più celebri rettorici greci dei tempi dei Gracchi, per ragioni a noi ignote fu costretto a spatriare, e recossi a Roma, ove ammaestrò Tiberio Gracco e divenne suo intimo amico. Dopo che Gracco cadde vittima della fazione oligarchica, Diofane e molti altri amici di Gracco furono altresì messi a morte.
      Vedi: Cic., Brut. (27) — Plut., T. Gracch. (8,20).
      DIOFANTO (biogr.). — Non si conosce l'epoca precisa in cui visse quest'illustre matematico alessandrino, che alcuni pongono sotto Augusto, altri sotto Nerone od anche ai tempi degli Antonini; solo ci è noto che toccò l'età di ottantaquattr'anni, secondo un singolare epigramma dell'Antologia greca, composto a guisa di problema; il quale tradotto letteralmente suona così: « Diofanto.....passò la sestaparte de' suoi anni nell'infanzia e la dodicesima nella giovinezza; quindi ammogliatosi passò il settimo della sua vita e cinque anni ancora prima di aver un figlio; questi visse soltanto la metà degli anni vissuti dal padre, che gli sopravvisse quattro anni. Quanti anni visse Diofanto? » — La soluzione di questo problema dà appunto il numero sovra enunciato.
      Diofanto è l'autore del più antico trattato d'algebra che sia giunto fino a noi. La celebre Ipazia gli fece un commento che andò perduto; e l'opera del geometra alessandrino non fu conosciuta se non
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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