Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      nel secolo xv, cioè 250 anni dopo che Luca Pacioli aveva introdotto l'algebra in Italia.
      Molti matematici di gran nóme opinarono che Dio-fanto sia il primo inventore dell'algebra; ma il (dossali, osservando che nell'opera del greco geometra la regola dei segni per la moltiplicazione delle quantità negative è esposta come definizione e senza ragionamento che la dimostri, crede di vedere in questo difetto la prova dell'esistenza di trattati algebraici anteriori a lui. Tuttavia la cosa rimane incerta, come è incerto so i predecessori di Diofanto in questo ramo di scienza fossero Greci o Indiani.
      L'intero trattato di Diofanto intitolato Quistioni aritmetiche constava di tredici libri, ma i soli sei primi sono giunti fino a noi; e vuoisi che un cardinale Duperron fosse possessore di un manoscritto intero dell'opera, che prestato a Gosselin andò smarrito. Speriamo che un di si rinvenga l'opera originale o la traduzione araba, perocché è certo che gli Arabi, benché abbiano appreso l'algebra dagl'Indiani, fecero traduzioni delle opere di questo e di altri geometri greci.
      Diofanto scrisse pure un libro sui Numeri poligoni; ed Holzmann pubblicò a Basilea, nel 1575, in-fol., una traduzione latina di ambe le di lui opere. La prima edizione greca fu quella eli Meziriac (Parigi 1621, in-fol.), la quale fu migliorata da S. de Fer-mat (Tolosa 1670, pure in-fol.).
      Un'eccellente traduzione delle Quistioni aritmetiche in tedesco venne pubblicata da Ottone Schulz (Berlino 1822, in-8°), cui va unita la versione di Po-selger dell'opera sui numeri poligoni.
      Xilandro tradusse in latino l'opera di Diofanto sopra un codice ch'ei trovò a Virtemberga ; Bombelli ne tradusse gran parte sui codici vaticani, ma nulla pubblicò ; e il padre Crivelli ne'suoi Elementi di fisica dissertò molto argutamente sui di lui problemi.
      DIOGENE (biogr.). — Col prenome di Antonio, autore eli un romanzo greco, posteriore, secondo alcuni critici, ad Alessandro, mentre altri, e con maggiore probabilità, lo hanno collocato nel secondo o terzo secolo dopo Cristo. La sua data era ignota anche a Fozio, che ci ha preservato (('od. 166) uno schizzo del suo romanzo, il quale constava di ventiquattro libri, era scritto in forma di un dialogo sui viaggi, e portava il titolo di Tà (j:ùp 0ouXr,v a^ora (vedi Porfir., Vii. Pythag., 10). Questo romanzo è altamente commendato per chiarezza e vaghezza delle descrizioni da Fozio, di cui l'epitome preservatoci è stampato altresì nel Corpus Eroticorum Gracorum di Passow (voi. i).
      DIOGENE D'APOLLONIA (biogr.). — Così denominato dalla città di questo nome in Creta, che fu sua patria, e discepe)lo di Anassimene e coetaneo di Anassagora. Non si conosce nè l'anno della sua nascita, nè quello della sua morte, ma è probabile ch'egli sia nato intorno all'anno 500 av. Cr., in cui nacque il suo contemporaneo e condiscepolo Anassagora.
      Seguitò Anassimene nel fare l'aria elemento originario di ogni cosa, dal quale uscì tutto l'universo materiale; ma elotava l'aria d'intelligenza, e Cicerone (De nat. Deor., i, 22) dice ch'egli aveva fatto dell'aria il suo dio. Scrisse più libri intorno alla cosmologia (Hec\ t&uiso)?), e i frammenti che ne rimangono sono stati raccolti e pubblicati da Panzerbeiter,
      De Diogenis Apolloniatce vita et scriptis (Meining. 1823).
      Per maggiori notizie sono da consultarsi Diogene Laerzio (ix, 9); il Dizionario di Bayle, e la Bibl. greca del Fabrizio.
      DIOGENE DI TARSO (biogr.). — Filosofo epicureo, valente, al dir eli Strabone (xiv, p. 675), nel comporre tragedie estemporanee. Egli è autore di molte opere ora perdute, delle quali voglionsi ricordare: 'E™'XexToi j^oXai, che era probabilmente una raccolta di saggi o dissertazioni sopra temi filosofici (Diog. Laerz., x, 26, con le note di Menagio); un compendio dell' Etica di Epicuro, di cui Diogene Laerzio (x, 118) cita il 12° libro; Flept itonriTtxtov ^T^a-nov, vale a dire sui problemi poetici ch'ei tentava risolvere, e che pare si riferissero specialmente ai poemi omerici (Diog. Laerz., vi, 81). Altri particolari non abbiamo di lui, con tutto che Gassendi (De vit. Epic., il, 6) lo rappresenti come discepolo di Demetrio di Lacone.
      DIOGENE EN0M A0 (biogr.). — Poeta tragico, il quale dicesi incominciasse a rappresentare le sue tragedie in Atene nel 404 av. Cr. Di queste tragedie sopravanzano pe>chi titoli soltanto, vale a dire, 0uéEXévtj, 'Hp3txX5js, Mi^ta, OìSircouc, Xpuanntoc, leuéXr) (Tieste, Achille, Elena, Ercole, Medea, Edipo, Crisippo e Semele), attribuite tutte, tranne l'ultima, da Diogene Laerzio a Diogene il Cinico (vi, 80, o 73). Altri le ascrivono a Filisco d'Egina, amico di Diogene jl Cinico (Menagio, ad Diog. Laert., I. c.), ed altri ancora a Pasifaone. Eliano (V. H., hi, 30) fa menzione di un Diogene poeta tragico, il quale pare però sia una persona diversa da Diogene il Cinico o Diogene Enomao.
      Vedi Fabrizio, Bibl. Grcec. (u, p. 295).
      DIOGENE soprannominato il BABILONESE (biogr.). — Filosofo stoico, era nativo di Seleucia in Babilonia, da cui derivò il proprio nome per distinguerlo da altri filosofi omonimi. Ei fu educato in Atene sotto gli auspicii di Crisippo, e succedette a Zenone di Tarso come capo della scuola stoica in Atene. L'evento più memorabile della sua vita è la parte che ei prese nell'ambasciata inviata, nel 155 av. Cr., dagli Ateniesi a Roma, e composta di tre filosofi, Diogene, Cameade e Critolao, i quali, durante la loro dimora in Roma, recitarono le loro orazioni epidittiche da prima in numerose assemblee private, e di poi in Senato. Secondo Luciano (Macrob., 20), Diogene morì in età di 88 anni. Denominato da Cicerone magnus et gratis stoicus (De off., ni, 12), ei pare abbia seguitato strettamente le opinioni del suo maestro Crisippo, in ispecie per ciò che riguarda la dialettica, nella quale vuoisi che Diogene istruisse persino Cameade (Cie., Acad., n, 30; de Orat., u, 38). Egli è autore di molte opere, delle quali non conosciamo però che i titoli : 10 Awaextix^ te'/w, ; 2° Sulla Divinazione (Cic., De Divin., i, 3, ecc.); 3° Sulla dea Atena, di cui la nascita ei spiegava, come Crisippo, per principii fisiologici (Cic., De nat. Deor., i, 15): 4° itept epeovri? (Diog. Laer., vii, 55), la quale par trattasse della filosofia del linguaggio ; 5° itept eCr^vaaovvero sull'aristocrazia della nascita, in molti libri (Aten., ìy, p. 198); 6° itEpì vdjxwv, somigliantemente in molti libri, il primo dei quali è citato da Ateneo (xn,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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