Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIOMEDE (SAN)
      — DIONE CASSIO COCCEJANO 0 COCCEJOgenere metrorum libri 111. Noi ignoriamo intieramente la sua istoria, ma dacché Prisciano lo cita frequentemente (e. g. lib. ix. pp. 861, 870, ecc.), egli dev'essere vissuto prima del principio del vi secolo. L'opera è dedicata a un certo Atanasio, di cui nulla sappiamo, ed è notevole la sua stretta attinenza con molti passi delle lnstitutiones grammatica di Carisio. Essa fu primamente pubblicata in una raccolta di grammatici latini stampata a Venezia intorno al 1476, e trovasi nei Grammatica latina auctores antiqui di Putschio (Hannov. 1605, pp. 170-527).
      Per le emendazioni critiche veggasi Sdoppio, Suspect. Lect., e Reuvens, Colleclanea Litteraria (Leida 1815). Vedi anche Osann, Beitràge sur Griech. u. Bòm. hit. Gesch. (n, p. 331).
      DIOMEDE (san) (biogr.). — Medico, martire e santo, nato a Tarso in Cilicia di parenti cristiani, visse per qualche tempo in patria, ove esercitò medicina, e trasferissi dipoi a Nicea in Bitinia, ove dimorò sino alla morte. Quante volte ne aveva il destro, ei tentava convertire i pazienti al cristianesimo, di che l'imperatore Diocleziano, che trovavasi in quel tempo a Nicomedia in Bitinia, ordinò gli fosse condotto innanzi; ma Diomede mori fra via intorno il principio del iv secolo dopo Cristo. Costantino il Glande edificò in suo onore a Costantinopoli una chiesa, la quale fu poi abbellita, nel secolo ix, dall'imperatore Basilio I. La festa di san Diomede ricorre il 16 agosto nelle Chiese romana e greca.
      Vedi Ada sanci. — Bzovius, Nomenclator sanctor. profess. medicorum.
      DIOMEDEA (.sool.). V. Albatro.
      DIOMEDEE ISOLE. V. Tremiti (geogr.).
      DIONE SIRACUSANO (biogr.). — Figliuolo d'Ippa-rino, uno dei principali di quella città, vissuto sotto i regni di ambi i Dionisii. Fu primamente presentato a Dionisio il vecchio dalla sorella Ari-stomache, una delle mogli di lui, ma col suo merito acquistossi di poi gran favore alla corte, tanto che poteva parlare a Dionisio colla libertà di un suo pari. Fu per tempo discepolo di Platone, che Dionisio aveva invitato a venire a Siracusa, e si vuole che quel filosofo lo avesse pel più zelante de' suoi allievi.
      Dionisio il giovane, salito appena sul trono, mostrò gli effetti di un'educazione imperfetta e viziosa, mentre in privato si dava ad ogni sorta di stravizii. Tenero della patria, Dione cercò di emendare gli errori e l'incapacità del tiranno con pi-udenti consigli ed esortazioni. Tra le altre cose la consigliò a richiamare Platone, mostrandogli i vantaggi che avrebbe ritratti dalla conversazione e dottrina di quel filosofo. Dionisio scrissegli adunque una lettera d'invito ; ìfiail filosofo non aveva dimenticato il trattamento ricevuto dal padre di lui, onde a grande stento si risolvette ad andarci. La presenza di Piane era temuta dai dissoluti cortigiani ond'era attorniato il tiranno, e per controbilanciare l'influenza ch'egli potesse avere, essi operarono che si richiamasse Filisto, il cui ingegno e le cui tiranniche inclinazioni davano lo:o molto a sperare che sarebbe un potente antagonista del filosofo. 1 nemici di Dione si valsero della stessa opportunità per metterlo in sospetto, e riuscirono a farlo esiliare.
      Passò primamente in Italia e quindi in Grecia, dove ricevette grandissimi onori. Ma il tiranno cercò di amareggiargli l'esiglio, e presto gli confiscò gli averi, e costrinse la di lui moglie a sposare un altro. Non appena Dione ebbe ricevuto notizia di questi oltraggi, che risolvette di balzar Dionisio dal trono. Quantunque ne fosse sconsigliato da Platone, cominciò privatamente a far soldati, e finalmente ne radunò un numero di circa ottocento nell'isola di Zacinto, donde fece vela per la Sicilia. Approdatovi, trovò che Dionisio era in Italia, onde fu accolto con gran gioja dal popolo. Tornato poi quegli in Sicilia, fece alcuni inutili tentativi per racquistare il potere, ma dopo parecchie sconfitte dovette lasciare l'isola e ripassare in Italia. Dione però non godette lungamente dell'aura popolare fra i suoi concittadini, ma per opera di Eraclide, che alienò da lui gli animi del popolo, dovette lasciare la Sicilia. Vi fu poi richiamato, ma venne ucciso a tradimento, l'anno 354 avanti Cristo, in età di circa cinquantacinque anni, da Calippo, ateniese, che gli si fingeva amico. La sua morte fu pianta universalmente, e ad onorarne il coraggio e il patriotismo gli si eresse un monumento a spese pubbliche (Diod. Sic., \vi,6-20; Plut., Dione; Corn. Nep., Dione).
      DIONE Crisostomo (biogr.). — Figliuolo di Pasicrate, uomo ragguardevole di Prusa nella Bitinia, fu sofista e stoico, e per la bellezza del suo stile fu detto Crisostomo, cioè Bocca d'oro. Trovavasi in Egitto quando vi andò Vespasiano che era stato proclamato imperatore dal proprio esercito, e richiesto da lui di consiglio intorno al da farsi, gli suggerì di ristau-rare la repubblica. Soggiornò poscia per alcuni anni , a Roma, finché uno de' suoi amici, implicatosi in una congiura contro Domiziano, fu condannato a morte, ond'egli, temendo per se stesso, fuggi nel paese oggidì detto Moldavia, dove rimase sino alla morte del tiranno, e non avendo altro libro che il Fedone di Platone e l'orazione di Demostene intorno all' ambasceria.
      Assassinato Domiziano, le legioni acquartierate sul Dauubio stavano per ribellarsi, quando Dione sali su d'un altare, e parlamentò loro con tanta efficacia, ch'esse si sottoposero alla decisione del Senato. Fu quindi in gran favore presso Nerva e Trajano, e quando quest'ultimo trionfò dopo le sue vittorie sui Daci, durante la processione l'oratore sedette sul carro allato all'imperatore. Tornò poi nella Bitinia, dove passò il rimanente de' suoi giorni. Gli si mossero accuse di peculato e di tradimento, ma furono rigettate come insussistenti. Morì in età provetta, ma non si sa in quale anno. Il nome di Coccejano, che Plinio (Epist. x, 85, 86) dà a Dione, probabilmente è dovuto alla sua intimità coll'impe-ratore Coccejo Nerva. Abbiamo ottanta orazioni a lui attribuite, che sono assai bene scritte, ma di poco valore intrinseco. La miglior edizione n'è quella di Reiske, 2 voi. in-8°, Lipsia 1784.
      DIONE Cassio Coccejano o Coccejo (biogr.). — Figlio di Cassio Aproniano, senatore romano, nato a Nicea nella Bitinia intorno all'anno 155 dell'era volgare. Discendeva dal lato della madre da Dione Crisostomo, onde il nome di Dione. Però, sebbene dal lato materno fosse di stirpe greca, e sebbene adottasse ne' suoi scritti la lingua allora dominante nella
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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