Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIONISIO PERIEGETE - DIONISIO
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{lacttffjjLoì Ttepi -nj; {AijATqffEw?, ma l'originale è perduto, e solo ne rimane un sunto sotto il titolo di T«v xpffft;, in cui si discorre riciso dei poeti, storici, oratori e filosofi greci, che Quintiliano ha sovente copiato, e che Frotscher ha inserito nell'edizione del decimo libro de\Y Istituzione oratoria (Lipsia 1826); 'KmoraX^ itpòc rWov flo^Vov, lettera giustificativa delle critiche fatte intorno a Platone, che Pompeo aveva biasimate; ma vi ha mutilazione nell'ultima parte di essa, che probabilmente non è fattura di Dionigi: veggasi Loers, De Dionys. Hai. judiciode Platonis oratione et genere dicendi (Treves 1840) ; Ilepi tou 0ouxu5tòou ^ofpotxttjpo? x?l TO»V XotTtWV tou ouYYpa^eo? 'tótojfxarwv (Sul genio di Tucidide e sui tratti caratteristici del suo stile), trattato scritto a richiesta dell'amico Q. Elio Tuberone, cui fa seguito rispl xwv xou 0ouxu$tèou i$io>ul«twv (Sulle espressioni peculiari a Tucidide), opuscolo diretto ad Ammco. Una buona edizione dei tre ultimi trattati fu data da C. G. Krflger sotto il titolo : Dionysii historiogra-phica, id est epistola ad Cn. Pomp., Q. JEl Tuber. et Ammceum (Halla 1823); Ts/v/j fc-copix-?) {Dellarte oratoria). Opera in dodici, e secondo una diversa divisione in undici capitoli, senza alcun logico legame, e quasi messi insieme a caso. Sembrano appartenere a diversi scrittori ; però d'alcuni è sicuramente autore Dionisio, che, per testimonianza di Quintiliano (in, 1, § 16), scrisse un Manuale di rettorica. H. A. Scott ne ha dato un'edizione (Lipsia 1804) accompagnata da prolegomeni e note molto preziose.
Clemente Alessandrino e Suida {Strom., r, p. 320 ; 8. v. Aiowato?) menzionano un'opera storica di Dionisio intitolata Xpdvoi o Xpovixa, di cui non si conosce esattamente il soggetto. Fozio ne cita un ristretto (Bibl., Cod. 84), e Stefano Bizantino del pari sotto il titolo di 'Ktcixojjlvì (s. vv. 'Aptxeicc e KoptaXXct). Ma e l'opera e il ristretto, che probabilmente non erano lavori di Dionisio, sono perduti.
La grande opera cui il nostro autore consecrò vent'anni di assiduo lavoro e cui deve la sua rinomanza è, siccome abbiamo sopra toccato, 'Pwpaì'x^ 'Ap/atoXoYi'* (.Antichità romane), che Fozio appella tiroptxoì XRoma dai primitivi e mitici tempi fino all'anno 264 av. Cr., in cui comincia la storia di Polibio dalla guerra punica. I primi nove libri sono unicamente completi; del decimo ed undecimo hassi una gran parte ; degli altri nove possediamo frammenti ed estratti compresi nelle collezioni fatte per ordine dell'imperatore Costantino Porfirogenito, pubblicati dal dottissimo Mai da un manoscritto della biblioteca di Milano (1816, in-4°) e, l'anno seguente, a Francoforte. Mai credette dapprima che questi estratti fossero VEpitome di cui Fozio (BiblCod. 84) favella ; ma la sua opinione incontrò si vigorosa opposizione nel Ciampi (Bibliot. ltal.,vih, p. 225 ecc.), nel Visconti {Journal des Savans, giugno 1817), in Struve {Ueber die von Mai aufge-fund Stiiche des Dionys. von Balie., Konigsberg 1820), ed in altri, ch'egli ristampando gli estratti nella sua Script. Vet. Nova Collectio (n, p. 475, Roma 1827), fu obbligato nella prefazione (p. xvn) • di disdire la sua prima opinione, e convenire con Nuova Encicl. Itàu Voi.
1 critici che gli estratti erano avanzi di quelli del Porfirogenito dalle Antichità. In quanto al loro valore, è da vedere Niebuhr (Gesch. von Rom.). Un manoscritto della Vaticana fornì al Mai nuovi frammenti, e Richschl e Sauppe ne pubblicarono per la Biblioteca greca di A. F. Didot un'edizione più compiuta delle precedenti.
Il primo libro stampato di Dionigi furono le Antichità in una versione latina di Lapo Birago (Treviso 1480) da un eccellente manoscritto romano, della quale due seguenti edizioni furono date a Basilea (1532 e 1549). R. Stefano ne diede primo l'originale greco (Parigi 1546) unitamente ad alcuna delle opere rettoriche. La prima edizione completa delle Antichità congiuntamente agli scritti rettorici è quella di Sylburg (Francoforte 1586, e Lipsia 1691). Altra ristampa, ma poco lodevole, con cangiamenti di niun rilievo, fu fatta da Hudson (Oxford 1704,
2 voi. in-fol.). Di^gran lunga migliore si è quella di Reiske (Lipsia 1774, 6 voi. in-8°). Gros diede l'edizione di tutti i libri rettorici, due soli eccettuati (Parigi 1826, 3 voi. in-8°).
Francesco Venturi volgarizzò le Antichità (Venezia 1545), e susseguentemente Mauro Mastrofini (Roma 1812): e le opere minori ebbero altri volgarizzatori, tali che Manzi, Blandi, Tommaseo e Negri.
Vedi: Schulin, De Dionys. Hai. Jcistorico, precipuo historiee juris fonte (Eidelberga 1821) — An inquiry info the Credit due to Dionys. of Hai. as a Critic and Historian, nel Class. Journ. (voi. xxxiv) — Veste rman n, Gesch. d. Griech. Bereds. (§ 88) — Fabricio, Bibl. grcec. (iv, p. 382 ecc.).
DIONISIO PERIEGETE (biogr.). — Così soprannominato per un poema greco in 1186 versi esametri, intitolato rieftariffi; Trfi ossia Descriptio orbis terrarum. Non si sa nè dove questo Dionisio sia nato, nè dove vissuto. L'opinione più probabile per avventura è ch'egli fosse nativo di Bisanzio e appartenesse all'ultima parte del terzo o al principio del quarto secolo dell'èra volgare. Come poema la Pe-riegesi è di poco pregio, e come opera geografica non merita di essere letta. Il commento che yì fece Eustazio è degno di qualche attenzione per le.notizie di varia natura che vi sono sparse per entro. Di questo poema sonvi due versioni latine, una di Rufo Festo Avieno, e l'altra di Prisciano. Molte ne sono le edizioni, delle quali la migliore ed ultima è quella di G. Bernhardhy (Lipsia 1828, in-8°), nel primo volume dei suoi Geogr aphi grceci minor es.
Oltre la Periegesi, Eustazio attribuisce anche a Dionisio le opere seguenti : AtOtxà, 'OpviOtxa e Bowrxptxa ; quest'ultima è sovente citata da Stefano di Bisanzio.
Vedi Matthaei, Dissertata de Dionysio Periegeta (Missn. 1788).
DIONISIO (biogr.). — Tiranno d'Eraclea sull'Eusino, era figlio di Clearco che aveva assuntola tirannide nella sua patria, a cui era succeduto il figlio Timoteo. Morto quest'ultimo, Dionisio succede nella tirannide, intorno il tempo della battaglia di Clie-ronea, 338 av. Cr. Dopo la distruzione dell'impero persiano per Alessandro il Grande, Dionisio tentò ampliare i suoi dominii in Asia, ed avendo in qu^l mezzo alcuni esuli d'Eraclea supplicato Alessandro
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