Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (113/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      642
      DIONISIO (SAN) L'AREOPAGITA - DIONISIOdi ristabilire il governo repubblicano in Eraclea, Dionisio adoperassi, coll'ajuto di Cleopatra, sorella d'Alessandro, a frustrare questo tentativo. Morto Alessandro, gli esuli ebbero ricorso a Perdicca; ma Dionisio, collegatosi coi nemici di quest'ultimo, rimase per molti anni al possesso della sua tirannide, finche mori dopo avere assunto, a somiglianza dei generali sopravviventi di Alessandro, il titolo di re. Egli era pingue sì che non poteva cibarsi, ed era d'uopo introdurgli per mezzi artificiali il vitto nello stomaco. Dicesi fosse il più mite e giusto dei tiranni che mai vivessero, ed ebbe successore il figlio Zatra, e, dopo la costui morte, il secondogenito Clearco II.
      Vedi Diod. (xvi, 88 ecc.) — Aten. (xn, p. 549) — Memnon, ap. Phot., Cori. 224.
      DIONISIO (san) L'ÀREOPAGITA (biogr.). Vedi Dionigi (san) l'Areopagita.
      DIONISIO o DIONIGI (san) (biogr.). — Patriarca di Alessandria, dove nacque nel principio del iti secolo, detto perciò Alessandrino, cui san Basilio ed i Greci dànno il titolo di Grande, e che sant'Atanasio appella dottore della Chiesa cattolica. Abbracciata la religione cristiana, fu discepolo di Origene, e dopo di avere insegnato per parecchi anni catechesi nella scuola patria, venne innalzato, nel 248, alla sede patriarcale. Due anni appresso, nella persecuzione di Decio, fu relegato dal prefetto Sabino con altri fedeli alle frontiere della Libia, donde si ritirò in una solitudine ove restò celato sino alla fine della persecuzione (anno 251). Tornato alla sua sede, combattè gli errori dei Novaziani, e nella peste d'Alessandria, avvenuta in quel torno, la sua carità fu senza limiti.
      La persecuzione contro i cristiani essendo stata rinnovata dall'imperatore Valeriano l'anno 257,Emiliano, prefetto dell'Egitto, esiliò Dionigi nella Libia, ove convertì buon numero dei pagani in mezzo ai quali viveva. Avendo poi Galieno resa la pace alla Chiesa (260), il buon pastore si affrettò di rivedere la sua greggia, benché nell'esilio non l'avesse mai perduta di vista, come fanno fede due lettere pasquali ch'egli le diresse. Per l'eresia di Sabellio essendo insorte nella Chiesa non poche turbolenze religiose, Dionigi fece condannare il novatore in un Concilio tenuto in Alessandria l'anno 258, e scrisse in tale circostanza a papa Sisto II una lettera, della quale Eusebio ha conservato un frammento. I suoi nemici d'altra parte gl'imputarono un'erronea dottrina da lui non insegnata, ed egli si giustificò in un'Apologia a Dionisio vescovo di Roma, successore di Sisto IL
      Delle opere di questo patriarca, che morì in Alessandria l'anno 264, non rimangono che alcuni frammenti (la maggior parte dei quali si trovano in Eusebio e nella collezione di Galland, Bibliotheca Patrum, t. m, p. 481 ed in quella di Simone De Magistris, Roma 1790, in-fol.), coli'Epistola a Basi-lideì compresa tra gli antichi canoni della Chiesa greca. Si conserva pure una lettera di lui contro Paolo di Samosata, vescovo d'Antiochia, pubblicata in greco e latino, con chiose, da Francesco Turrieu (Parigi 1610 e 1624).
      Vedi Ostermeier, Dissertationes li de Dionysio, àlexandrino episcopo (Rostock 1735).
      DIONISIO IL PICCOLO (Exiguus) (biogr.). — Monacoscita che fu abate di un monastero in Roma sul principio del secolo vi, e morì intorno al 545. Fu detto il Piccolo per la picciolezza della sua statura, e fu assai commendabile per dottrina e pietà. È l'autore del calcolo degli anni dopo l'incarnazione di Gesfi Cristo, e formò un ciclo pasquale per proseguire quello di san Cirillo. 11 suo cómputo, che ora è in uso universale presso i cristiani, non fu pubblicamente adottato se non nell'vin secolo. Raccolse pure le leggi ecclesiastiche, cioè i cosi detti canoni apo stolici, i decreti dei Concilii favorevoli alle idee dei pontefici romani, e le lettere officiali scritte dopo il secolo ìv dai pontefici, che furono dette decretali. H porre queste lettere allato ai decreti dei Concilii, e per tal modo attribuire loro un'eguale autorità, andò siffattamente a verso dei pontefici, che la raccolta del Dionisio ottenne ben presto autorità di fonte riconosciuta di diritto canonico.
      Fu buono scrittore latino, e assai versato nel greco, da cui fece molte traduzioni. Tra le altre cose, tradusse anche la lettera di Proclo Costantinopolitano agli Armeni per autorizzare questa proposizione: Uno della Trinità ha patito; e vi aggiunse una prefazione per mostrare l'utilità di tale espressione contro i Nestoriani.
      Aggiungiamo il catalogo delle sue opere: CoUe-ctio sive Codex canonum ecclesiasticorum, pubblicata da Justel (Parigi 1628), e nella Biblioth. jur. can. (t. i, p. 97, ecc.) ; Collectio decr. pontificum rom. a Siricio ad Anastasium 77, data dal soprannominato ed inserta nella citata Bibliotheca (p. 181 ecc.); Epistola synodica sancti Cyrilli et Concilii alexan-drini adversus Nestorium, traduzione latina unita alle precedenti; Epistolapaschalis Proteriiad Leo-nem, traduzione latina, che trovasi con altre due lettere pascali a Petronio e a Bonifacio nell'appendice della Doctrina temporum del Petavio; Vita sancii Pachomii abbatis, traduzione latina, nelle Vitapatrum di Rosveyd (Anversa 1615-1623); Oratio de laudibus Deipara; Epistola de fide ad Armenos, et altera ad Domnum prò Alhanasio Perrhen. episcopo, tradotte dal greco in latino, ed inserite nell'edizione delle opere di Proclo per Vincenzo Richard (Roma 1630); Gregorii Nysseni de opificio hominis liber in duas div. homil., traduzione latina (Basilea e Colonia 1562 e 1573) e negli Analecta del Mabillon (t. 2, p. 1); Historia inventionis co-pili8 sancti Joannis Baptisiee a MarcéUo abbate grcece conscripta, traduzione latina, pubblicata dal Dufresne in fine del Tractatus de capite sancti Joannis Baptisiee (Parigi 1665); Cyclus pascalis annorum xcvir.
      DIONISIO (biogr.). — Assai numerosi sono i letterati di questo nome nella greca letteratura. Meursio ne raccolse prima una lista accresciuta da Jonsio (Hist. philos. scriptnr, 6, p. 42 ecc.) e da Fabricio (Bibl. grac., iv, p. 405), sì che al presente se ne annoverano oltre a cento. Ne registreremo alcuni dei più notevoli oltre i già nominati.
      1° Elio Dionisio, rettorico greco d'Alicarnasso, visse ai tempi dell'imperatore Adriano, era un valente musicante e scrisse alcune opere sulla musica e la sua storia. Credesi comunemente fosse un discendente del maggior Dionisio d'Alicarnasso, l'autore della romana archeologia. Null'altro è notot^iOOQLe


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (113/519)






Eraclea Dionisio Cleopatra Alessandro Alessandro Perdicca Dionisio Alessandro Zatra Clearco II Diod Cori Dionigi Areopagita Alessandria Alessandrino Basilio Greci Atanasio Chiesa Origene Decio Sabino Libia Novaziani Alessandria Valeriano Emiliano Egitto Dionigi Libia Galieno Chiesa Sabellio Chiesa Dionigi Concilio Alessandria Sisto II Eusebio Apologia Dionisio Roma Sisto IL Alessandria Eusebio Galland Bibliotheca Patrum Simone De Magistris Roma Epistola Basi-lideì Chiesa Paolo Samosata Antiochia Francesco Turrieu Parigi Ostermeier Dissertationes Dionysio Rostock Exiguus Roma Piccolo Gesfi Cristo Cirillo Concilii Concilii Dionisio Proclo Costantinopolitano Armeni Trinità Nestoriani CoUe-ctio Codex Justel Parigi Biblioth Collectio Siricio Anastasium Bibliotheca Epistola Cyrilli Concilii Nestorium Epistolapaschalis Proteriiad Leo-nem Petronio Bonifacio Doctrina Petavio Vita Pachomii Vitapatrum Rosveyd Anversa Oratio Deipara Epistola Armenos Domnum Alhanasio Perrhen Proclo Vincenzo Richard Roma Gregorii Nysseni Basilea Colonia Analecta Mabillon Historia Joannis Baptisiee MarcéUo Dufresne Tractatus Joannis Baptisiee Parigi Cyclus Jonsio Hist Fabricio Bibl Elio Dionisio Alicarnasso Adriano Dionisio Alicarnasso Aten Vedi