Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIORITE — DIOSCOREEtuoni, come agisce su tutti gli oggetti naturali, aggiunge alla loro trasparenza e al passaggio degli uni negli altri, e gli armonizza fra loro; l'impossibilità di sostituire il vago di una veduta lontana all'esattezza di un esame fatto da vicino ; finalmente j la mancanza di oggetti naturali che servano di paragone. Fra tutti i nostri sensi il più facile ad ingannare è la vista, non potendo quest'organo esercitare le sue funzioni senza incertezza. La dimensione, il colore, la distanza non possono essere determinati se non coll'ajuto del paragone; ora, questo ajuto manca nel diorama, dove il quadro assorbe solo i raggi visuali, e dove la natura non si scorge accanto in concorrenza coli'imitazione. Aggiungasi che Da-guerre, eccellente pittore scenico, univa a questi mezzi d'illusione quelli di un'esecuzione maestra, della cognizione degli effetti e della verità del colorito.
      I primi quadri esposti al Diorama in Parigi furono l'interno della cattedrale di Cantorberì e la valle d'Unterwalden. Yi si videro successivamente San Pietro in Vaticano, una vista della Foresta Nera, l'inaugurazione del tempio di Salomone, ecc.
      Nel 1823 si apriva un Diorama a Londra, e in breve se ne stabilivano altri nelle primarie città dell'Europa.
      DIORITE (tniner. e geol.). — Nome di una roccia che da Brongniart è anche chiamata diabase, e che i tedeschi dicono griinstein. Essa è essenzialmente composta di antibolo laminare e di feldispato, ordinariamente biancastro e compatto ; vi s'incontrano disseminati quarzo, mica, granato, epidoto, solfuro di ferro, un po' di titano e qualche volta alcuni altri minerali. La sua tessitura è talvolta granulosa, come nella diorite granitoide che trovasi frequentemente nelle vicinanze di Nantes e nel paese dei Yosges ; tal altra è stratiforme, come nella diorite schisioide; ovvero la roccia è sparsa di cristalli di feldispato compatto, ciò che costituisce una varietà detta diorite porfiroide; finalmente la bella pietra conosciuta col nome di granito orbicolare di Corsica, di cui 6i fanno vasi ed altri oggetti d'ornamento, è ancora una varietà di diorite che dicesi orbicolare a motivo dei circoli di antibolo che vi alternano con circoli di quarzo, e ne formano la bellezza per il loro numero e la loro regolarità.
      La diorite era molto stimata dagli antichi, e ne fanno fede parecchi monumenti dell'Egitto. Alcune varietà sono capaci di bellissimo pulimento.
      La diorite costituisce intiere montagne a letti molto elevati nei detti paesi di Nantes e dei Vosges ; trovasi in certe località interposta ai graniti, ciò che indica un'origine contemporanea delle rocce granitiche ; e s'incontra alcuna volta in terreni di un'origine meno antica.
      DIORTONTI (letter.). — Nome dato ai primi editori critici di Omero. La prima Biortosi fu fatta dal poeta Antimaco nel v secolo av. Cr. Succedettero quelle d'Ippia, di Aristotile, di Anassarca, di CaHistene, ecc.
      DIORTOSI (chir.). — Raddrizzamento delle anchilosi e di altre deformità delle membra.
      DIOSCOREA (Bioscorea) {hot.). — Genere di piante dedicato a Dioscoride, appartenente nel sistema sessuale alla dioecia esandria, secondo Linneo, all'esandria triginia, secondo Sprengel, e che nelmetodo naturale forma il tipo della famiglia delle dioscoree stabilita da Roberto Brown; il qual genere distinguesi per i seguenti caratteri: tre stili cogli stimmi semplici; cassula compresso-trigona; semi alati.
      Questo genere comprende circa quarantacinque specie, tutte esotiche , native la maggior parte delle due Indie, alcune dell'Australia, e che sono piante monocotiledonie, munite la maggior parte di radici tuberiformi, fusti erbacei o fruticanti, girevoli; foglie alterne, talvolta opposte; fiori piccoli, disposti a spighe od a grappoli ascellari.
      Parecchie specie di questo genere sono da tempo immemorabile coltivate in varie parti dell'Asia e dell'America, in grazia delle loro radici comestibili, conosciute sotto il nome volgare d'igname, col qual nome però vengono eziandio indicate in Egitto le radici dell'aro colocasia. La specie di dioscorea che maggiormente interessa è la dioscorea alata L., le cui foglie sono opposte, cuoriformi, acuminate, con sette nervi rossi; fusti lunghi due metri e più, quadrangolari, muniti a'loro angoli di membrane rossiccie, crespe; fiori gialli, disposti a grappolo. Questa specie è assai comune in tutte le isole della Polinesia; la sua radice è lunga parecchi metri, nericcia o violacea o rossiccia esternamente, bianca e farinosa internamente, semplice o digitata o palmata, storta e di superficie irregolare, quasi affatto inodora, di sapore dolce e scipito od alquanto acre, secondo la natura del suolo ; del peso di quattordici sino a venti chilogrammi.
      Questa radice forma il principale alimento di molte nazioni americane, per le quali fa le veci del pane, onde ne apprezzano l'importanza a segno, che ne celebrano la ricolta con una festa solenne. Mangiasi bollita nell'acqua, o cotta al vapore o sotto le ceneri; è assai nutritiva, di facile digestione, e dicesi migliore del pomo da terra.
      La coltivazione dell'igname è facilissima ; lavorata profondamente la terra, prima della stagione piovosa, vi si seppelliscono a poca profondità ed a convenienti distanze pezzi di radice muniti di un occhio, da ognuno dei quali spuntano novelle piante, che dopo sei od otto mesi producono ciascuna tre o quattro radici.
      Alcune specie di dioscorea, principalmente la B. sativa L., trovansi coltivate nei giardini come oggetto di curiosità, non già per ornamento, nè per prodotto comestibile.
      DIOSCOREE (Bioscorece) (hot.). — Piccola famiglia stabilita da Roberto Brown a spese della famiglia delle asparaginee di Jussieu, collocandovi quei generi nei quali l'ovario è inferiore, i fiori sono dioici ed il frutto è una cassula. A. Richard, adottando questo nuovo gruppo, lo ha esteso comprendendovi tutte le asparaginee a ovario inferiore, siano i loro fiori ermafroditi od unisessuali, ed il frutto secco o carnóso.
      Le dioscoree sono piante ordinariamente sarmen-tose e scandenti. Le loro foglie sono alternate, talvolta opposte, coi nervi irregolarmente ramificati. ! L'ovario inferiore è aderente con un calice (perigonio), il cui lembo è diviso in sei lobi eguali. Gli , stami, in numero di sei, sono liberi o raramente k monadelfi, colle antere introrse. L'ovario è a tre
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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