Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIOSPOLI - DIOTTRICA V
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      descritta è quella che somministra l'ebano propriamente detto, e di migliore qualità. Sono pure assai apprezzati i legni di altre specie del genere diospyros, principalmente quello del diospyros ébena-ster Retz, che dicesi affatto simile al vero ebano; forse questa specie non è diversa dalla precedente, sebbene vogliasi distinta per le gemme glabre, le foglie ovali-oblunghe, ottuse, più pallide inferiormente, non che per il luogo in cui nasce, cioè le selve dei dintorni di Calcutta.
      Dlospiro kaki (Diospyros kaki L. fil.). — Piccolo albero a rami numerosi, quasi eretti, colla corteccia liscia, di color bruno carico. Questa specie è nativa del Giappone e della Cina settentrionale, e viene spesso coltivata nell'Asia meridionale pei suoi frutti, assai migliori di quelli delle altre specie congeneri, e che trovansi in commercio sotto il nome francese di fìgues caques ; coltivasi eziandio in Europa, nelle regioni meridionali in piena terra, nei paesi meno caldi in casse che ritiransi nell'inverno in stanzone ; si moltiplica mediante innesto a spacco o per approssimazione sul diospiro loto; vuole terra fertile e leggera. Si conosce una varietà a foglie cuoriformi ed un'altra a foglie glabre e frutti della grossezza d'un uovo di piccione.
      DIOSPOLI (geogr.). V. Lidda.
      DIOSSINDOLO (chim.). — Nome dato da Bayer ad un prodotto di riduzione dell'isatina.
      DIOTA (metroil.). — Misura per i liquidi, degli antichi Greci, che valeva la metà del metretcs, ossia litri 19.142.
      DIOTIlfA (biogr.). — Sacerdotessa di Mantinea e celebre maestra di Socrate. Platone reca nel Simposio (pag. 201) le sue opinioni sulla natura, l'origine e gli obbietti della vita, le quali formano in effetto il nucleo di questo dialogo. Alcuni critici credono che l'istoria di Diotima sia una mera invenzione di Platone; mentre altri inchinano a credere abbiavi in essa un qualche fondamento storico almeno. Gli scrittori greci posteriori chiamano Diotima sacerdotessa di Giove Liceo, e soggiungono che fu sacerdotessa pitagorica, e dimorò per qualche tempo in Atene (Lucian., Eunuche 7 ecc.; Ast, Lében und Schriften Platos, p. 313).
      DIOTISALVI (biogr.). — Architetto del xn secolo, che, sebbene poco noto e non menzionato dal Vasari, fu nondimeno uno dei pochi che contribuirono a far risorgere le belle arti e l'architettura in Italia. Non si sa il luogo della sua nascita, ma il nome dà quasi certezza ch'egli fosse italiano. Tiraboschi lo vuole di Pisa, e l'autore delle Lettere sanesi propende a credere, per semplice supposizione, che fosse originario di Siena e della nobile famiglia Pe-troni. Fioriva alla metà del secolo xir, tempo in cui edificava in Pisa il battisterio, monumento dei più belli e meglio concepiti di quell'epoca ed anche di qualche secolo posteriore. Sul primo pilastro a dritta, entrando nel battisterio, leggesi da una parte :
      MCL111 mense Aug. fundata fuit hcec ecclesia e dall'altraDiotisalvi magister hujus operis.
      , Buschetto aveva inalzato nel secolo precedente la magnifica cattedrale, che diede un impulso generale verso il buon gusto nell'architettura, e Dio-
      tisalvi cominciò un altro tempio nel 1153 (stile pisano) ; ma interrotta la costruzione per difetto di denaro, i cittadini si sottoposero ad una contribuzione volontaria di un denaro o di un soldo d'oro per ogni famiglia, e trovandosi di 34,000 il numero dei contribuenti, l'opera fu ben presto compiuta.
      Gli architetti non istudieranno mai troppo i monumenti di quell'epoca, specialmente quelli di Pisa e Santa Maria del Fiore in Firenze, per osservare il passaggio dallo stile bizantino al classico. 11 nome di Diotisalvi merita di andare unito a quelli di Buschetto, di Arnolfo di Lapo e di Andrea Pisano, veri restauratori dell'architettura ( V. questi nomi).
      Vedi : Moirona, Pisa illustr.— Cicognara, Storia della Scultura.
      DIOTTRA. V. Dloptra.
      DIOTTRICA (da $mé, a traverso, e da ^Topai, vedo) (fis.). — È quel ramo dell'ottica che indaga i fenomeni della luce che attraversa i corpi ponderabili. In quella guisa che all'articolo Catottrica stanno esposte le principali dottrine della riflessione della luce, esporremo nel presente quelle che concernono la riflessione della stessa attraverso i corpi. Non potremo in esso estenderci a tutte le particolarità relative ai diversi punti di questo ramo di scienza, per i quali il lettore dovrà ricorrere agli articoli speciali che verranno citati: ma procureremo di esporre succintamente i fenomeni e le dottrine fon- ; damentali della diottrica, mercè le quali possa egli avere sicura guida per l'intelligenza di ogni altro argomento discendente da questo.
      Effetti della rifrazione. — Non vi ha chi non abbia fin dalla fanciullezza osservato con curioso interesse l'apparente inflettersi che fa una verga quando venga immersa obliquamente per certa parte nell'acqua; e così pure è noto il fenomeno che presenta un corpo caduto che sia al fondo di un liquido, il quale, mirandolo obliquamente, sembra rialzato. Altrettanto noti sono i fenomeni dei diversi colori e degli spostamenti che offrono i corpi all'occhio che li osservi attraverso le faccie inclinate di un poliedro trasparente, come sarebbero quelle di un frantume di cristallo. Tutti questi fenomeni ed altri mille sono dipendenti dalla rifrazione della luce, per la quale un raggio di luce bianca naturale od artificiale passando obliquamente da un mezzo ad un altro di natura differente, devia dalla propria direzione non solo, ma ben anche scomponesi nei diversi raggi colorati (V. Acromatismo e Dispersione). La rifrazione adunque non è altra cosa che la deviazione od il cangiamento di direzione che soffre la luce passando da un mezzo ad un altro, come a dire dal vetro all'acqua, dall'aria al vetro, e viceversa. E siccome ciascuno dei sette raggi luminosi viene rifratto in diverso grado, ne nasce pure la separazione dei colori, quale accennammo, e quindi il bisogno di mettervi riparo in tutti gli stromenti diottrici in cui si miri a deviare la luce senza alterarla nella sua composizione, quali sono le Lenti, i Cannocchiali, i Microscopi!, ecc. (V.).
      Leggi generali della rifrazione. — Le leggi della rifrazione si riducono alle due seguenti: 1° il piano di rifrazione coincide con quello d'incidenza; 2° il rapporto dei seni di incidenza e di rifrazione è costante per lo stesso mezzo. Per far intendere let^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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