Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIOTTRICAavviene che ogniqualvolta si foggi il pezzo di vetro per modo che il raggio luminoso al punto di emersione si abbatta in una faccia inclinata per circa 41° colla direzione del raggio stesso, questo non potrà emergere e subirà la riflessione totale. È noto come con un cilindretto di cristallo terminato ad una sua estremità da un piano perpendicolare alleasse, ed all'altra da un piano inclinato al grado suddetto, si possa mirare il vivo sole impunemente, collocando inverso all'occhio la faccia inclinata; fenomeno dovuto alla riflessione totale.
Fenomeni generali dei prismi. — Diremo del prisma e dei fenomeni cui dà origine soltanto ciò che strettamente si collega colle teorie generali della diottrica; il rimanente delle dottrine verranno esposte agli articoli Prisma e Spettro luminoso. In-tendesi per prisma ottico un mezzo diafano, due delle cui faccie siano piane ed inclinate fra loro. Quando si collochi questo poliedro per modo che lo spigolo formato dalle due faccie riesca superiormente, guardando un oggetto qualunque attraverso le dette faccie lo si vede alterato in due guise: l°la sua posizione è spostata e vedesi come se fosse stato rialzato; 2° esso si veste dei colori dell'iride segnatamente verso i suoi margini orizzontali. Con altra maniera di sperimento si può ottenere, mediante il prisma, il così detto spettro solare o luminoso. Si faccia entrare un fascio di luce solare nella camera oscura, oppure per un forellino praticato nella finestra di una stanza, e raccolgasi il fascio su l'una delle due faccie sopra citate del prisma. Dalla parte opposta a certa distanza pongasi un diaframma qualunque, e su d'esso vedrassi apparire una striscia alquanto allungata nella direzione perpendicolare allo spigolo del prisma, e formata dei sette colori, rosso, ranciato, giallo, verde, bleu, indaco e violetto. Detta striscia, che costituisce lo spettro solare, è pure spostata dalla direzione del raggio di luce che cade sul prisma, e riesce abbassata quando lo spigolo sia posto superiormente, o, viceversa, viene rialzata quando lo spigolo sia posto inferiormente, e così per ogni altra direzione che si dia al prisma. Da questi fatti risulta che la luce che attraversa un prisma viene dallo stesso rifratta, dando origine a tutti i fenomeni diottrici che si osservano quando la luce stessa passa obliquamente da un mezzo ad un altro di differente densità. Se non che nel caso del prisma i fenomeni si fanno più palesi e direm pure spettacolosi al paragone dei primi. Ciò dipende dalla natura del prisma, in cui si hanno due faccie inclinate, e per le quali la luce soffre due volte la refrazione, l'una nell'immergersi nella sostanza del prisma, l'altra nell'emergere dalla stessa per ripassare nell'aria od in altro mezzo in cui si sperimenti. La figura 15 della Tavola citata fa toccare con mano la via seguita da un raggio luminoso eZche attraversi un prisma asa'. Di fatto il raggio incidente li deve rifrangersi una volta avvicinandosi al prolungamento della perpendicolare ni penetrando nel prisma, indi una seconda nell'uscirne in ir allontanandosi dalla perpendicolare «'*'. Questo doppio effetto concorrente ad aumentare la deviazione del raggio nello stesso senso dà al prisma i risultati particolari di cui è capace (V. Prisma, Rifrazione, Rifrazione [indice di], Spettro solare).
Proprietà generali dette lenti. — Le lenti sono corpi diafani che godono della proprietà di rifrangere la luce, ossia di aumentare o di diminuire la convergenza dei fasci luminosi che le attraversano. La teoria delle lenti e l'annovero delle loro immense applicazioni spettano alli articoli Cannocchiali, Lenti, ecc. ; ora basterà far intendere per qual r&* gione le lenti agiscano quali strumenti diottrici rifrangendo la luce in varie guise. Ognun conosce come sia formata una lente e quali siano le sue principali modificazioni, che risultano dalle varie combinazioni di superficie convesse, concave e piane. In ognuna di tali combinazioni è facile dare alla lente l'interpretazione di un relativo prisma che essa rappresenta. A cagion d'esempio, la lente con-vesso-convessa risulterebbe da un prisma ravvolto per la sua base attorno ad un asse perpendicolare allo spigolo ; ed al contrario la lente concavo-concava figurerebbe un prisma ravvolto per lo spigolo attorno ad un asse perpendicolare allo stesso. Richiamando quindi alla mente le già e-poste proprietà del prisma, se ne possono facilmente dedurre quelle delle lenti, le quali se sono convesse deviano i raggi luminosi per modo da convergerli inverso al centro od asse della lente, e se sono concave, al contrario, li deviano in modo da allontanarli dal detto asse. Nel primo caso la convergenza dei raggi dà l'immagine reale al punto di rincontro detto Toco (V.), ed in quello di divergenza l'immagine riesce ideale ed in direzione opposta alla prima, cioè da quella stessa parte d'onde proviene la luce.
Non dovendoci dilungare nell'argomento delle lenti oltre allo scopo, quello cioè di dimostrarle stronfienti diottrici, ossia rifrattivi, ci limitiamo a ricordare che esse dànno luogo a tutti i fenomeni dipendenti dalla rifrazione, quindi alla deviazione dei raggi, alla dispersione dei fasci, alla colorazione degli oggetti, ecc; (V. Acromatismo, Cannocchiali, Dispersione, Lenti e Mlcroscopil).
Riassunto. — Dalle esposte cose intorno alle leggi generali delia rifrazione o fenomeni diottrici ridonda facile l'interpretazione di un gran numero di fatti che tuttodì ci si affacciano anche fra la sbadataggine della vita comune. Già accennammo a quei due della verga che apparisce inflessa immergendola obliquamente in un liquido, e di un corpo qualunque come una moneta, che pare rialzata sommergendola pure in un liquido. Avvertasi per poco alla legge della rifrazione che soffrono i raggi passando dall'uno all'altro mezzo, e si troverà la spiegazione del fenomeno. Di fatto i raggi passando dall'acqua all'aria si ripiegano allontanandosi dalla perpendicolare, e quindi entrando nell'occhio dell'osservatore con minore inclinazione, questo dovrà giudicare l'oggetto rialzato o ripiegato di basso in alto nel caso della verga. 11 sole e la luna appajono men luminosi e deformati* ossia schiacciati d'alto in basso quando si mostrano sull'orizzonte, perchè appuntò allora i raggi che da essi dipartono attraversano la nostra atmosfera nelle condizioni di un prisma; quindi è che soffrono nel più alto grado la refrazione e la dispersione. Così pure quegli astri appaiono alla vista innanzichè realmente sorgano dall'orizzonte, in causa dello inflettersi che fanno i raggi luminosi d'alto in basso. L'arco baleno è prodottot^iOOQLe
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