Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIPLOMA — DIPLOMATICADIPLOMA (archeol., diplom. ed amm. pubbl.). — Parola derivata dal verbo greco SiteXóo>, io duplico o piego in due, la quale propriamente significa una lettera od epistola piegata in due per la metà e conseguentemente non aperta. Ma in tempi più moderni questo nome è stato dato a tutte le antiche epistole, lettere, monumenti lctterarii, pubblici documenti, e a tutti quegli scritti che gli antichi chiamavano syngrapha, chirographa^codicilli e simili.
Nel medio evo e negli stessi diplomi questi scritti vengono chiamati literce, prcecepta, placita, chartce, indiculce, sigilla e bull ce, come pure pan chartce, pantochartce, tractorice, descriptiones, ecc. Gli originali di queste carte sono appellati exemplaria o autografila, chartce authenticce, originalia, ecc., e le copie apographa, copi ce, par ti cui ce, ecc. Le collezioni che se ne fecero si dissero chartaria e chhr-tuiia. Il luogo in cui qneste carte e documenti erano conservati portava'presso gli antichi i nomi di scrinia, tabUlarium, ecc. Plesso i Greci chiamossi archfiion (àp/sTov), donde la parola archivium dei Latini, passata in molte delle lingue moderne. L'arte di distinguere i diplomi veri dai falsi prende il nome di Diplomatica (V.).
Nel suo senso più speciale ed ordinario, diploma significa un documento sottoscritto e sigillato, col quale si conferiscono certi diritti, privilegi, dignità e simili. Così si suol chiamare particolarmente diploma quell'attestato d'idoneità che viene rilasciato da un'università e col quale si conferisce un grado accademico.
Diplomi furono anchq nominate le lettere e le concessioni dei sommi pontefici, le quali in seguito, pel sigillo in piombo o in cera di forma circolare, ebbero il nome di bulla, bolle. Oltre a ciò che si ha nell'articolo Bolla, il lettore che amasse d'essere istruito intorno a molte cose che riguardano i diplomi pontificii, potrà consultare Mabillon (De re diplomatica), Marini Gaetano (Papiri diplomatici), Marini Marino (Diplomatica pontificia), Maffei (Storia diplomatica).
DIPLOMÀTICA (crit.). — Questa scienza si occupa dello studio dei documenti scritti che sono stati spediti in un modo solenne e accompagnati da una dichiarazione formale a fine di stabilire la realtà , di alcuni diritti o di alcuni fatti, e lasciarne una prova autentica alla posterità. Siffatti documenti portano vani nomi, come carta, diploma, islro-mento, monumento, titolo, ecc. La diplomatica insegna a leggerli, a comprenderli, e massime a conoscerne l'autenticità o la falsità, l'integrità o l'alterazione. Essa è utile pertanto all'uomo di Stato, al giureconsulto, allo storico e a tutti coloro cui per interessi pubblici o privati, ovvero per proprio ammaestramento, occorre di far uso di questi documenti. Questa scienza ebbe la sua culla in Italia, perciocché il Petrarca è stato il primo a segnare la via agli altri nella critica e nell'arte di discernere i diplomi veri dai falsi. Il Sigonio è anch'esso particolarmente benemerito della diplomatica. Non diremo ch'egli la riducesse a certe leggi e a generali principii ; ma seppe usarla sì saviamente, seppe accennarne i vantaggi per tal maniera, da destare universale fervore negli eru- ! diti per sì fatti studii. Ma si fu nella prima metà
del xvu secolo che cominciossi ad attendere di propòsito a ricerche diplomatiche. Tra i dotti che^prirai ne fecero conoscere l'importanza, distinguonsi Zil-lesio, Benj. Leuber e Cortring. In mezzo alle discussioni cui presero parte questi dotti e alcuni altri, si pubblicò, nel 1675, il primo saggio, ancor molto imperfetto, a dir vero, di una diplomatica di cui era autore Papebrochio, gesuita d'Anversa. Questo scrittore propose regole per apprezzare il merito dei diplomi; e siccome queste regole erano rigorose, gli si attribuì l'intenzione di volere per tal modo annichilare le pretensioni dei Benedettini e dei Carmelitani, pretensioni che fondavansi specialmente su titoli antichi. Checché ne s:a, certo è cho quest'opera fn d'impulso ai Benedettini a studiare diligentemente la diplomatica, e sei anni dipoi, nel 1681, il P. Mabillon cominciò a pubblicare la sua opera De re diplomatica libri VI (Parigi, in-fol.), ch'è la prima in cui trattisi questa scienza in tutta la sua estensione, e se ne stabiliscano le basi sopra solidi fondamenti. Nel 1704 l'autore vi aggiunse un Supplemento. La diplomatica ebbe ben presto partigiani e avversari in tutti i paesi d'Europa, e lo studio che se ne fece diede origine a varie opere importanti, e tra le altre al Chronicon Gottwicense (1732), nel quale si distinsero per la prima volta in intrinseci ed estrinseci i caratteri per cui riconosconsi i diplomi autentici. I primi applicansi al contenuto del diploma, alla lingua, alle forinole, insomma a tutto ciò che si deve ritrovare nello scritto; gli altri alla forma del diploma, alla scrittura, all'ortografia, agli ornamenti, ai sigilli, ecc. Si fecero varii compendii del Chronióon infino alla pubblicazione del Nouveau traité de di-plomatique dei due benedettini Toustain e Tassin, in 6 voi. in-4°, ornato di cento rami, stampato dal 1740 al 1765. In quel torno Heumann pubblicava i suoi preziosi Commentarii de re diplomatica regum et imperatorum ^ermawtcorMm (Norimberga 1745-49), e mostrava vittoriosamente l'utilità della diplomatica per la storia politica, religiosa e letteraria. Alla fine del xviii secolo G. Cr. Gatterer cercò di sottomettere questa scienza a un ordine più sistematico, e ne fece tre parti distinte, che designò coi nomi di grafica, semeiotica e formolare. Oggetto della prima era lo studio della scrittura, della seconda quello dei segni, e della terza quello delle formole usate nelle varie specie d'atti, ecc. Il sistema di Gatterer venne adottato da Schwabe, Oberlin, Schwartner e Mereau. Ma questo sistema, per quanto razionale appaja a primo aspetto, non rispondeva ai bisogni della diplomatica, come nep-pur quello di Schoenemann, che la distingue in interna ed esterna, secondo ch'essa si occupa del contenuto o della forma dei documenti. Infatti la diplomatica essendo una scienza essenzialmente stromentale, sarà sempre studiata per lo scopo speciale che uno si propone, piuttosto che per se stessa, e per conseguenza si deve aver riguardo a questa circostanza nella divisione cui si Vuole sottoporre. Quindi è che noi riguardiamo come più semplice e più naturale quella che la distingue iti generale e particolare. La diplomatica generale occupasi dei titoli in genere, dei loro caratteri ììt* trinseci ed estrinseci, della loro spedizione, dellat^iOOQLe
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