Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIPLOMAZIA
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loro conservazione negli archivii, ecc. La diplomatica particolare si occupa dei titoli considerati in relazione al loro oggetto, vale a dire dei titoli politici, canonici, giuridici, domestici e personali. La diplomatica generale dovrebbe ancora suddividersi in antica e moderna, giacché esistettero documenti sin dal tempo in cui cominciò ad essere in uso la scrittura. Gli Egizii, i Fenicii, i Babilonesi, i Persi, gli Ebrei, i Greci, i Romani e tutti gli antichi popoli inciviliti ebbero scritti pubblici, gli hanno conservati in archivii e se ne sono giovati per la loro storia, per la loro giurisprudenza, pei loro interessi politici. Ma siccome i diversi documenti provenutici dall'antichità non sono gran fatto studiati se non dai filologi e dagli storici, e d'altra parte
1 punti di contatto dello studio di questi antichi titoli con quello dei manoscritti, delle medaglie e delle iscrizioni si moltiplicano ogni giorno più, ne venne che da questa massa di documenti e dalla necessità di studiarli insieme e per mezzo di reiterate comparazioni nacque una scienza a parte, che viene designata col nome di Paleografia (V.). Adunque il nome di diplomatica sarà più specialmente applicato allo studio delle carte, dei titoli, dei diplomi, in una parola, di tutti i documenti destinati a stabilire, a provare e a guarentire diritti pubblici o privati, civili o canonici.
Oltre alle opere già citate in fatto di diplomatica, meritano particolare menzione la Cluvis diplomatica del Baringio (Hannover 1754, 2 voi. in-4"); il Lexicon diplomaiicum del Walther (Gottinga 1745-7,
2 voi. in-iòl.) ; 1Ristoria diplomatica del M. Scipione Maffei (Mantova 1727, in-4°); il Diclionnaire rai-sonné de diplomatique del benedettino D.de Vaines (Parigi 1774,2 voi. in 8°) ; il Ver sudi tines vóllstun-digen Systems der allgemeinen besondtrs dltern Diplomatile di Schcenemann (Gottinga 1802, in-8°). Finalmente accenneremo le istituzioni diplomatiche e il Codice diplomatico del P. Angelo Fumagalli (V.), prime opere in tal genere che fossero pubblicate in Italia. Le Istituzioni furono accolte con applauso grandissimo da tutti i dotti nazionali e forestieri ; e un giornale letterario di Parigi Je esaltò con somme lodi, chiamando quest'opera classica vera-niente, e raccomandandola a tutti i bibliofili ed a tutte le biblioteche. Il Codice diplomatico poi fu mandato in luce dopo la morte dell'autore dall'abate Amoretti con dotte illustrazioni.
DIPLOMAZIA (polit.). — JS'el suo senso più ristretto significa l'arte di condurre negoziazioni o comporre trattati tra nazione e nazione per mezzo dei ministri esteri o per mezzo di carteggio; ma nel suo più esteso significato essa comprende la scienza del negoziare con gli Stati stranieri, prendendosi per fondamento il diritto pubblico, gli obbl ghi positivi, o una giusta considerazione degl'interessi di ciascuna parte. Intorno a questo soggetto crediamo di non poter far meglio che di raccogliere alcune osservazioni dell'introduzione del Manuel diploma-Uque di Martens, in cui vien dato un distinto ragguaglio dell'importanza della diplomazia e de' suoi oggetti principali. La diplomazia, dice questo valente statista, occupa uno dei primi posti fra le scienze utili. Nello stato presente del mondo, il destino delle nazioni dipende in gran parte dalle Nuova Encicl. Ital. Voi.
loro mutue relazioni, e queste sono alla loro volta regolate e determinate dalla natura della loro politica fore8tieia, cioè dal successo con cui sono stati coltivati e applicati i principii di questa scienza. La diplomazia abbraccia: 1° il diritto delle genti, da cui vengono determinate le relazioni di uno Stato coll'altro cosi in pace come in guerra; 2U i principii politici degli Stati individuali dedotti dai loro peculiari interessi, e una conoscenza del modo con cui questi interessi si possano conciliare e far servire al diritto delle genti; 3° la cognizione dei privilegi e dei doveri degli agenti diplomatici; 4° la eondotta delle negoziazioni, ossia il corso da tenersi nel trattare gl'interessi dei diversi Stati; 5° la statistica morale e tìsica di ciascun potentato; 6° la storia politica e militare degli Stati aventi relazioni diplomatiche: e i disegni, la tendenza e la politica dei loro rispettivi governi; 7° i varii sistemi di governo, di supremazia, di concessione, di ritenzione, di equilibrio, di centralizzazione, di confederazione, ecc. che possono mettersi in esecuzione; 8° l'arte del comporre dispacci diplomatici. A questa molteplice copia di cognizioni i diplomatici dovrebbero accoppiare le facoltà del calcolo e del-f applicazione peculiare a menti gagliarde, il tact des convenatices, che può sentirsi ma non esprimersi, la circospezione, la destrezza e una perfetta integrità. L'unione di queste varie qualità procurerà al diplomatico una sagacia, una rettitudine e una franchezza che presto o .tardi gli assicureranno un ascendente sugli animi altrui, e daranno gran peso .alle sue opinioni. È da notai e che la diplomazia di ogni nazione va più o meno soggetta alle casualità, come sono la versatilità inseparabile dalle faccende umane, la mutabilità e le passioni dell'uomo e l'incertezza degli eventi. Oiti acciò una morte imprevista, un cambiamento di miuisteio, disegni piodi-torii, un falso calcolo, il bioglio, sono tante cause che possono mutare la politica o il corso di un governo, e questo opererà più o meno sopì a ogni altro governo, secondo la sua maggioie o minore influenza. A tutto questo aggiugnesi che se alcuno dei potentati nudrisse disegni ambiziosi, la diplomazia si fa anche più intralciata e difficile, e ogni Stato desidera di essere protetto conti o la tempesta che si crede imminente. Seuzachè, dobbiamo notare che i disegni di un governo, per quanto saggiamente ordinati, sono molte volte riusciti a male o per colpa di persone subordinate, o perchè coloro cui n'era affidata l'esecuzione applicarono male o non bene inteselo le istruzioni dei loro superiori. Dal sin qui detto apparirà chiaro che nella diplomazia si formano assai volte falsi giudizii sul merito di disegni originali, pigliando solo argomento dai loio i isultamenti. Il diplomatico va naturai inente libero da ogni responsabilità quanto alle operazioni frammiste agli avvenimenti della guerra; e non entra mallevadore se non dell'esito de' suoi disegni accompagnati dalle condizioni sotto cui egli li ha proposti. Un diplomatico di mediocie capacità, se è favorito dalle circostanze, può fare assai più che l'uomo d'ingegno superiore, il quale abbia a lottale coll'avversa fortuna; ma questa differenza di esito non toglie uè aggiunge alla rispettiva loro abilità, e chi ne conosce le circe stanze sa benissimo farVII. 42
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