Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIPLOPIA - DIPODIAdistinzione tra sagacia ed eventualità. La diplomazia è stata sostanzialmente praticata fin da quando il genere nmano si ordinò in Istati indipendenti ; ma sarebbe difficile il fissare il tempo in cui siasi cominciato a far uso di questo termine. Si vuole però che il sistema di resistenza regolare e non interrotta di ministri esteri alle Corti d'Europa, in tempo di pace, abbia avuto origine al tempo del cardinale di Richelieu. Prima d'allora eransi solo mandate ambascerie in occasioni speciali, ma accompagnate da pompa e seguito assai maggiore che non usasi oggidì; mentre gli essenziali affari di Stato venivano trattati da agenti di basso grado. Secondo- i regolamenti del Congresso di Vienna, gli agenti diplomatici dell'Europa sono presentemente disposti nell'ordine seguente: 1° ambasciatori; 2° inviati straordinarii e ministri plenipotenziarii; 3° ministri residenti ; 4° incaricati d'affari ; 5°segretarii di legazione, e addetti. Questi ultimi però non hanno alcun preciso carattere diplomatico, e solo per cortesia si considerano come facienti parte della legazione.
      Tra le migliori opere intorno a questo importante soggetto si vogliono specialmente accennare il Traiié complet de diplomale, ou Théorie gétiérale des rela-tions cxtérieures des Puissances de VEurope del conte de Garden (Parigi 1833, 3 voi. in-8°) ; e L'Atnbassadettr et ses fonctions di Wicquefort (1746, 2 voi. in-4°). Vedi pure : Manuel diplomatique di Martens (Parigi 1825) ; Bist. gén. et raisonnéede la diplom. fran$aise di Flassan (Parigi 1811, 7 voi.); e Grundriss einer diplom. Geschichte der Europ. Staatshandel, ecc. di Martens seniore (Amburgo, in-8°).
      DIPLOPIA (patol.). — Parola derivata dal greco SmXóoq, doppio, ed fyt?, vista, colla quale s'indica quel disordine della vista in cui gli oggetti appariscono doppii. Basta deviar leggermente l'asse visuale d'un occhio, o guardare attraverso ad un forellino fatto in una carta, per aver immediatamente l'effetto della diplopia ; spesso un po' di cispa alle palpebre o un velo di lagrime cagionano temporaneamente la doppia visione. V'ha qualche fisiologo che pensa che essendo in noi disuguale la potenza di ciascun occhio, noi realmente vediamo due immagini e non una degli oggetti, attribuendo all'abitudine il fatto per cui non ci accorgiamo se non d'una, giacché, secondo tale dottrina, l'immagine più debole sarebbe come annullata dall'attenzione esclusiva prestata alla più forte. Ma la diplopia morbosa suppone sempre una deviazione straordinaria dell'asse visuale, o per una compressione del globo dell'occhio, o per irregolare contrazione di qualche muscolo, o per altra alterazione propria del nervo ottico e della retina. Essa può essere sintomatica, come si osserva nelle persone isteriche ed ipocondriache, nelle gravidanze, nelle forti commozioni dell'animo ; ma quando riconosce per causa una lesione dell'organo oculare è sempre cosa grave e pericolosa, potendo esser annunziatrice di futura amaurosi. Difficile è la diagnosi per determinarne con precisione la sede e l'origine, ed è necessario a ciò un attento esame delle alterazioni cerebrooculari che possono accompagnarla. Se è lieve e generata da causa passeggera suol cessare spontaneamente; se persiste, i rimedii sono principal-
      mente diretti a combattere la malattia di cui eaaa è effetto, e sovrattutto a richiamar sulla cute o sugl'intestini un'irritazione revulsiva.
      DIPLOPODI (eool.). — Ordine della classe dei mi-riapodi, corrispondente a quella dei chilognati.
      DIPLOSOMIA (terat.). — Mostruosità caratterizzate dall'esistenza di due corpi compiuti, egualmente sviluppati, ma riuniti da una o più parti.
      DIPLOSTEMONE (hot.). —- Fiore che ha stami in numero doppio dei petali.
      DIPLOSTOMÀ (eool.). — Genere di rosicchianti stabilito dal Kafinesque per collocarvi alcune specie di animali assai vicine al mus burrarius, che abitano nel bacino del Missuri. Il carattere distintivo sarebbe, secondo quel naturalista, l'enorme ampiezza delle borse guanciali, le membra corte e le zampe terminate da quattro dita. I diplostomi vivono sotterra, dove ammassano provvigioni, specialmente di radici.
      DIPLOTEGIO (boi.). — Frutto secco indeiscente, e racchiuso nel calice.
      DIPLOTTERl (eool.). — Famiglia d'insetti imenotteri aculeati, le cui ali superiori sono piegate in tutta la lunghezza nello stato di riposo. La vespa ne è comune esempio.
      DIPO (eool.). — Genere di rosicanti dell'ordine dei macropodi, che hanno all'indica gli stessi denti che i ratti propriamente detti, coda lunga e pan-nocchiuta, testa larga, occhi grandi e sporgenti in fuora, lunghi mustacchi ; ma il principale loro carattere consiste nelle estremità posteriori smisuratamente lunghe in paragone delle anteriori, e delle quali soprattutto il metatarso delle tre dita di mezzo non è formato che di un osso solo, come ciò che dicesi tarso negli uccelli. Questa sproporzione di membra gli ha fatti chiamare topi bipedi dagli antichi. Ma quantunque essi non camminino gran fatto se non a salti sui piedi diretani, tuttavia quando sono in istato tranquillo si tengono su tutte quattro le gambe. I loro piedi anteriori hanno cinque dita, ed alcune specie, oltre le tre grandi dita dei piedi posteriori, ne hanno di piccole laterali. Questi .rosicanti vivono in tane sotterranee e cadono in profonda letargia nella stagione invernale. La specie più nota è il gerbo (gerboise) o dipo di Egitto (dipus sagitta L.), nel qual paese è comunissimo e vive in numerose compagnie. È d'indole assai timida ed inquieta, la sua attitudine e la sua forza a scavare sono maraviglioee, né si può tenere lungamente in prigione. Questa specie abita dalla Barberia sino al settentrione del mar Caspio. Altra specie pur nota è l'alactaga (mus jaculus Palla) che abita dalla Barberia fino all'Oceano Orientale e fino al settentrione dell'India. Questa specie distinguesi dalla precedente massime per orecchie più lunghe.
      DIPODI (eool.). — Nome dato da alcuni naturalisti ai vertebrati aventi due sole estremità, e mancanti
      0 delle anteriori o delle posteriori.
      DIPODIA (poet.). — Termine greco derivato da Sfc, due volte, e tou;, ito piede, il quale significa, nella poesia antica, una maniera di scandere e misurare
      1 versi prendendo due piedi alla volta. Secondo la monopodia (da uóvoc, «no), i piedi contansi a uno a uno, mentre accoppiansi a due a due per mezzo
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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