Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIPPEL (OLIO ANIMALE DEL) — DIPSACO 0 CARDONE 0 CARDO SALVATICO 659
della dipodia. Giusta il primo metodo, l'esametro è di sei piedi o misure, laddove, secondo la dipodia, ne ha soltanto tre e diventa un trimetro.
Dipodia chiamavasi pure una danza particolare usata dagli Spartani, della quale è fatta menzione in Esichio e in Polluce.
DIPPEL (olio animale del) (chim. e farm.). — Allorquando si sottopongono a distillazione secca le sostanze animali, si ottengono varii prodotti, tra cui una materia oliosa che fu detta olio minerale pirogenico, e che è un misto di diversi corpi, diversamente costituiti, tra cui l'eupione, la naftalina, la paraffina, alcuni sali ammoniacali, non che parecchie basi organiche, l'anilina, la leucolina, la pirolina, e parecchi acidi organici, l'enantico, il margarico, il carbolico, il rosolico, ecc.
Dippel, sottoponendo a rettificazioni replicate l'olio animale ricavato dalla distillazione secca del corno di cervo, e seguitando fino al punto che nulla lasciasse piò di residuo nero dall'ultima rettificazione, ne ottenne un olio di odore gradevole, formato principalmente di eupione con diversi olii pirogenici in soluzione, che fu detto olio animale del Dippel, e che ai tempi addietro fu usato in medicina.
DIPSA (zool.). — Genere di serpenti che Cuvier pose nel gran genere colubro, e che ha per caratteri : corpo compresso, assai meno largo della testa; scaglie della serie spinale del dorso più grandi delle altre. Otto specie si numerano in questo genere, tutte proprie dell'Asia e dell' isola di Giava, e due di esse, cioè la dipsas dendrophila e la dipsas Weigeliit sono state in questi ultimi tempi riconosciute per velenose, perchè fornite di denti mascellari posteriori scanalati. Il dottor Leach adopera pure il termine dipsas per distinguere un genere di conchiferi d'acqua dolce, e dice che il suo posto è tra unio e anodonta.
DIPSACEE ( Dipsacece) (bot.). — Famiglia naturale di piante, che a primo aspetto presentano molta rassomiglianza colle Composte (V.), dalle quali tuttavia facilmente si distinguono per essere ciascuno dei piccoli fiori, componenti il capitolo, munito di calice, e gli stami in numero di quattro colle antere libere.
Le dipsacee sono erbe o suffrutici a foglie opposte, rarissimamente verticillate, di forma molto varia, anche negli stessi individui, le radicali non conformi alle altre. Queste piante appartengono tutte alle regioni estratropicali, e la maggior parte abitano le regioni prossime al Mediterraneo; il più di esse sono prive di proprietà osservabili.
La famiglia di cui trattasi è stata divisa da De Can-dolle in due tribù, le morinee e le scabiosee, avendone distratte le valerianee già compresevi da Jus-Bieu : tuttavia Spach avvisa le morinee avere assai maggiore affinità colle valerianee che non colle dipsacee.
DIPSACO o CARDONE o CARDO SALVATICO (Dipsacus) (bot. e agric.). — Genere di piante appartenente alla tetrandria monoginia del sistema Linneano, e tipo della famiglia delle dipsacee. Questo genere comprende sette specie, secondo Sprengel; tredici, secondo De Candolle, delle quali però alcune sembrano mere varietà ; sono erbe bienni, alte, ramose ;
fusto eretto, fistoloso, spesso munito (del pari che il nervo medio delle foglie) di piccoli pungoli o di peli rigidi ; foglie opposte, per lo più connate alla base, dentate o laciniate, le radicali rosulate, e ristrette in picciuolo; capitoli terminali, oblunghi o sub-rotondi ; fiori generalmente più brevi che le pagliette del ricettacolo; corolle bianche, o carnee, o lilacine, o gialliccie. La specie seguehte è la sola che interessa.
Dipsaco del lanajuoli (dipsacus fullonttm Mill.). — Pianta alta da 0 a 21 centimetri ; radice a fittone, grossa, carnosa, bianchiccia, alquanto amara; fusto assai consistente, angoloso, scanalato, cosperso (massime verso la sommità) di pungoli bianchicci, rettilinei, dilatati alla base; rami rigidi, eretti,
Fig. 2120. — Dipsaco dei lanajuolia) Radice del medesimo.
portanti un solo capolino; foglie consistenti, liscie, di colore verde-glauco, inermi o spinulose inferiormente sulla costa, le radicali oblunghe, crenate, ottuse, lunghe da 25 a 50 cent., le cauline crenate o dentate, od inciso-dentate, le superiori intiere, ovali od ovali-oblunghe, ottuse od acute, le inferiori connate in guisa che formano una sorta di recipiente in cui raecogliesi l'acqua di pioggia e la rug:afla, in cui talora vanno ad abbeverarsi gli uccelli, dal che derivò il nome dipsacus (assetato) dato a questa pianta da Dioscoride; capitoli primay
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