Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIPSETICO - DIPTERI 0 DITTERIemisferici, poi grossi, cilindrici, lunghi da 50 a 65 millim., colle scaglie dell'involucro amplissime, pungenti, lineari-lanceolate, patenti, ricurvate alla sommità, anisometre, spesso spinulose ai margini, tutte o quasi tutte più brevi dei capitoli ; ricettacolo fusiforme ; pagliette coriacee, con appendice oblungo-lanceolata, carinata, mucronata, rigidissima, ricurvata alla sommità, spinulosa ai margini e sulla carina; corolla carnea. Fiorisce in estate.
Questa specie dicesi nativa dell'Europa meridionale ed ha molta rassomiglianza con due altre specie assai comuni in quasi tutta l'Europa (dipsacus sylvestris Mill. e D. laciniatus Link.), colle quali è stata infatti riunita da alcuni botanici, distinguendosi tuttavia da esse principalmente per le pagliette del ricettacolo, che sono uncinate nel D. fullonum, rette nelle altre specie, per la quale forma delle pagliette e per la loro rigidezza ed elasticità i capitoli del primo sono da teni,>o immemorabile adoperati per pettinale i tessuti di lana dopo che sono stati purgati al follone, dal che derivò il nome di cardère à foulon o cardère à lonnelier dato dai Francesi a questa pianta, la quale è peroiò abbondantemente coltivata nei campi in alcuni paesi e principalmente nei dintorni di Louviers, Elbeuf, Sedali, Carcassonne, ecc., d'onde vengono eziandio trasmessi in copia ad altri paesi i suoi capitoli per l'uso suddetto, al quale si è tentato invano finora di sostituire quello delle macchine. Le api raccolgono avidamente il miele dei fiori di questa pianta, e dicesi che gli alveari situati in vicinanza di essa riescono molto produttivi. 01-trecchè questi insetti vanno volentieri a bere nei recipienti d'acqua formati, come già accennammo, dalle basi connate delle foglie del dipsaco, senza rischio d'annegarsi, come succede nei ruscelli, negli stagni ed anche nei vasi pieni d'acqua che soglionsi collocare presso le arnie. I capitoli e le radici di questa pianta voglionsi dotati di virtù sudorifica e diuretica.
Coltivazione del dipsaco o cardo dei lanaiuoli. — Questa pianta vuole un terreno profondo, assai pi:igue e non umido. La seminagione si fa in autunno nelle regioni meridionali, in primavera nei paesi freddi ; taluni formano il semenzajo in primavera, e trapiantano in autunno per risparmio di terreno, s:ante che questa pianta adulta occupa uno spazio considerevole; altri seminano a dimora, alquanto fitto, strappandone poi le piante superflue, cosicché vi resti per ogni verso l'intervallo di 50 centimetri tra l'una e l'altra, onde egnuna di esse possa estendersi e moltiplicare i suoi rami, e per conseguenza i capitoli, e per poter praticare i necessarii lavori a mano, ovvero colla zappa a cavallo. Taluni seminano navoni tra le file dei cardi, per ricavare qualche utile dal terreno vacuo ; anzi v'ha chi semina il cardo dei lanajuoli colla segala o col tormento d'inverno, più spesso coi marzenghi, le quali colture miste sono condannate da Tess er. Nel primo anno si strappano di terra solamente gl'individui che non sono di bella venuta, si sarchia e si zappetta spesso per estirpare le erbe inutili ; al fine dell'inverno si cavano tutte le piante superflue, e si surrogano con esse quelle che fossero perite ; si ripetono le sarchiature finche le foglie divenute assai ampierendano inutile quest'operazione, bastando esse a soffocare le male erbe; nelle glandi siccità saiù proficua qualche annaffiatura.
La ricolta dei capitoli è assai lunga, perchè non maturano tutti contemporaneamente; si riconosce la loro maturità dalla caduta dei fiori e da uu principio d'iugiallimento del fusto ; perchè ogni due giorni si vanno tagliando i capitoli maturi, lasciando ad ognuno una porzione di fusto lunga 3 decim., per poterli legare assieme in fasci di cinquanta all'incirca; tali fasci si sospendono capovolti ad unà corda tesa in luogo ben ventilato e difeso dall'umidità e dal sole ; l'essiccazione dei capitoli succede più rapidamente esponendoli ai raggi, ma essi diventano giallicci o rossicci, e gli uncini restano troppo rigidi. Essiccati perfettamente i capitoli, si co.iseivano in luogo riparato dall'umido per metterli in commercio; i migliori sono quelli di forma perfettamente cilindrica, pieni nel loro interno, e cogli uncini sottili e rigidi ; si preferiscono quelli raccolti nell'anno precedente.
I semi, che ottengonsi dai capitoli raccolti nel modo suindicato per servire di cardi, sono generalmente poco confacenti per la riproduzione ; a quest'uopo conviene lasciare sulle piante alcuni capitoli Binchò siano giunti a maturità perfetta; allora si tagliano, ed essiccati si scuotono su di una tela, e si conservano in luogo secco i semi che ne sono caduti, i migliori essendo quelli che più facilmente staccansi dal calice.
DIPSETICO (med.). — Ciò che promuove la sete.
DIPS0B10STATICA (sto*.). — Statistica dei danni prodotti dall'abuso dei liquori (V. Alcoolismo).
DIPSOMANIA (patol.). — Tendenza morbosa all'abuso dei liquori che produce il delirium tremens, l'alcoolismo, ecc. La più tremenda pittura di questa grande infermità sociale è stata fatta a' di nostri dallo Zola nel suo romanzo VAssommoir.
DIPTERI o DITTERI (eool.). — Uno degli ordini in cui si dividono gl'iusetti. Questo nome venne primamente applicato da Aristotile, e fu poi adottato da quasi tutti gli entomologi per designare gl'insetti il cui carattere principale è l'essere forniti soltanto di due ale. La mosca domestica ci porge un esempio familiare di cotest'ordine. Alcuni insetti dipteri però mancano di ale (come le specie dei generi melopha-yus, nycterobta, ecc.), ond'è necessario che qui tocchiamo di altre peculiarità di questi insetti.
I dipteri hanuo sei piedi, con tarai a cinque articoli, una proboscide, due palpi, due antenne, tre occhi e due bilancieri. Le ale sono per lo più in posizione orizzontale e trasparenti ; le loro nervature non s;»no in gran numero, e sono disposte la più parte longitudinalmente, carattere che distingue le ale dei dipteri da quelle dei nevropteri e degli imenopteri. La proboscide, situata nella parte inferiore della testa, è generalmente corta e membranosa, e consiste in una vagina (o in una parte analoga al labbro di sotto degl'insetti mandibolati) che serve a tenere insieme altre parti della bocca, le quali rappresentano le mandibole, le mascelle, la lingua e il labbro. Nella struttura della proboscide sono tuttavia modificazioni considerevoli ; in alcuni è lunga, sottile e cornea, e il ninnerò dei pezzi rinchiusivi, che sono generalmente sottili •
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