Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIRADAREcopaibe, è un tantino più vischioso dell'olio di olive, ed ha il peso specifico di 0,964. Nello stato grezzo è torbido perchè tiene in sospeso una resina verdiccia ; quando sia feltrato, è bruno e trasparente alla luce trasmessa, opaco e con fluorescenza verde alla riflessa. Pel colore e per la fluorescenza si distingue dal copaibe, e si hanno altre differenze quando si scalda o si tratta coi reagenti. Portandolo al calore di 130° si fa torbido e gelatinoso, mentre il balsamo di copaibe diventa più fluido verso detta temperatura; è meno solubile che il copaibe nell'alcoole; coirammouiaca forma un liquido vischioso, ed il copaibe un liquido chiaro; con V16 di magnesia non si solidifica.
Non è un composto definito ma una soluzione di resina in un olio volatile. Lowe vi trovò 34 p. c. di resina, 65 di olio volatile e 1 di acqua con acido acetico. La resina è dura, mentre quella del copaibe è molliccia. Werner ponendolo a distillare con acqua ne estrasse il 20 p. c. di un'essenza 0°H31 isomera con quella di trementina, avente il peso specifico di 0,944 a 15°, un potere levogiro di 10°, il punto di bollitura a 255°, e la densità del vapore = 9,40.
La resina rimasta dalla distillazione coll'acqua conteneva un acido resinoso, che fu detto acido gu-riunico, C22H34CM, solubile nell'ammoniaca acquosa. Per ottenerlo si fa bollire la resina con liscivia di potassa finché se ne scioglie, si satura la soluzione con sale ammoniaco e si feltra ; si tratta con acido cloridrico il feltrato, d'onde si ha l'acido gurii^nico in grossi fiocchi giallognoli. È solubile nell'alcoole e nell'etere, fusibile a 220°, solidificabile a 180°, col punto di bollitura a 260°, e distillarle senza che appaja decomposizione. È bibasico e forma sali solubili cogli alcali e colle terre alcaline.
Ouriunato di potassa, 02H31K*04, cristallizza dall'alcoole in lamine cristalline e microscopiche.
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Ouriunato di calce, OH^CaCH, è bianco ed amorfo. „
Ouriunato di borita, C22H8sJBaO*, somiglia al sale di calce.
Ouriunato di argento, 02H32Ag«04, si ottiene per precipitazione tra il sale potassico ed il nitrato d'argento. E in fiocchi bianchi ed insolubili, che imbrunano alla luce.
Si usa l'olio del legno in terapeutica come quello di copaibe, e nella penisola Malacca per comporre vernici da mobiglie, utensili, ecc.
DIRADARE (eco». rur.). — Questa voce in agricoltura significa tor via dai seminati o dai boschi tante piante, oppure d'in sugli alberi tante frutta, per modo che le rimanenti, restando convenevolmente distanti, possano meglio svilupparsi. A piante o a frutta estremamente fra di loro vicine è chiaro che deve mancar nella terra e nell'aria materia e spazio sufficienti a poter prosperare; e bisognerà diradarle. Però, ad eseguire a dovere cotest'opera-zione, conviene che il coltivatore abbia idea ben chiara dello scopo e degli effetti di essa, onde poterne variare il modo secondo il mutar delle circostanze. Le piante, se vengono molto vicine le une alle altre, tendono di preferenza ad allungarsi; il loro tronco si fa assai alto, diritto, gracile ; e non mettono rami fuorché alla sommità ; ed i loro ramiprendono poco sviluppo e danno pochi frutti; e i loro tessuti, segnatamente il tiglio, trovansi disposti a fascetti di fibre, lunghi, diritti, regolari, fini. Ma quanto più le piante si trovano fra loro distanti, tanto più acquistano in circonferenza e scapitano in altezza ; perocché il tronco ne rimane più basso, ma si fa più robusto e più grosso, e mette i rami più presso al suolo ; e questi si sviluppano maggiormente, e danno più frutti; e i loro tessuti si rinvengono più ruvidi, più grossolani, più forti, e tendono a disporsi a spira. L'operazione pertanto eli diradare dovrà praticarsi in grado diverso, secondo le varie specie coltivate, e secondo il prodotto che da queste si vuol ottenere. Le piante tessili coltivate pel loro tiglio (lino, canapa, ecc.), e in generale tutte le piante erbacee da prato, vogliono essere tenute più fitte che non quelle coltivate per la granella. E fra queste convien tenere più rade le specie a infiorescenza laterale, come mais, avena, ceci, piselli, madia, ravizzone...., e si possono tenere più fitte quelle a infiorescenza terminale, come frumento, segala, orzo.....I prati e gli erbai soglionsi
diradare coll'erpice a denti acuti e forti; i seminati a spaglio si diradano sarchiandoli coll'erpice, colla zappa o a mano : i seminati in riga si diradano soltanto col sarchiello, o zappa, oppure a mano.
Le piante da frutti, quando vi allega soverchia quantità di questi, convien che se ne tolga una parte, diradandoli. Il che può giovare per più ragioni: per fare spazio ai rimanenti da svilupparsi liberamente; per assicurare la maturanza; perchè, se troppi, non troverebbero nel succo della pianta bastevole proporzione di tutti i principii necessarii alla perfezione di quella; infine per non lasciar esaurire di forza tutti i rami fruttiferi in una sola volta ; chè in tal caso sarebbe necessario più d'un periodo di vegetazione a rifornirne la pianta.
Importante bisogna dell'economia rurale, e di non facile governo, si è il diradamento dei boschi. Intorno a questo si occuparono i Governi di tutti i paesi inciviliti, e diedero leggi e regolamenti appositi. Nel diradamento dei boschi consiste la prin-cipal parte della loro coltivazione ; e dall'amministrazione di questa dipende non solo l'interesse dei privati, ma pur anche degli Stati. Perocché i boschi provvedono alle popolazioni una sostanza di prima necessità per le arti e per gli usi domestici ; e dallo stato di essi dipendono pure in gran parte lo stato meteorologico, nonché il corso e gli effetti delle acque nel paese circostante. Tale operazione vuol dunque essere praticata con somma perizia, e dietro i dettati della scienza forestale. In generale è precetto, che nei luoghi improprii a culture di altre specie non si debba mai diradare in modo da cagionare scoscendimenti nel suolo, o da diminuire la facoltà riproduttiva del bosco. Alcune volte convien mantenere imboschito un luogo che potrebbe essere altrimenti coltivato, Solo per trattenere le corrosioni e i franamenti. Il diradamento dei boschi, sia cedui, sia di alto fusto, è oggidì raccomandato come pratica di buona coltivazione ; ma convien che si faccia saggiamente onde ottenere da esso tutto lutile del provento forestale, senza impoverimento fondiario e senza i danni che ne potrebbero in assai guise risultare. Si dice pure diradare i boschi la
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