Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIRETTORIOgere una impresa, una società, un'amministrazione, una scuola, ecc. — In teologia, direttore di coscienza il sacerdote che indirizza e consiglia un fedele.
DIRETTORIO (stor. mod.). — Magistratura suprema della Repubblica francese, istituita dalla costitu-• zione dell'anno ni (1795) ed investita del potere esecutivo. Basterà il riassumere le principali disposizioni di questo atto fondamentale che la riguardano per farsi un'idea esatta dello spirito che presiedette alla sua organizzazione. Il Direttorio (tit. iv, 192 e segg ) componevasi di cinque membri nominati dal Corpo legislativo, che faceva allora le funzioni di assemblea elettorale a nome della nazione; il Consiglio degli Anziani eleggevali da una lista decupla che gli era presentata dal Consiglio dei Cinquecento; i direttori dovevano avere almeno qua-rant'auni. Il Direttorio si rinnovava parzialmente ogni anno coll'elezione di un nuovo membro: chi ne usciva non poteva essere rieletto se non dopo un intervallo di cinque anni; i congiunti in prossimo grado non potevano far parte a un tempo stesso del Direttorio ; ciascuno dei membri presiedeva alla sua volta, ma solamente per tre mesi; il presidente aveva la segnatura e la guardia del sigillo; la presenza di tre membri era richiesta per rendere valide le deliberazioni : il Direttorio doveva provvedere secondo le leggi alla sicurezza interna ed esterna dello Stato; disponeva della forza pubblica, ma nessuno de' suoi membri poteva comandarla, neppure nei due anni susseguenti alla cessazione delle sue funzioni, come egualmente durante questo spazio di tempo non poteva uscire dal territorio della Repubblica ; nominava i generali in capo, i ministri ed altri agenti principali dell'amministrazione ; i direttoli non avevano altra guarentigia fuori di quelle che la costituzione assicurava ai membri del Corpo legislativo: l'iniziativa nel proporre le leggi apparteneva esclusivamente al Consiglio dei Cinquecento, e il Direttorio poteva soltanto invitarlo a prendere un oggetto in considerazione; i suoi membri erano obbligati a risiedere nello stesso luogo che il Corpo legislativo, e non potevano allontanarsene senza sua autorizzazione per più di cinque giorni, uh a più di 8 leghe di distanza ; finalmente avevano una guardia di 240 uomini, il primo posto nelle cerimonie pubbliche, un palazzo per abitazione comune e un assegnamento del valore di 5^,000 miriagrammi di frumento (10,222 quintali). Così fu costituita l'autorità che succedette alla lunga e terribile dittatura della Convenzione (V.). La memoria del Comitato di salute pubblica (V.) era ancora presente al pensiero di tutti; e la Francia, che tanto aveva sofferto, temeva più di ogni altra cosa non ricominciasse una nuova serie di calamità dopo un intervallo di riposo di quei medesimi partiti che l'avevano lacerata, i quali sembravano bensì abbattuti, ma non erano del tutto estinti. I Costituenti del 1795 furono dominati dall'influenza di questa disposizione generale degli animi, ed organizzando il loro potere esecutivo misero in disparte tutti i principii consacrati dalla scienza politica. L'opera loro, sì commendevole per altri rispetti, rimase inferiore in ciò alla meno importante delle costituzioni americane. In mezzo a tanti sospetti, a tante pastoje, privo di ogni specie d'azione sul Corpo le-
gislativo, era impossibile che il Direttorio non divenisse il zimbello delle fazioni che dividevano la nazione se si manteneva nel breve cerchio entro il quale era stato circoscritto dalla costituzione. Egli ei a adunque, per una strana alternativa, nella necessità di oltrepassare un tal limite. In questa lotta che doveva sorgere tra la costituzione ed il potere incaricato di mantenerla, era inevitabile che questo ne rimanesse distrutto, o la distruggesse; o, per dir meglio, entrambi dovevano infine soccombere, come effettivamente avvenne. Infatti pochi anni bastarono per far cadere quell'edifizio che sembrava cementato con tanta cura, e in cui non si era dimenticato altro che la chiave della volta, che sola poteva dargli la necessaria solidità.
Primi direttori furono Larevellière-Lépeaux, Le-toumeur, Rewbell, Barras e Carnot, uomini stati scelti esp'essamente in quella classe di rivolnzio-narii che avevano votato per la morte di Luigi XVI, a fine di non correre il rischio di una controrivoluzione. Il tempo in cui si possono giudicale imparzialmente questi personaggi, sì sovente vittima delle false accuse dei loro contemporanei, è oramai giunto. Un solo, per la sua pubblica e privata immoralità cinicamente ostentata, fu senza dubbio indegno di entrare in quel consiglio; ma tutti si segnalarono per talenti diversi, non meno che per la loro sincera devozione ai principii della rivoluzione.
Uscita vittoriosa dalla lotta terribile che aveva dovuto sostenere, la Francia somigliava all'atleta che soccombe nell'arena colla palma del trionfo in mano. La stanchezza era succeduta all'entusiasmo degli anni precedenti: le molle del governo erano rilassate ; le casse pubbliche esauste : la carta monetata caduta in discredito; gli eserciti mancanti di tutto; la fame si faceva sentire in molte parti del territorio: il commercio era pressoché annientato. Si fu in questo stato di cose che i direttori presero possesso del palazzo del Luxembourg, che era loro stato assegnato. Il palazzo, poco pi ima trasformato in prigione, era affatto nudo, e il nuovo governo della Francia dovette prendere ad imprestito un vecchio tavolino e poche sedie di paglia per poter comporre il proclama che doveva annunziare la sua installazione. Ma il Direttorio non disperò tuttavia della salvezza della Francia. Egli si pose coraggiosamente all'opera, e i suoi primi atti mostrarono tutta la sua ferma volontà di ristabilire il regno delle leggi, di rispettare la costituzione, di riparare con un'amministrazione saggia e illuminata ai disastri della patria. L'influenza di questi principii fu immensa. La confidenza e con essa i capitali che alimentano il lavoro ricomparvero: gli affari presero pure al di fuori una piega migliore. Carnot formò un vasto piano che doveva portar la bandiera fr ancese sino a Vienna e assalile la coalizione nello stesso suo cuore. Per secondare questi grandi disegni Moreau sottentrò a Pichegru, già sospetto di tradimento, alla testa dell'esercito del Reno; e Buonaparte ricevè il comando di quello d'Italia, ove doveva incominciare la sua immortale carriera. Jourdan conservò il comando dell'esercito di Sambra-e-Mosa. Nell'interno Hoche fu incaricato di dar l'ultima mano alla som-
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