|
Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
072
Ma, in compenso, esisteva un socialismo pratico, del quale anzi le legislazioni e i costumi dei più celebri popoli dell'antichità s'informavano. E il diritto al lavoro, senza essere chiamato con tal nome, era in molte di quelle legislazioni riconosciuto. In Atene, il pubblico erario eia una specie di borsa comune, dove venivano ad attingere tutti i cittadini poveri, 6alvo a riempirla poi colla spogliazione dei ricchi « Tutto era calcolato appo i Greci, dice il signor Blanqui, per assicurare salarii ad ogni classe di persone. Gli oratori si facevano pagare per pa lare, e il popolo per ascoltare; i giudici, veri giurati, non erano neppure essi posti in oblio. Sia per politica, sia piuttosto per a ss curare una posizione alle notabilità popolari, si accreditavano presso ogni Potenza due, tre e fin dieci ambasciatori insieme. Certi gridatori pubblici, certi copisti dei decreti del popolo si faceano nutrire al Pritaneo, nel quale senza dubbio lo Stato forniva loro anche l'alloggio. Vi erano musici e poeti mantenuti; infine la folla dei salariati era sì grande che fu d'uopo stabilire regole severe contro il cumulo » (Histoire de l'économicpolitique, lezione 11). A Roma le largizioni alla plebe erano gratuite, e quindi supponevano in quest'ult ma piuttosto un diritto aWassisteìisa ed all'elemosina, che un diritto al lavoro. Quali conseguenze partorissero, non è qui luogo di dichiarare. Nell'età moderna si è in quel paese dove il pauperismo assunse più^resto formidabili proporzioni che il diritto al lavoro ricevette in prima la sanzione della legge. Il famoso bill del 43° anno di Elisabetta, regina d'Inghilterra, dichiara che « gli amministratori delle parrocch e (overseer) dovranno far lavorare i fanciulli che i loro parenti non potranno-mantenere, come pure tutte le persone, conjugate o 110, che non avranno nè mezzi d'esistenza, nè industria; soccorrere gli zoppi, gl'infermi, i ciechi, i vecchi e qualunque altro sventurato che non sarà in grado di lavorare ; infine mettere i ragazzi poveri in apprendizzaggio ». Appena la legge d'Elisabetta fu promulgata, si vide tosto quali funesti effetti producano le esagerate promesse del governo e le illimitate speranze della plebe. 11 numero dei miserabili si moltiplicò come lebbra; l'ozio divenne una professione riconosciuta e stipendiata dalla legge ; la tassa dei poveri, destinata a provvedere lavoro ai braccianti e suss stenza a chi mancava di lavoro, si accrebbe ogni anno giusta una spaventosa progressione ; dinanzi alla nazione inglese si aperse insomma un baratro che atterrì i più fiduciosi, e rendette necessarii pronti rimedii. La rivoluzione francese destando i vecchi rancori delle plebi contro le classi ingiustamente privilegiate dall'antica monarchia, disciolse l'adito a nuove pubblicazioni del diritto al lavoro. La costituzionedel 1791 creava uno stabilimento generale « di soccorsi pubblici per allevare i bambini abbandonati, sussidiare i poveri infermi, e somministrare lavoro ai poveri validi che non potessero procurarsene ». Più avanti procedette la costituzione del 1793, dichiarando all'art. 21 che: « i soccorsi pubblici sono un debito sacro. La società deve la sussistenza ai cittadini sventurati, sia provvedendoli di lavoro, sia assicurando i mezzi d'esistere a coloro che non sono in grado di lavorare ». Ma la trista esperienza già fatta in Inghilterra si riprodusse di qua dalla Manica: gl'indigenti si moltiplicarono in ragion diretta delle governative larghezze: infino a tanto che il Governo, sentendosi incapace di soddisfare tutti i desiderii e tutte le speranze che aveva fatto nascere, ritirò i soccorsi e cessò di riconoscere il diritto al lavoro che aveva proclamato. Ma lungamente preparata dagli errori di chi reggeva la Francia e l'Europa, e dalle acclamazioni di chi fa sua professione di maneggiare il sofisma, sopravvenne la crisi «lei 1848. Le utopie ricomparvero in folla, l'anarchia divenne signora della Francia, e il 26 febbrajo si affiggeva sulle cantonate di Parigi il seguente decreto : Il Governo provvisorio della Repubblica francese si obbliga a garantire l'esistenza dell'operajo per mezzo del lavoro ; t Si obbliga a garantire lavoro a tutti i cittadini ; « Riconosce che gli operai debbono unirsi tra loro per godere del beneficio legittimo del loro lavoro ». E due giorni dopo un altro decreto emanavasi così concepito : « Considerando che la rivoluzione fatta dal popolo deve essere fatta per lui ; « Che è tempo di mettere un termine alle lunghe ed inique sofferenze dei braccianti ; « Che la questione del lavoro è di un'imminente importanza; « Che niun'altra ve n'ha nè più alta nè più degna delle preoccupazioni d'un Governo repubblicano; « Che spetta sovrattutto alla Francia di studiare e risolvere un pioblema posto oggidì innanzi a tutte le nazioni industriose dell'Europa ; t Che fa d'uopo pensare senza il menomo indugio a guarentire al popolo i frutti legittimi del suo lavoro ; * Il Governo provvisorio della Repubblica decreta : « Una Commissione permanente, che si chiamerà Commissione del Governo pei lavoratori, sarà nominata, coll'iucarico espresso e speciale di occuparsi delle loro condizioni.....». L'operato di quella Commissione appartiene og-gimai al dominio della storia; e se è vero che questa esser debba la maestra della vita, c'iacumbe di raccogliere studiosamente i frutti di quell'esperienza che la Francia ha tentato. II diritto al lavoro non era mai stato così solennemente proclamato: un dicastero speciale, munito di pieni ed assoluti poteri, era incaricato di provvedere alla sorte degli operai; illimitate speranze si fecero concepire alle classi inferiori della società. Or bene, quali effetti (abbiam ragione di domandarlo) ha prodotto il sistema del diritto al lavoro? Qual esito ebbero quelle speranze? Quali beueficii |
Platone Atene Greci Blanqui Potenza Pritaneo Stato Histoire Roma Wassisteìisa Elisabetta Inghilterra Elisabetta Inghilterra Manica Governo Francia Europa Francia Parigi Governo Repubblica Governo Francia Europa Governo Repubblica Commissione Commissione Governo Commissione Francia Sia
|