Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
702
DISARMO DELLE VOLTE (APPARECCHI DI)
sibilmeiile costante la carica. La sabbia continuò ad effluire molto regolarmente; e quando, per la limitata corsa del torchio idraulico, si dovette sospendere l'operazione, lo stantuffo dell'apparecchio era disceso nel terzo anello di 73 mill.; questo terzo anello era sceso nel secondo di 89 mill., ed il secondo nel primo di mill. 45, donde un totale abbassamento di metri 0,207.
Nella quarta esperienza, appena ottenutosi l'abbassamento di un centimetro sotto il peso di chilogrammi 19,261 e tolti via i coni di sabbia per assicurarsi che la sabbia effluiva facilmente, fu levata la pressione, ed immediatamente cessò l'efflusso della sabbia: a bene spiegare il fatto, si sollevò con qualche precauzione lo stantuffo, e si riconobbe che buona parte della sabbia nell'anello superiore avea acquistato una certa coesione, talché potevasi rimuoverne una porzione e far restare la rimanente tagliata secondo un piano verticale ; si riuscì così ad avere nella parte centrale un prisma isolato di sabbia, non molto alto però, essendosi la sabbia dis-posta a piano inclinato non sì tosto si raggiunse l'altezza di un decimetro. Fu quest'esperienza più che sufficiente a dimostrare come la sabbia avesse preso un po' di coesione, abbenchè si fosse seccata e stacciata con ogni possibile cura prima d'introdurla nell'apparecchio, e fosse allora sì fluida da disporsi con uno e mezzo di base per uno di altezza.
Durante le riferite esperienze eransi sentite leggiere crepitazioni, e congetturando che queste provenissero dal polverizzarsi dei granelli di sabbia sottomessi a pressione, si ricorse ad una quinta esperienza, prima della quale la sabbia fu passata diligentemente al setaccio, nello scopo di eliminare ogni polverio formatosi nelle precedenti esperienze; fu tosto constatato, dopo una nuova esperienza, che la sabbia imbiancava le dita, ciò che prima non avveniva; e fatta passare nuovamente al medesimo setaccio, si separarono diciotto litri di sabbia nelle primitive condizioni da un litro e mezzo di sabbia polverizzata.
Fu ripetuta la stessa esperienza facendo aumentare la pressione fino a 26,265 chilogr., che poi discese a 24,514, niantenendovisi costante per 15 minuti ; e fu constatata la quasi uniforme distribuzione della polvere bianca in tutta la massa. Si separarono 17 litri di sabbia grossa e 4 litri di polvere o sabbia fina; erasi dunque polverizzata la quinta parte circa della sabbia impiegata. E questo fatto, degno di considerazione, spiegherebbe l'abbassamento di 22 mill. subito da tutta la massa sotto la pressione di 26,000 chilogr., pari a chilogr. 47,2 per centimetro quadrato di superficie premuta; ma poiché la sabbia non sentesi crepitare se non quando incomincia l'efflusso dai fori, pare che dessa non si polverizzi finché rimane alla pressione statica.
IV. Esperienze sul modo di trasmettersi della pressione attraverso la sabbia. — Le precedenti esperienze, se constatavano alcune proprietà della sabbia e la efficacia degli apparecchi di disarmo proposti, non valevano ancora a stabilire come la esterna pressione si trasmettesse nell'interno della sabbia, e come si esercitasse contro le pareti del vaso. Chè la verificata rottura delle pareti in certi casi, e la formazione di un bordo di sabbia com-
pressa fra l'estremità inferiore dello stantuffo e l'anello che lo comprende, ed il polverizzarsi della sabbia sotto forti pressioni, lasciavano soltanto prevedere che la trasmissione della pressione si facesse da un punto all'altro della massa con considerevoli perdite, ma non tali da dover restare persino impedito l'efflusso dal cono di sabbia formatosi liberamente dinanzi all'orifizio. Il sig. Tresca, sperimentatore indefesso del Conservatorio di arti e mestieri di Parigi, volle perciò rendersi conto della influenza degli orifizii sul ripartirsi della pressione, e ricorse all'impiego d'uno stantuffo incavato nel mezzo, aumentando successivamente la grandezza di quest'incavo, che fu sempre conico ed allargan-tesi verso l'alto. In dodici esperienze successive, durante le quali si mantenne quasi sempre la stessa pressione totale, sebbene quella riferita al centimetro quadrato di superficie premuta crescesse da 44 a 60 chilogr. coll'aumentare del diametro dell'incavo, si potè constatare, che la sabbia rilevavasi nell'incavo tanto maggiormente, quanto più grande ne era il diametro, e per altezze regolarmente crescenti, delle quali la minima fu di un mill., quando il diametro dell'incavo era di cent. 2, e la massima di 75 mill., corrispondente ad un diametro di 13 centimetri. Parve quasi che la resistenza della colonna di sabbia che penetrava nell'incavo dello stantuffo equilibrasse la pressione da questo esercitata ; e questa pressione era senza dubbio maggiore per gl'incavi più grandi, poiché trovavasi equilibrata da un'altezza maggiore; chè anzi si riconobbe assai bene nelle ultime esperienze che il sollevamento della sabbia cominciava sotto deboli pressioni, che arrestavasi appena la pressione rimaneva costante, per riprendersi tostochè questa ritornava ad aumentare.
In tutte quelle esperienze i fori inferiori erano rimasti chiusi dai coni di sabbia, ed anche quando la pressione esercitata corrispondeva a 60 chilogr. per cent, quadrato, non ebbesi a verificare l'efflusso. Tuttavia la pressione trasmettevasi fino a questi orifizii nell'interno della massa, chè la sabbia era compressa e stipata così fortemente da riuscire assai facilmente tagliata verticalmente senza scoscendere, salvo in vicinanza degli orifizii. E la mancanza di coesione solamente nei dintorni degli orifizii fu studiata in modo più comodo collo stantuffo cavo; cercando di tagliare verticalmente ma secondo un piano meridiano la massa di sabbia compressa, non si trovò scoscendimento che in vicinanza del centro della faccia superiore, e si potè riconoscere la 8immetricità intorno l'asse di questa zona di scoscendimento. Dopo la quarta esperienza non si tardò ad accennare all'esistenza di una massa non compressa, avente per base un circolo di poco più grande dell'incavo dello stantuffo, ed essendosi sostituito alla sabbia di fiume fino allora impegnata del sabbione giallo di terra parigina che acquista maggior coesione sotto pressione bastantemente grande e prolungata, tuttoché perfettamente secco, fu così possibile con qualche precauzione togliere completamente la parte non compressa, e riconoscere una cavità effettivamente emisferica di diametro assai poco diverso da quello dell'orifizio.
Fu così chiaramente dimostrato che la pressione
| |
Conservatorio Parigi Tresca
|