Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISCIPLINA — DISCIPLINA ECCLESIASTICADISCIPLINA (stor. eccl.). — Era un tempo una specie di pena assai comune ne' chiostri; e con tal nome chiamavasi pure lo stromento con cui praticavasi, il quale consisteva in una sferza composta di funicelle a nodi, di catenelle, ecc. I religiosi impone-vansi talvolta volontariamente la disciplina per mortificarsi, e la ricevevano dalla mano dei loro confratelli, in punizione di qualche mancamento; onde la disciplina veniva definita: poena aut im-posita, aut ultro suscepta.
      La pena della disciplina, o piuttosto flagellazione, è antichissima, e trovasi in uso anche presso gli Ebrei, i quali la facevano subire nella sinagoga, come scorgesi nella passione di Gesù Cristo (V. Flagellazione). La legge ordinava 40 colpi, i quali per una specie di pietoso sutterfugio erano ridotti a soli 13, perchè la sferza essendo composta di tre co-reggie, ritenevasi che il paziente ricevesse tre colpi ad ogni sferzata, e gli si faceva la grazia del quattordicesimo che avrebbe portato il numero a 42, onde soffrisse un colpo di meno anzi che due di più. Sei giudici assistevano a questa punizione, la quale non recava infamia.
      La disciplina era pure in uso presso i Greci e i Romani ; ma presso questi ultimi era un supplizio più crudele e più infamante che l'essere battuto con verghe. Le sferze erano spesso armate di tali, specie d'ossi cubici che si trovano nell'articolazione del piede di alcuni animali dall'unghia fessa (flagella talaria), e il paziente spirava per lo più sotto i colpi. Si fu soltanto nel 508 che san Cesario d'Arli introdusse in un chiostro l'uso della disciplina come mezzo di correggere i monaci indocili. A poco a poco si propagò negli altri monasteri ; ma non vi fu ricevuta se non lungo tempo dopo come castigo volontario. Vuoisi che san Domenico il Loricato (così detto perchè portava una camicia di maglia di ferro) e san Pier Damiano ne dessero il primo esempio; ma il Mabillon osserva ch'essi erano stati preceduti da san Guido abate di Pomposa, e da san Poppone abate di Stavelles, morto nel 1048. L'esempio di questi due santi fu tosto seguito nella maggior parte degli altri conventi.
      La disciplina volontaria aveva nullameno incontrati molti ostacoli ; ma san Pier Damiano, a fine di generalizzare questa pratica, ne fece un enfatico elogio in un'opera citata dal Fleury nella sua Storia ecclesiastica. Nel 1260 un certo Raineri, domenicano a Perugia, venne nella determinazione di disciplinarsi in pubblico, persuaso con ciò di mettere un termine ai mali suscitati dalle divisioni dei Guelfi e dei Ghibellini, che desolavano allora l'Italia. Questo esempio fu come scintilla elettrica, e Raineri ebbe tosto una folla d'imitatori, che formarono, sotto il nome di Flagellanti (V.), una setta di cui egli fu capo. Percorrevano città e castella disciplinandosi, e la peste del 1348 diede a questa confraternita un tale incremento, che in breve si estese per tutta l'Europa.
      Si era allora stabilita una specie di proporzione tra i favori celesti e i colpi di sferza: venti salterii vale a dire 3000 salmi, recitati sotto la disciplina, acquistavano la remissione di 100 anni di penitenze imposte dai canoni. Non è dunque maraviglia se, al dire del Fleury, san Domenico il Loricato, ze-
      lantissimo disciplinante, aveva la pelle bruna come un negro, e probabilmente tutta coperta d'ulceri.
      Sul finire dello scorso secolo eranvi ancora Ordini di religiosi obbligati a disciplinarsi pubblicamente o privatamente. Ora la disciplina sembra essere andata pienamente in disuso come istituzione, benché non manchino persone devote che la credono meritoria e come tale privatamente la praticano.
      DISCIPLINA ECCLESIASTICA (teol.). — La disciplina della Chiesa è il complesso degli ordinamenti risguar-danti il suo governo : base di essa sono le decisioni e i canoni de' Concilii, i decreti de' pontefici, le leggi ecclesiastiche, quelle de' principi cristiani, gli usi e le consuetudini di ciascun paese. Siccome alcuni regolamenti, sebbene utili e necessarii in un tempo, non lo sono egualmente in un altro; siccome sopravvengono abusi e casi imprevisti, pei quali è forza far nuove leggi abrogando le antiche, che pur vanno talora per disusanza in obblio; nello stesso modo si sono di necessità a quando a quando introdotte non poche variazioni nell'ecclesiastica disciplina. Così le discipline intorno alla preparazione dei catecumeni, al battesimo e alla maniera di amministrare questo sacramento, alla riconciliazione de' penitenti, alla comunione sotto le due specie, alla stretta osservanza della quaresima, ecc., non sono più di presente le stesse che vigevano nei primi secoli. La Chiesa, adattandosi ai tempi, ha temperato in alcune parti la sua disciplina, ma il suo spirito non si è punto mutato; e se talvolta v'ebbe rilassamento, può dirsi che, specialmente dopo il Concilio tridentino, essa si è adoperata a ritornarla in fiore.
      In materia disciplinare sono da distinguersi le consuetudini che si riferiscono a' dommi della fede da quelle che unicamente risguardano il regolamento esteriore. Ora, tutto ciò che concerne al culto legasi essenzialmente col doinma. A voler sapere, per esempio, se commendevole o superstizioso sia il culto che si rende ai santi ed alle loro reliquie ed immagini, è d'uopo esaminare se sia stato da Dio interdetto, se deroghi o no al culto supremo a lui dovuto, ecc. ; onde questa viene ad essere questione di domma, non di mera disciplina. Altrimenti accade ove trattasi di costumanze puramente disciplinari. La legge ingiunta dagli apostoli ai primi cristiani di astenersi dal sangue e dal soffocato, le prove cui assoggettavansi i ca-1 tecumeni prima del battesimo, l'uso di ainmini-' strare la comunione a'bambini appena battezzati, ! d'infliggere una pubblica penitenza ai peccatori scandalosi, ecc., non sono cose spettanti al domma; e se hanno potuto essere vantaggiose in un tempo, non lo sarebbero egualmente oggidì ; quindi poterono essere cangiate in parte, in parte mitigate, senza che ne nascesse alcun inconveniente.
      Ove si tratti di sapere se questo o quel punto di disciplina sia più o meno antico, l'argomento negativo non vale; giacché il difetto di prove positive non è una dimostrazione, ed il silenzio di un autore non è tutt'uno colla sua denegazione. Nei tre primi secoli della Chiesa, i pastori non promulgarono le pratiche del culto e della disciplina del cristianesimo, anzi le tennero occulte ai pagani, e solo ne parlarono quando erano forzati
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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