Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISCO OSCILLANTE - DISCOBOLO 713
      di cobcea scandens e si vedrà in fondo alla corolla, al dissotto dell'ovario, un corpo schiacciato, di torma circolare, increspato e quasi lobato al margine. Questo corpo non appartiene nè agli stami, nè al pistillo, nè ad altro organo del fiore, ed è propriamente un disco, che riscontrasi pure nel polemonium cceruleum, e probabilmente in tutte le specie di questo genere, nella famiglia delle labiate, delle antirrinee, delle sapindacee, delle me-liacee, ecc. In queste diverse famiglie l'ovario era immediatamente applicato, per tutta l'ampiezza della base, sul disco che gli forma attorno una specie di orliccio, e che talvolta gli si adatta così bene che a stento si può distinguere da esso. Tutta-volta che il disco è situato a questo modo nel fiore, chiamasi ipogino.
      Il disco ipogino va soggetto ad alcune modificazioni che importa assaissimo di conoscere. Cosi chiamasi podogino o disco basigino ne'casi in cui si trasforma in un corpo carnoso distinto dal ricettacolo, e si allunga a foggia di gambo che solleva l'ovario al dissopra del fondo del fiore, come accade nella ruca e nelle altre piante di questa famiglia. Chiamasi pletirogino quando nasce dall'ovario e s'inalza sopra un lato del medesimo, come nella vinca major. Finalmente prende il nome di epi-podio quando è formato da più tubercoli distinti che crescono sul pedicello dell'ovario, come nelle croci fere.
      Esaminiamo ora un fiore di ciliegio, di pesco e di qualunque altra pianta della famiglia delle rosacee o di evonymu8 europceus, e troveremo in quest'ultimo in fondo al calice un corpo schiacciato assai fitto, a quattro angoli sporgenti, non più collocato sotto l'ovario, ma spiegato all'intorno di esso sulle pareti del calice.
      Gli stami nascono dai quattro angoli di questo corpo, ed i quattro petali escono dal contorno di esso. Cotesto corpo è pure un disco, che dalla sua situazione attorno al pistillo fu detto perigino. Nel ciliegio e nel pesco, provveduti di calice tubuloso alla base, il disco riveste tutta la faccia interna del tubo, per modo che la corolla e gli stami traggono origine dal contorno di esso.
      Pongasi mente per ultimo al fiore delle ombrellifere e delle rubiacee, per es.., della carota, del cornino, del gallio, ecc., e si troverà che l'ovario è inferiore ed avviluppato dal calice per modo che la sommità sola ne riesce visibile. Su questa sommità medesima scorgesi un corpo più o meno carnoso, affatto distinto dall'ovario: egli è un disco che chiamasi epigino a cagione del posto che occupa al dissopra dell'ovario. Queste tre diverse situazioni del disco rispettivamente all'ovario vogliono essere ben ponderate, imperciocché da esse dipende la diversa inserzione degli stami, da cui si traggono eccellenti caratteri per la classificazione dei vegetabili.
      Biassumendo il sin qui detto, il disco ipogino è collocato al dissotto dell'ovario; il perigino attorno all'ovario, vale a dire sulle pareti del calice ; l'epi-gino sopra l'ovario tuttavolta che quest'organo trovasi inferiore, cioè avviluppato intieramente dal calice.
      Ma i botanici prendono la voce disco in altrisignificati, che crediamo doversi qui accennare. Chiamano disco della foglia la parte ch'è compresa fra i due margini, detta altrimente lembo; chiamano pure disco la superficie che occupano i fiorellini ne'fiori Composti muniti di raggio, e fiori del disco diconsi i fiorellini che dal centro si estendono fino alla circonferenza, dove a guisa di altrettanti raggi stanno impiantati i semi-fiorellini, ossiano i fiori del raggio, come si può vedere nel girasole, nella margherita dei prati, ecc. (V. Composte).
      DISCO OSCILLANTE (fis.).—I fenomeni dello sgorgo dei fluidi sì liquidi che aeriformi sono dei più interessanti ad indagarsi, ed è fra essi specialmente notevole quello del disco oscillante, del quale il nostro fisico Majocchi diede chiarissima spiegazione con un apposito strumento. L'esperienza del disco oscillante si fa nella maniera seguente : si costruisce il piccolo apparecchio della fig. 16 della Tav. GLI IL AB è un tubo un po' conico, avente un'apertura di 5 millim. circa, ed è congiunto col piccolo recipiente c, dalla cui parete superiore s'inalza il tubetto d del diametro di 2 a 3 millimetri, il quale porta una specie di scatola, il cui fondo è ab e sul quale riposa un dischetto di cartone o di legno un po' minore del fondo stesso. Soffiando per l'estremità A, il disco di cartone vien sollevato per certo tratto, indi formasi un efflusso fra i due dischi, e il superiore libero acquista un movimento vibratorio, nè può essere dalla corrente lanciato a maggiore distanza; anzi se si cerca allontanarlo con qualche mezzo si prova una resistenza. Spiegasi questo fenomeno per la rarefazione che prova l'aria uscendo dall'angusto tubetto d, per cui dirigesi nel senso xlella periferia del fondo ab rarefacendosi sempre più; ond'ò che la pressione che l'aria esercita superiormente al dischetto riesce maggiore dell'interna e fa equilibrio colla spinta che la vena aeriforme tenderebbe a dare al disco medesimo di basso in alto. Lo strumentino con cui il Majocchi rendeva palmare la suddetta spiegazione è rappresentato dalla fig. 17 della Tavola citata. In esso ai» è un tubetto conico che diramasi inferiormente in un cannello ripiegato e terminato nella bolla B. In questo braccio riponesi un liquido colorato; indi soffiando per la parte angusta a del tubetto orizzontale vedesi il liquido sollevarsi in c ed abbassarsi in d; all'opposto, soffiando per la parte b lo si vede abbassarsi in c e sollevarsi nella bolla al dissopra del livello d. Nel primo caso è la rarefazione che prova la vena fluida da a verso b che produce diminuzione di pressione, e nel secondo è la condensazione da b verso a che ingenera una maggior pressione (V. Vena flalda).
      DISCOBOLO (archeol). V. Disco.
      DISCOBOLO (zool.). — l discoboli, chiamati da Gouan ìepadogaster, sono piccoli pesci dell'ordine dei malacotterigii di Cuvier, notevoli per le ampie loro pinne pettorali che discendono lungo la faccia inferiore del tronco, ove si riuniscono sotto la gola per mezzo d'una membrana trasversale. Hanno il corpo liscio e senza scaglie, una sola pinna dorsale molle, e mancano di vescica natatoria ; nulladimeno, essendo dotati di molta forza muscolare, nuotano con molta facilità e si mantengono a tutti i livelli. Abitano vicino alle spiaggie, e la loro carne è poco ricercata.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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