Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DISEGNO
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abbraccia quanto si riferisce ad architetture, meccanica e geometria. A questi due sta come di mezzo l'ornato, di cui trattasi distintamente sotto a questa voce.
Disegno di figura. — Un giovane il quale si avvii per la carriera delle arti belle deve sovra ogni altra cosa apprendere il disegno di figura; poiché come nella letteratura lo studio della lingua, cosi in qualsiasi di esse questo disegno vuol precedere ogni altro ammaestramento. E il dilettante stesso deve praticamente informarsene, stantechè la nozione teorica è per se stessa insufficiente a stabilire il suo giudizio e formarne il gusto. Gli stromenti di cui si vale il disegnatore sono la matita di grafite e la penna se il disegno è a semplice contorno ; se è colle ombre, usa matita nera e sfumino, ovvero pennello, ombrando coll'inchiostro della Cina, con seppia, o altro simile, e riservando il bianco della carta pei lumi. Nel caso di dover cancellare, per tor via i tratti segnati colla grafite, si usa gomma elastica; per quelli lasciati dalla matita nerà, ado-prasi mollica di pane. Quando si disegna su carta tinta, i lumi si fanno colla matita bianca. Il disegnatore di figura non procede col regolo e col compasso alla mano ; ma, come diceva Michelangelo, il regolo e il compasso deve averli negli occhi. La giustezza dell'occhio è quella che deve ognora guidarlo ; e se un giovane non arriva a presto possedere un occhio siculo e giusto delle proporzioni e dei rapporti, lasci subito queste arti che non sono fatte per lui. Oltre a ciò, è d'uopo ch'egli abbia facilità e pieghevolezza tale di mano che prontamente e fedelmente eseguisca quanto per mezzo dell'occhio l'animo gli suggerisce. Ma questa facilità si ottiene specialmente coll'esercizio, quantunque taluni siano dalla natura stessa così favoreggiati, che pare ingenita in loro. Una buona ^istituzione artistica adunque deve da bel principio aver sovrattutto queste due cose di mira: 1° di avvezzare la vista del giovane all'esattezza, ch'è la base fondamentale del disegno; 2° di guidar la mano ad esprimere con facilità e precisione fin le più impercettibili mosse e ondulazioni delle linee che danno carattere al disegno. Lo studio dell'anatomia esterna farà intendere all'alunno la ragione di questo avanzarsiritirarsi delle linee; la cognizione della prospettiva gli darà conto degli scorti. Non parliamo qui degli altri studii necessarii a chi voglia giungere a comporre disegni: solo non possiamo trattenerci dal-ì'avvertire come l'ignoranza, fra cui molti degli artisti passano la parte più vitale della loro gioventù, la mancanza d'ogni cognizione fisiologica ed istorica, d'ogni lume di vera, alta e generosa poesia, loro impedisca di levarsi oltre alla sfera di meccanici coloritori o lavoratori di marmo, mentre se fossero colti potrebbero aspirare alla gloria cui tendono i sommi.
Metodi per apprendere il disegno. — Fra i varii metodi che sono stati proposti per apprendere il disegno elementare, noi ci restringeremo ad enunciare i più importanti, e tralascieremo di far parola di tutti gli altri e particolarmente di quelli i quali, togliendo quasi del tutto il concorso della mente nella direzione della mano, riducono l'arte del diseguo ad un mal inteso meccanismo che non può
e non potrà mai produrre opera artistica.. Imperciocché come mai, a cagion d'esempio, sarà atto a condurre un deciso e caratterizzato disegno di un volto quel giovane al quale pel corso anteriore avranno sempre posto innanzi già bell'e contornato il modello che deve delineare? Cotesta invenzione di stampare in linee sottilissime e appena visibili il simile del modello, sì che nel rapporto reciproco, delle parti l'alunno non possa commettere errore, se può per avventura servire a solleticare l'innocente vanità d'una damigella, riesce dannosissima qualora si applichi ai giovani i quali vogliono dedicarsi all'arte. Con siffatto metodo non verrebberomai a saper fare alcuna cosa di buono. Altri simili e più lusinghieri trovati, con cui spesso gli oltramontani si millantano d'insegnare compiutamente in poche lezioni il disegno, si rifiutino dai .saggi,,siccome ciurmerie, o se non si vuol prendere la cosa sul serio, si tengano nel conto di piacevoli trastulli acconci solo a chi ha tempo e danaro da buttar via. Un buon metodo deve bensì essere facile ; ma deve guidar diritto alla meta, che è l'esatta rappresentazione del vero nella sua bellezza ; deve addestrare non solo la mano, ma l'ingegno; deve iniziare il giovane nel santuario della poesia e delle arti.
Benvenuto Cellini credendo essere un grande inconveniente il mettere innanzi ai giovani, pe'loro principii, un occhio umano da ritrarre, come dai più dei maestri si pratica, e come era intervenuto a lui stesso, ed osservami? come l'occhio sia una delle parti più difficili a giustamente rappresentare, propone, nel suo Discorso sui principii dell'arte del disegno, di dare al giovane cose più facili. Laonde, per congiungere alla, facilità anche l'utilità, suggerisce che si cominci dalle ossa, e sceglie per primo l'osso inagg ore della gamba che gli anatomici chiamano tibia. Questo, secondo ch'egli dice, presenta poca difficoltà, e se non alla prima, alla seconda potrà da un fanciullo essere fatto benissimo; il che così non interverrebbe, quando si mettesse a ritrarre un occhio. Quindi passa alla fibula, appresso questa al femore, disegnandoli tutti e tre ravvicinati, come stanno nel corpo, e con a luogo suo la rotella; e ciò vuole si faccia da tutti e quattro i lati, cioè per ambo i prospetti e profili. Così operando si passi a mano a mano finche si venga a mettere insieme intero lo scheletro ; al quale, sempre continuando in siffatta maniera, si verranno a sovrapporre uno per uno i muscoli, finché si costituisca quello che in linguaggio artistico chiamasi anatomia. Questa ora si disegna ritta per .vedere come posa, ora seduta, ed ora con qualche particolare mossa, volgendo la testa ed atteggiando le braccia, e piegando il torso; e « così facendo (sono sue parole) ti verrà fatto un fondamento tanto maravi-glioso, il quale ti faciliterà tutte le grandi difficoltà che sono in questa nostra divin'arte ». E prova la sua teoria coll'esempio di Michelangelo, premette^ dovi questo riflesso, che, « perchè tutta l'importanza dell'arte consiste nel far bene un uomo o una donna, a questo bisogna pensare, che volendogli poter far bene e ridursegli continuamente a memoria, é ne? cessario di venire al fondamento di tali ignudi, il quale fondamento si è le loro ossa: in modo che quando tu ti sarai recato a memoria un'ossatura,
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