Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
720
DISEGNOnon potrai mai far figura, o vuoi ignuda, o vuoi vestita, con errori ».
Per vedere fino a qual punto questa teoria del Cellini sia utile a preferenza delle altre ricevute ; per conoscere se veramente conduca più agevolmente e più sicuramente a dare giustezza all'occhio, facilità alla mano, che è la prima cosa che si ricerca, e per giudicare se per avventura un tale studio di ossa e di muscoli (che certamente vuol poi esser fatto) non possa essere preceduto dallo studio della testa, cominciando dai pochi tratti delle singole sue parti; per ciò fare, noi diciamo, sarebbe necessario entrare in disquisizioni aliene dal nostro scopo; perciò lasciamo intatta la cosa al giudicio di chi col mezzo della ragione e dell'esperienza può meglio chiarirla.
Altro metodo molto più invalso è di far apprendere bene ai giovani la geometria ed il disegno geometrico prima di metterli al disegno di figura, avvertendo tuttavia di far delineare triangoli, quadrati e circoli senza ajuto di regolo o di compasso, colla semplice matita o con penna. Questo, poco dissimile da quello che più comunemente si adotta, veniva particolarmente raccomandato da A.R.Mengs nell'introduzione alle Lezioni pratiche di pittura.
Certo è cosa importantissima che il giovane allievo abbia cognizione delle principali figure geometriche e ne conosca la proprietà, perchè il disegno per se stesso consta essenzialmente della giustezza delle distanze, e l'occhio non può farne la misura se non si sa che sia misura. Ma poiché il maestro dei principii di figura sarebbe in questo caso costretto a fermarsi a lungo nel disegno geometrico, meglio pare che siffatti studii, in sè diversi, diversamente si facciano ; e che il maestro di figura non sia costretto a fare il maestro di geometria. Anzi, avvezzato che sia il giovane alla matematica precisione che danno il regolo ed il compasso, potrà subito, coll'ajuto di figure geometriche, paragonando, riconoscere la giustezza delle linee della figura. Pertanto nelle Accademie e presso la maggior parte dei professori si usa porre innanzi ai giovani (Tav. CCXXXVIII, fig. 1) un occhio di profilo consistente in pochi tratti, a regolare i quali è condotta per mezzo al medesimo la retta orizzontale ah, intersecata dalla perpendicolare ed. Quindi, allorché coH'ajuto di queste due rette regolatrici sono giunti a ben disegnare questa prima figura, già si può porre innanzi la fig. 2, in cui il giovane, per mantenere giusta l'altezza delle pupille e la convergenza del globo dell'occhio, può supporre tirate quivi parimente le due rette, e così eseguire il suo disegno come se esse vi fossero. Da questo può passare alla fig. 3, e quando egli precisamente e francamente l'abbia eseguita, allora può mettersi a disegnare l'occhio di prospetto (fig. 4), in cui le linee essendo più complicate, riescono alquanto più diffìcili. Ma questa difficoltà viene in gran parte spianata dal dividere l'occhio in tre parti sulla retta trasversale ab che passa pel centro, colle perpendicolari c, d, e, f ; imperocché col mezzo di esse più evidentemente si possono a vista misurare le distanze. Poscia l'occhio simile (fig. 5), dopo il quale passerà alla fig. 6. Ciò fatto, potrà disegnare successivamente le altre parti del volto, finché, stu-
diate ch'egli le avrà separatamente, le possa poi delineare unite e formanti ciò che si chiama maschera. Questi disegni si possono eseguire o con matita di grafite, o nera, ovvero anche con penna. In quest'ultimo genere di disegno 6i cercano le linee colla matita di grafite, e stabilite che sono, vi si viene sopra colla penna, usando, a preferenza degli altri, inchiostro della Cina, e poi nettando il disegno con gomma elastica. Le penne di corvo sono le migliori ; le metalliche di Perry, ad uso dei disegnatori, per la loro bontà già vennero comunemente adottate.
Noi ci siamostudiati di dare nelle Tav. CCXXXVIII e CCXXX1X un saggio di corso progressivo, acciocché il lettore abbia con ciò le prime idee, onde non lasciarsi corrompere alle stranezze che tuttodì ci si presentano, e all'uopo valersene per primo incamminamento all'istruzione sua od altrui. Nella Tavola CCXL diamo due teste, l'una (fig. 1) veduta di profilo, l'altra (fig. 2) veduta di prospetto. Queste sono fatte per rappresentare le parti in che si divide comunemente la testa dell'uomo, prese per norma le misure dell'Apollo di Belvedere. Le parallele h, /, e, d, c sono egualmente fra loro distanti e dividono per l'altezza la testa in quattro parti eguali : così che prendendo sulla linea ab (fig. 2) dalla sommità della testa b fino alla radice dei primi capelli sulla linea /'vi sarà una misura, cioè un quarto di testa ; dalla radice dei capelli al sopracciglio, dove la linea c interseca ab, un altro quarto ; dalle sopracciglia all'estremo del naso, un altro; e dall'estremo del naso nella linea d, fino al mento in c, l'ultimo quarto. Dividendo poi di nuovo questa misura in quattro parti e su questa stessa perpendicolare ab, nel punto dove è tagliata da e, prendendone un quarto verso la parte inferiore, e conducendo la parallela i, questa passerà per il mezzo degli occhi; così pure dall'estremo del naso in giù prendendone un altro quarto e tirando g parallela a d, la linea g segnerà il mezzo della bocca. La testa poi serve di misura a tutto il resto del corpo; onde per dinotare se una figura è più o meno svelta, i disegnatori usano servirsi di questa espressione : è di sette, è di otto teste. Di sette teste e mezzo all'incirca è la Venere de'Medici; maggiore alquanto di otto è l'Apollo di Belvedere. Queste divisioni della testa, valendosi, come abbiam fatto, delle parallele, sono indispensabili ai principianti ed utilissime agli artisti allorché disegnano teste assai inclinate o piegate in guisa che facciano difficili scorti, per vedere se sono bene messe insieme; allora le parallele, invece di essere linee rette come nelle figure 1 e 2, saranno più o meno curve, adattandosi alla piegatura della testa, com'è indicato nella fig. 3 e 4 della medesima Tav. CCXL. Ciò fatto, il giovane potrà procedere a disegnare alcuno teste, prese per modello le migliori, cominciando dal facile e salendo al difficile. Nella Tavola CCXLl (fig. 1 a 5) abbiamo dati alcuni esempi di teste ricavate dall'antico, scegliendo quelle che non solo primeggiano per bellezza, ma che sono riguardate come tipi di espressione particolare. Esercitatosi alquanto intorno alle teste ed appreso a ritrarre bene il carattere dei due sessi e di tutte le età, potrà passare alle estremità. Chiamatisi estre»
| |
Cellini Mengs Lezioni Accademie Tav Cina Perry Tav Tavola CCXL Apollo Belvedere Venere Medici Apollo Belvedere Tav Tavola CCXLl
|