Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DISEGNOTiene a conoscere gli effetti del rilievo, le gradazioni del chiaroscuro, gli scorti; e si abilita a disegnare dal vero. Per gli scorti gli resta indispensabile lo studio della prospettiva ; e per darsi ragione delle mosse, lo studio dell'anatomia, e specialmente della osteologia e miologia. Qui pertanto, nel sistema comunemente ricevuto, egli potrebbe mettere in opera quello che Benvenuto Cellini proponeva per principio, e che noi abbiamo riferito più sopra.
Disegno dal vero. — Nel disegno dal vero devesi qui far astrazione dal colorito, perchè allora verrebbe ad essere pittura. Perciò il disegnatore deve considerare nel modello che ritrae i soli effetti del lume e delle ombre sul rilievo, come se disegnasse un gesso. Deve dare al suo modello la miglior posa che sia possibile; porlo a tal luce che la parte, secondo cui si ritrae, presenti una graziosa mescolanza di lumi e di ombie, e collocarlo a tale altezza che (siccome avverte Leonardo da Vinci nel suo Trattato della pittura) l'occhio di colui che è ritratto sia al livello di colui che ritrae, ed a tale distanza, che sia almeno tre volte maggiore dell'altezza che la persona a ritrarre presenta al disegnatore. Qui una grande difficoltà è quella d'impadronirsi di quei tratti caratteristici delle parti mobili, come degli occhi, della bocca, delle guancie, ecc., i quali dànno la giusta espressione dell'aria della persona sì che paja viva e spirante. Nello studio del nudo è necessaria più che mai la conoscenza delle proporzioni del corpo umano ; queste sono la guida dietro cui l'artista mette insieme la figura, senza che l'un membro sia dall'altro difforme. Pertanto, come si è diviso la testa in quattro parti eguali, cosi, presa come misura del corpo intero la testa, esso divide si (per la sveltezza media) in otto teste, in guisa che all'osso pube si trovi la metà dell'altezza, al ginocchio il quarto per la parte inferiore ; e per la parte superiore il quarto si trovi allo sterno. Ma poiché d. ciò dovremo altra volta parlare, per non ripeterci'rimandiamo il lettole all'articolo Proporzioni del corpo umano, ove cominciando dal così detto Canone di Policleto, e venendo alla Statua di Leon Battista Alberti, parleremo delle misure che G. Volpato e R. Morghen ricavarono dall'antico, non che di altre, dateci da autori più recenti, tratte dal vero in soggetti di razze diverse.
Per la stessa ragione dobbiamo rimandare i nostri lettori agli articoli speciali su ciò che concerne la Mossa, l'Equilibrio del corpo, Veffetto delle Passioni sul volto e sui movimenti delle membra. Alla parola Panneggiamento esporremo pure ciò che riguarda lo studio delle pieghe; come alla voce Modello verremo trattando più compiutamente quello che non ha guari, discorrendo dello studio dal vero, si accennava.
Disegno di animali. — 11 disegno di animali può essere considerato o come parte principale, o come accessoria di un altro soggetto; nel primo caso è necessaria la cognizione dell'ossatura e della forma dei muscoli dell'animale che si vuol disegnare, per atteggiarlo con varietà e precisione alle varie mosse in che si rappresenta. Un buon esercizio a maneggiar la matita, l'occhio sicuro, e lungo studio dal vero guidano alla riuscita; ma bisognerebbe che chi vuol darsi a siffatti lavori già avesse fatto i suoistudii elementari di figura umana; perchè cominciando subito dal vero, sia cavallo, sia cane od altro, non potrebbe formarsi sufficiente idea delle proporzioni e della differenza che vi passa in un oggetto dall'esser vero all'essere ritratto; inoltre, anche copiando esemplari stampati, se non ha sicure e facili norme, con assai maggiore difficoltà arriva all'esattezza. Se poi il disegno di animali è cosa accessoria, chi disegna bene la figura umana facilmente verrà pure a ritrarli o da studii fatti sul vero, o da sculture o pitture, o dal vero stesso, purché voglia esser fedele a ciò che l'occhio suo gli presenta. Una bella collezione di studii d'animali fatta dal vero ci diede, or son pochi anni, il francese Adam in litografie ombrate e lumeggiate di bianco, la quale il dilettante vago di queste cose può con vantaggio consultare. Chi vuol divenire artista, studii gli animali nelle più accreditato composizioni degli artisti, e specialmente nelle sculture e sul vero.
Disegno di paese. — Questo genere di disegno può essere preso di per se, senza prima cominciare dalla figura; e come parte accessoria della figura, e come ornamento di civile educazione, ha leggi e norme particolari. Dovendosi discorrere altrove della maniera di disegnarlo e ricavarlo dal vero, rimandiamo alla voce Paese per quel che spetta alla presente materia. Che se si tratta di copiare da un modello, si procede come in ogni altra copia: cioè segnando prima leggermente il contorno, quindi rinettando questo contorno sì che si accosti più da vicino che sia possibile all'originale ; poscia venendovi sopra colle ombre, cominciando sempre dalle più intense, e lasciando intatto il bianco nella carta pei lumi. L'acqua, il cielo, le fronde, il terreno, le roccie vogliono ciascuna il loro speciale lavoro, che un eccellente esemplare farà conoscere in pochi ietanti meglio che un lungo discorso. A rendere facile lo studio dei principii del disegno di paese, usasi da una parte del foglio d'esemplare dare incisa o litografata una veduta, un albero, ecc. a soli contorni, e lì vicino porre il medesimo oggetto colle ombre e coi lumi, ambedue nella stessa precisa forma e grandezza. 11 C appeggiar bene le piante e dare chiarezza e trasparenza alle acque è una delle maggiori difficoltà che incontrano i dilettanti di paese. Lo studio sui paesi di Claudio di Lorena e d'altri simili valenti pittori, e dopo questi il vero, ammaestreranno chi vuole divenire artista.
Disegno dei fiori, frutti, ecc. — Fra le cose che più vaghe ci si presentano agli occhi, sono certo i fiori; in essi pare che la natura abbia voluto fare uno sfoggio della ricchezza di tutti i colori congiunta con la più glande diversità delle forme. Qual più soave intrattenimento per una gentile donzella, che ritrarre queste delizie dei campi ! Qual più onesto passatempo, che rendere col disegno durevole la troppo rapida caducità della loro bellezza! Quei calici onde sbocciano corolle in sì elegante maniera formate, e ripiegantisi in tante e sì dissimili fogge ; quegli steli, quelle foglie, quei bottoncini così bene uniti in ramoscelli o fascetti ; quella prodigiosa diversità delle linee, che nel disegno vi risultano, non possono a meno che, cattivando l'ammirazione, far nascere il diletto nel ri-
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