Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DISENTERIA
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Blane, in una febbre occupante gl'intestini; Federico Hoffmann, Deguer, Zimmermann, Bruning, ìiell'acrità della bile; Naumann, nel sistema nervoso ; Spath, Hauff, nel sistema gangliare ; Leube, nelle vene; altri finalmente in un'affezione primaria del sangue. Giova però distinguere la disenteria semplice dalla maligna, imperocché la prima si può considerare come una irritazione od infiammazione degl'intestini crassi, e specialmente del retto, ora più, ora meno profonda, e spesso sostenuta da causa reumatica. Invece nella maligna il sistema nervoso è sempre gravemente affetto, sia per la diffusione della stessa flogosi, sia, e ben più sovente, per essere stato il medesimo fortemente bersagliato prima della malattia dalle cause che la provocarono ; e nei casi in cui questa sia provocata da infezione, non sarà nè anco assurdo il credere affetta più o meno profondamente la stessa crasi sanguigna. Riesce pei tanto di somma importanza il separare le une dalle altre le varie specie di disenteria; perciò gli autori distinsero la disenteria semplice che precede l'angina, le affezioni catarrali, la diarrea, ed è accompagnata da sintomi leggeri e presto si dissipa; la reumatica, alquanto più grave, di un corso più irregolare, e cagionata da mutazioni atmosferiche, o succeduta ad artritide o reumatismo ; la mucosa o pituitosa, che è assai frequente nei bambini all'epoca della dentizione, e ben sovente sintomo di febbre mucosa; la verminosa, sostenuta dalla presenza di lombrici ed altri vermi; la saburrale, cagionata da gravi disordini dietetici; la biliosa, che assale di preferenza gli epatici, ed è spesso sintomo di febbre biliosa; la periodica, che si accompagna sovente colle febbri intermittenti, e cede sotto l'uso di rimedii specifici ; l'infiammatoria, distinta per segni manifesti d'infiammazione, e che bene spesso si complica con qualche grave flogosi viscerale; la maligna, che assale gl'individui debili, cachettici, bersagliati da grave cordoglio, affetti da tifo, vajuolo, scarlattina o morbillo di cattiva indole, oppure che si comunica per infezione o per contagio, ed in cui i sintomi indicanti l'affezione dei centri nervosi, e bene spesso l'alterazione della crasi sanguigna, sono evidenti. In seguito a questa distinzione, chiaramente apparisce, essere la disenteria malattia ora assai leggera, ora gravissima, e doversi talvolta anche giudicare mortale fino dal primo momento in cui essa si manifesta. In generale però essa è più grave nei vecchi, nei bambini, nel sesso maschile e nelle costituzioni rovinate ; e più mite nelle circostanze coutrarie. Sono di cattivo augurio il vomito frequente di materie biliose, sanguigne o fecali, il dolore fisso, incessante, esacerbantesi sotto il tatto, o la repentina cessazione di dolore acuto ; la lingua secca, rossa, splendente o nera, rugosa; la tosse molesta, la deglutizione impedita; il singhiozzo; l'espulsione di sangue pretto, o di materie nere e putrescenti ; le afte alle fauci ed al retto, l'eruzione miliare; il delirio, gli svenimenti, le convulsioni ; la paralisi delle estremità inferiori ; l'urina scarsa e limpida; il tremito della lingua e delle membra; il polso piccolo, vermicolare, intermittente; il tumore delle parotidi; la gangrena parziale; l'apparizione di petecchie, ecchimosi, o ve-
sciche; l'edema delle estremità; gli occhi stravolti; la cute fredda e contratta. Invece lasciano sperare in bene: la remissione di tutti i sintomi, e specialmente dei tormini e del tenesmo ; l'espulsione di materie fecali; la cute molle e pastosa; la lingua umida; il sudore spontaneo, acqueo ed abbondante; la diminuzione della sete, il desiderio di alimenti; l'urina abbondante e naturale; il passaggio della disenteria in diarrea.
Riguardo al metodo di cura da adoperarsi, quantunque in generale esso debba essere antiflogistico, tuttavia presenta alcune differenze, secondo la natura della disenteria, o, a dir meglio, secondo le cause che la provocarono e la sostengono. Infatti nella disenteria semplice e mite i mucilaginosi, diluenti, oliosi, il riposo, i bagni, e sul fine qualche gocccia di laudano e qualche grano di polve» e di Dower saranno sufficienti. Nella reumatica, premesso un metodo antiflogistico più o meno energico, secondo la gravezza del male, le infusioni di fiori di sambuco o di tiglio, il roob di bacche di sambuco, lo spirito di Minderero, la polvere del Dower, l'ipecacuana ed i revellenti esterni sono indicati; nella pituitosa raccomandasi lo stesso metodo consigliato nella febbre mucosa (V. Febbre); nella verminosa gli antelmintici, e specialmente il calomelano, varranno ad allontanare le cause; nella biliosa l'ipecacuana, il tartaro emetico a dosi rifratte, il tamarindo, i sali neutri, il rabarbaro, le bevande subacide, e sul fine i tonici ed anche gli oppiati a dosi rifratte, sono indicati, non tralasciando però da principio, nel caso di grave ingorgo al fegato, le deplezioni sanguigne locali, od anche universali, se indicate; nella periodica, tolta la complicazione flogistica, o diminuito io stato congestizio, le preparazioni di corteccia peruviana, sole od unite agli oppiati, sono vantaggiosissime; ne\Y infiammatoria il metodo antiflogistico più energico, non risparmiando le deplezioni sanguigne, specialmente sul principio, le bevande fredde ed anche ghiacciate, sono da adoperarsi prontamente ; nella maligna si dovrà specialmente avvertire i sintomi i più imponenti, e dirigere a quelli la cura, avvertendo però di risparmiare le forze dell'individuo, e di non operare in modo precipitoso e tumultuario, trattandosi di malattia o periodo necessario, ed in cui il sistema nervoso è sommamente bersagliato e la crasi sanguigna più o meno alterata. In una parola, gioverà in essa il metodo generalmente raccomandato nelle affezioni tifoidee (V. Tifo e Tifoideo). Finalmente quando la disenteria è passata allo stato di cronic'smo, si potranno impiegare gli astringenti più attivi, gli oppiati a gran dosi, anche a rischio di ridestare uno stato d'infiammazione, il quale talvolta è necessario per guarire da questa affezione così ribelle. Qualora la malattia sembri provocata da infezione o contagio, la segregazione degl'infermi, la ventilazione, od anche i suffumigi di cloro sono indicati per impedirne la diffusione dagl'infermi ai sani. Dovrassi poi attendere soprattutto in questa infermità al regime dietetico, stantechè un menomo disordine basta talvolta a provocare una recidiva, che può essere in breve tempo funesta. Quindi, durante il corso della malattia, la dieta severa ristretta a semplici be-
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