Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DISINFEZIONE, DISINFETTANTIcui furono originati infusorii che taluno giudicò crittogame, altri esseri animali.
Salisbury osservò eziandio corpuscoli nei vapori condensati nelle vicinanze di Lancaster nell'Ohio, luogo ove acque stagnanti coprono un terreno di alluvione ed avventano principii infetti nell'aria ; i quali corpuscoli si componevano di una celluletta longitudinale, somigliante ad alghe microscopiche, con nucleolo contenuto entro viluppo cellulare, infrapponendosi uno spazio comparativamente molto largo tra il nucleo e il viluppo. Ne scoprì eziandio nella saliva degli abitanti, che sono pallidi, smunti, fievoli, travagliati da febbri di periodo e da cachessia paludosa. Per accertarsi che i produttori della febbre esalassero dalla palude, empì una cassetta di quella terra e la trasportò in sito montuoso di aere saluberrimo, e ne pose ad una finestra che dava luce ad una camera del secondo piano. Sulle pareti dei vasi sospesivi al di sopra, nel giorno seguente, apparvero i corpuscoli, e due giovani dimoranti nella camera furono presi da febbre intermittente.
Più umano, il Kuchenmeister istituì le sue prove su montoni, per dimostrare che dalla eruzione vacuolosa si spiccano germi miasmatici, trasportabili dall'aria. A quest'effetto fece respirare dagli animali l'aria che era feltrata pel tessuto di una camicia che aveva indossata un vajuoloso, di cui le pustole erano già ombilicate, e dopo nove giorni apparvero vajuoli sulla pelle glabra della faccia interna delle coscie.
Pouchet intraprese varie indagini sull'aria espirata da bambini ammalati di tosse asinina e convulsiva, in ciascuno dei quali erasi fatta l'ulcerazione sotto-linguale. Quell'aria, raccolta debitamente, si mostrò ricca di un numero sterminato d'infusorii, identici per tutti i casi, tra cui il monas termo ed il baeterium termo, con altri in numero minore, come il monas puncium ed il bodo punctum, annoverati comunemente dai micrografi fra i bacterii, baeterium bacillus.
L'aria può caricarsi di bacterii dalla semplice vaporazione dell'acqua che ne contenga, per quanto tale evaporazione si faccia regolare, e senza essere lambita più o meno rapidamente dalle correnti atmosferiche. E di fatto il Cohn ebbe ad osservare che ponendo acqua con bacterii, versandone per l'altezza di qualche centimetro in bicchiere, sovrapponendovi una lastra di vetro in modo da chiuderne la bocca, scalcando a 25°, tenendo raffreddata la lastra esternamente con etere, sulla faccia che guarda il liquido si raccoglie vapore acqueo condensato in forma di rugiada, la quale, esaminata col microscopio, mostra di contenere un numero stragrande di micro-bacterii della forma sferoide ed anche della cilindrica. Adunque, conclude il Cohn, questi sono i germi dei bacterii che sono sollevati nell'aria dalla evaporazione dei liquidi o dei corpi putrescenti, che si aspirano e si depongono nei polmoni, e sono diffusi mediante le pioggie. Hanno vitalità straordinaria che resiste a qualsivoglia lungo soggiorno che facciano nell atmosfera, si nutrono delle sostanze albuminoidi, e sono (continua il Cohn) gli unici organismi che ne producono la putrefazione. Altri esseri microscopici, per esempio, le muffe e gl'infu-sorii, invadono gli albuminoidi, v'inducono scompo-
sizioni speciali, non peranco bene studiate, ma non la vera putrefazione. Per conseguenza distingue i bacterii col nome di saprogeni o generatori della putrefazione, dai saprofiti (piante che si nutrono di sostanza putrida e sono le muffe), e dai saprosoi, od animali che si nutrono pure della sostanza putrida.
Ma i bacterii, come si accennò delle spore, sono produttori di malattie ? Intorno a tale quesito dissentono i fisiologi: Jaillard e Leplat lo negano, Davaine, Signon, Tigri e Polli lo affermano. 1 primi introdussero per injezione o per la giugolare o nel tessuto cellulare liquidi diversi contenenti miriadi di bacterii, e non videro susseguirne malattie ; gli altri riuscirono a contrario effetto quando si valsero di sangue con bacterii estratto da un animale infermo di morbo infezioso. Jaillard e Leplat opinarono che gli effetti morbifici di quel sangue non derivassero tanto dagli esseri microscopici contenutivi, quanto da qualche principio di decomposizione ; ma il Polli, tra gli altri, gli oppose il risultato di esperienze da lui eseguite con sangue putrefatto da un pezzo e privo di bacterii, e sangue putrefatto da poco e riccamente bacterioso, dalle quali gli fu provato che il primo non ingenerava che lievi disturbi nello stato normale dell'animale sperimentato, mentre il secondo sempre vi suscitava una malattia accompagnata da gastro-enterite, da dissenteria e da emorragia, osservandosi inoltre nel sangue ammalato, o più presto che nel sano (dopo l'estrazione), la esistenza o la comparsa di bacterii e vibrioni.
Comunque sia, e considerando pure la questione indÌ8ciolta, e supponendo che i bacterii non tornino malefici, devesi tuttavolta avvertire com'essi non appajano mai soli nei liquidi organici in atto di fermentazione putrida o no ; che le sostanze putrescenti racchiudono principii capaci di provocare morbi gravi e mortali, diffusibili; che però è indispensabile di correggere e purgare le arie e le acque infette, impedire il successivo infracidare delle materie putrescibili, spegnendone il moto di scomposizione, e con esso i germi, che vi si annidano e svolgono e sprigionano, di esseri tenuissimi o di particole, invisibili talvolta fino per mezzo dei microscopii ordinarii, aventi la trista efficacia di arrecare infermità ad intiere popolazioni e mieterne le vite.
Tra le sorgenti principali dei germi mentovati sono da annoverare particolarmente i siti palustri, vere scaturigini di miasmi micidiali. Ivi la rugiada è perversa sempre, nella stagione estiva, tanto che gli abitanti sono costretti di non uscire nel mattino che a sole progredito di qualche ora, e di rifugiarsi nelle loro case prima del tramonto. I vapori acquei, condensati nella notte, e che cominciano a vaporare al sorgere del giorno, trasportano in alto i principii dell'infezione, e li spargono per lo strato in cui si respira; e quelli che si ricondensano verso la sera, riprecipitano gli esalati, che perciò, respirandoli in copia maggiore, s'introducono nei polmoni e vi pigliano stanza.
11 Bechi, nel 1859 e 1860, se ne valeva per condensare l'aria delle maremme toscane, nelle nott? estive e calde, e ne otteneva un liquido limpido, chiaro, inodoro e di lieve odore pantanoso, e che
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