Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISINFEZIONE, DISINFETTANTIl'area di un millimetro ce ne vorrebbero 25,000, e per averne la stessa misura cubica se ne esigerebbero 625,000,000. Anche supponendo che le spore abbiano un peso superiore nella densità a quello dell'acqua, in maniera da essere rappresentato con 1,5, un millimetro cubico delle medesime non supererebbe un milligramma e mezzo, talché in tutto il tempo che corre la stagione febbrifera se ne ingojerebbero gr. 3,15.
      t Accennerò anche ad un nuovo fatto da me osservato nel decorrere dell'anno passato, ed ultimamente comunicato al Regio Istituto di scienze e lettere in Milano, che riguarda l'alga mentovata. Durante la primavera, la stagione estiva, e l'autunnale, in Mantova ebbe il predominio la infezione vajuolosa, che mietè parecchie vittime. È opinione dei medici più distinti che, mentre una malattia epidemica infierisce, un'altra non possa prendere il predominio. Avendo nel maggio dell'anno passato ripreso i miei studii sul miasma palustre, vidi nei primi giorni comparire diffatto l'alga, ma assai scolorita ed esile. Abbandonandola a se medesima, venne meno e diede luogo invece, e prese il predominio una nuova forma di microfito, costituita da tanti otricoli foggiati ad ovulo, col contorno ben definito e più sicuro, e che portava al centro un punto oscuro come un ombellico. Nello stesso tempo vedevasi chiaramente che attorniava i filamenti dell'alga, e scorgevasi vivere a spese dell'organismo di essa, che in breve tempo veniva meno e periva. Durante quel tempo l'infezione vajuolosa infieriva, e non manifestossi che qualche raro caso di intermittente.
      « Non posso terminare questo cenno senza dire qualche cosa di un'azione speciale che possiede l'alga sulla chinina. Mescendo rugiada carica di spore col lattato di chinina, sembra a prima vista che quelle muojano; ma abbandonando a se medesima la soluzione per qualche tempo, l'alga cresce anche nella chinina, e può dare frutti, quantunque assai più esile e malaticcia di quel che si mostri nelle soluzioni zuccherine.
      « Ciò spiegherebbe il perchè coloro che sono presi dalle febbri in regioni paludose siano costretti a curarsi colla chinina pur dopo avere abbandonati que' paesi, ed a proseguire la cura sino a che sia' o espulse le spore che danno origine alla pianticella nell'interno dell'organismo. E darebbe anche la ragione per la quale oggi alla cura dei chinacei debbasi aggiungere quella dei diuretici e dei sudoriferi.
      « La chinina pertanto non sarebbe un febbrifugo, nel senso vero della parola, ma un preservativo dalle febbri, la qual cosa verrebbe eziandio confermata dal fatto, che i soldati di guarnigione a Mantova, costretti a guardare di notte gli spalti della città e dei fortilizii, ora non cadono che assai più di rado sotto all'influenza del miasma, dacché il cav. Tunisi, medico militare, li costrinse prima della guardia a far uso di un liquido alcoolico, nel quale stanno sciolti alcuni centigrammi di solfato di chinina ».
      Quali sono i messi piti acconci per la disinfezione, proposti e praticati a norma dei moderni suggerimenti dalia scienza. — Passate in rassegna le osservazionipiù giustamente credibili dei varii sperimentatori sulle cagioni onde l'aria e l'acqua divengono infette, e veduto come molto probabilmente ciò succeda per l'esistenza di esseri microscopici, e dei loro germi, quali di natura vegetale e quali di natura animale, verremo ora a trattare detmezzi più efficaci per distruggerli ed impedirne la propagazione.
      Già notammo sino dal principio che si sogliono distinguere le materie che rendono pericolosa la respirazione di certe arie, in due classi, in quella cioè delle fetide o puzzolenti, le quali, se arrecano qualche nocumento alla salute, non possono direi generatrici di miasmi, e nell'altra delle infeziose le quali, inodore, e perciò indiscernibili dall'olfatto anche il più squisito, sono poi fomite di alta virtù malefica, d'onde le febbri periodiche, le tifoidee, le malattie pestilenti, ecc. Fatta tale distinzione, ne seguita necessariamente il triplice ordine dei processi di purgazione: 1° quello in cui si usano i defetoranti (cloro, bromo, acido nitroso, ecc.); 2° quello in cui si adoperano i vari* disinfettanti (acido fenico, creosoto, fumi empireumatici) che hanno virtù di uccidere i germi e gli esseri microscopici morbi-geni; 3° quello in cui si pongono in azione quei mezzi che agiscono defetorando e disinfettando ad un tempo, come si crede dell'ozono. Tanto circa ai defetoranti quanto rispetto ai disinfettanti per l'aria, i liquidi ed i solidi in via di corruzione o corruttibili, recammo le opinioni, i pareri, le esperienze e le classificazioni dell'Hoffmann, dell'Harris, del Robertson, del Borsarclli, del Guerri e Fasoli e di altri; non tacendo le contraddizioni che si riscontrano intorno all'efficacia antisettica di taluno dei disinfettanti, che sappiamo lodati da parecchi, e che al crogiuolo dell'esperienza si dimostrarono o inerti, o poco attivi. Ciò premesso, qui reputiamo utile di ritornare sul detto argomento, riportando le coso annunciate e le conclusioni prese all'Accademia delle scienze di Parigi nell'anno 1870, non senza avvertire che si diede per nuovo il già conosciuto, come dimostreremo ; dopo di che verremo esponendo quali siano le maniere già consigliate per la defetorazione e la disinfezione nei casi più consueti della pratica antisettica.
      Il Faye lesse alla detta Accademia una sua memoria, nella quale, dopo aver premesso che oramai si devono nelle emanazioni insalubri, derivanti da sostanze organiche in decomposizione, discernere i gas puzzolenti dai principii infeziosi, insistette sulla preferenza da concedersi ai composti fenici più che al cloro per le disinfezioni, applicandoli eziandio alle piaghe purulente. Dumas sorse in allora ad avvertire che già l'uso dell'acido fenico, come preservativo contro il contagio, era in uso presso l'Amministrazione delle pompe funebri, da cinque a sei anni, in tutti i casi di malattie epidemiche, come il colera, il vajuolo, ecc. ; aggiungendo che l'assistenza pubblica faceva l'ugual cosa per gli ospedali, avendo il ministro per l'interno raccomandatone l'adoperamento generale in qualsivoglia morbo creduto contagioso. Il cloro od ipoclorito di calce non è pertanto lasciato in disparte, dacché se ne giovano per defetorare il pavimento, l'aria, i liquidi resi puzzolenti, notando che mentre il cloro decompone i gas idrogenati nell'aria, l'acido fenico adempie ad un
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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