Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISINFEZIONE, DISINFETTANTI
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      ufficio duplice, quello cioè di combinarsi cogli albu-minoidi in decomposizione, unendosi loro al modo onde una materia conciante colla gelatina, ed impedendone il successivo decomporsi ; e l'altro di uccidere i germi, siano vegetali che animali. Pertanto egli conchiuse raccomandando nella disiniezione gli ipocloriti e l'acido fenico contemporaneamente, ad ottener i due scopi di defetorare e di disinfettare, e con ciò sanificando di nuovo l'aria.
      11 Chevreul, interloquendo nella stessa discussione, non ammise la sola efficacia defetorante del cloro (e forse ebbe ragione), ma la volle più estesa, cioè capace anche parzialmente di disinfettare, per la forza decomponente sulle materie organiche, fra le quali jwssono essere miasmi, virus, ecc.; dacché, come ebbe a notare, intervenendo il cloro colle qualità di un potente ossigenante, deve operare a somiglianza dell'acqua ossigenata e, aggiungasi pure, dell'ozono.
      11 Polli già da tempo aveva accennato alla differenza capitale tra defetoranti e dinfettanti, e se la memoria non c'inganna, il primo a farne parola fu il Robiquet, per cui il Dumas ragionevolmente potè osservare al Faye, che la distinzione da lui fatta era già nota, e non troppo recente. Per conseguenza, attenendosi ad essa, chiara apparisce la necessità di usare ambedue i generi delle sostanze si a togliere il fetore, che ad uccidere i germi, e fare ostacolo al successivo sviluppo della corruzione; onde, partendo da ciò, verremo esponendo i modi più seguiti e consigliati per la disinfezione dell'aria ; per quella delle acque, pei pannilini, utensili e cadaveri ; per le feci e cloache, per gli ospedali civili e pei militari in cempo di guerra, aggiungendo in ultimo le indicazioni di alcuni dati pratici pel tempo d'infezione colerosa.
      Bisinfettone dell'aria. — Togliere i principii malefici dall'aria dei luoghi aperti, ossia dell'atmosfera libera, è cosa di tale e tanta difficoltà da non potersi eseguire con mezzi suggeriti dalla chimica, come si può operare in camere o sale abiante ; l'unico modo per riuscire a sanificare l'ambiente respiratorio generale consiste nei lavori di colmata delle paludi, scolo delle acque, impedimento alla promiscuità delle acque salse colle dolci, piantamenti estesi d'alberi, coltura del terreno coi cereali, erbe da foraggio, ecc.; insomma, togliere la sorgente dell'infezione che risiede negli stagni, moltiplicare gli agenti di ozonizzazione in grande che sono i vegetabili.
      Per la disinfezione dell'aria limpida, il Figuier si fece domanda, se l'aroma dei fiori non fosse da reputarsi di grande efficacia, congetturandolo da ciò, che nell'Oriente e nei paesi caldi, ove per l'incuria pubblica e privata non si attende alla pulitezza, e però non si cerca di estinguere i fomiti d'infezione, si usano ad un tempo gli aromi in grande abbondanza, i quali forse agiscono come micidiali dei germi miasmatici.
      Altri, ammettendone la virtù antisettica, supposero che derivi dalla facoltà ozonizzante che gli olii volatili posseggono rispetto all'ossigeno atmosferico; ed il prof. Mantegazza, volendo chiarire l'argomento, istituì parecchie esperienze, di cui ecco i risultati più importanti:
      1° Le essenze di menta, trementina, garofani, lavanda, bergamotto, anici, noce moscata, cajeput,
      timo, palmarosa, lauroceraso, provocano, col concorso della luce, abbondantemente, la conversione dell'ossigeno aereo in ozono ; in copia perfino maggiore di quanto si ottenga col fosforo, coll'elettrico, col permanganato di potassa, onde la loro ossidazione è un mezzo comodo di ozonizzazione, dacché ne producono ed hanno azione durevole.
      2° Per lo più riescono ozonizzanti, coll'influsso della luce diretta ; più lente a luce diffusa; inerti nell'oscurità. In qualche caso, un'essenza che acquistò la virtù ozonigenica dall'influsso della luce diretta, la conserva eziandio tenuta nelle tenebre.
      3° Un recipiente profumato, dopo più lavacri col-l'alcoole, può talvolta continuare ad ozonizzare l'aria, per le esalazioni che emana da quel velo sottilissimo dell'essenza rimastagli aderente alle pareti.
      4° Le essenze di maggior forza ozonigenica sono quelle di lauroceraso, palmarosa, garofani, lavanda, menta, ginepro, limoni, finocchi, bergamotto; meno attive apparvero quelle di anice, noce moscata, cajeput e timo'. Avvertasi che si esperimentò con essenze del commercio, e per conseguenza di non certa purezza.
      5° La canfora è meno ozonizzante delle essenze mentovate ; l'acqua di Colonia, l'acqua di miele ed altre tinture aromatiche e profumi ozonizzano come fanno le essenze, concorrendovi la luce diretta.
      6° I fiori di narciso, giacinto, museali, reseda, eliotropio, alisso, convallaria, ecc., svolgono l'ozono in vasi chiusi ; i fiori inodorosi non ne svolgono punto; i poco odorosi, poco.
      7° L'aria profumata e ozonizzata, passando per tubi stretti, non dà contrassegno di contenere l'ozono : uscita appena dai tubi e nel diffondersi fino ad un certo limite, lo fa manifesto.
      8° A cielo aperto le cartoline ozonometriche, collocate tra cespugli fioriti o nelle corolle, possono non renderlo palese, quand'anche vi si trovi presente.
      Quanto al sotti arre i principii malefici nelle arie confinate, ed in quella uscente dalle infermerie, pai -ticolarmente nei tempi d'infezione, furono suggeriti mezzi meccanici, e mezzi fisici e chimici; i primi consistenti in una regolare e continua ventilazione, per modo che l'aria si rinnovi nel locale, e così nel suo mutarsi continuato porti seco gli effluvii perniciosi che si sviluppano dal respiro degli ammalati e dalle loro secrezioni. Ma la semplice ventilazione, se può bastare nelle condizioni ordinarie di salute pubblica, non sarebbe sufficiente quando predomina qualche malattia diffusibile ed appiccaticcia; in allora torna indispensabile che si tragga partito dall'azione purificatrice dei defetoranti e dei disinfettanti.
      L'aria che scaturisce dalle infermerie degli ospedali, come fu osservato sperimentalmente, trascina seco principii organici, i quali si spargono per l'atmosfera esterna e si diffondono per le contrade circostanti della città. Ne consegue che può riuscire malefica, almeno per gli abitanti del vicinato, e che però si pensasse a purificarla nell'atto medesimo del suo travasarsi al di là dello spedale. Furono immaginati dei mezzi di distinzione capaci di scomporre assolutamente le particelle organiche, fra cui la fiamma diretta, colla quale l'aria uscente dovesse mescolarsi e rimanere come arroventata; e con tale disposizione del camino che giovasse ad un
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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