Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISINFEZIONE, DISINFETTANTItempo come calorifero del locale, e come eccitatore continuo della corrente aerea per l'ambiente. Woestyn propose a tal uopo di applicare, tanto per gli spedali quanto per le case private, alcune disposizioni adatte, colle quali l'aria fosse portata ad un alto grado di temperatura, tanto nell'entrare quanto nell'uscire nei tempi d'iniezione atmosferica, sia con fiamme di oamini, sia con apparecchi distributori del gas illuminante, costringendo l'afflusso aereo ad attraversare un fornello con grata composta di anelli concentrici, con fori laterali, e distanti a sufficienza perchè si operi la mescolanza dell'aria colla fiamma, od in cambio di grata metallica valersi di un feltro di amianto, non compatto, per cui la corrente aerea potesse permeare colla necessaria agevolezza.
      Posteriormente Woestyn suggerì eziandio un altro espediente, cioè quello d'introdurre l'aria, non a gl andi afflussi, sibbene per sottili zampilli, moltipli-catissimi, in guisa che rendendo la ventilazione più perfetta, si conseguisse anche più sicura la purificazione ; reputando che non occorra un soverchio rinnovamento, e parendogli bastante un a mutazione più moderata dell'aria ambiente di quello che vorrebbero i calcoli consueti degli igienisti.
      Piarron consigliò un altra maniera di procedere, considerando che quella di Woestyn conduce ad un dispendio sì grande da non potersi sostenere dalle amministrazioni. Egli vorrebbe che l'aria fosse intromessa per via di macchine complimenti, e fatta entrare satura fino ad un certo punto di acqua tenente in soluzione qualche sostanza antisettica, come acido fenico, creosoto, cloro, jodio, ecc. L'aria così polverizzata e pregna di vapore acqueo e di vapore disinfettante si diffonderebbe nell'ambiente, il vapore acqueo condensandosi precipiterebbe con sè il polviscolo atmosferico, e il vapore disinfettante ne distruggerebbe i germi organici ed i gas puzzolenti.
      Stenhouse da parecchi anni tentò di applicare feltri di materia carbonosa per la disinfezione dell'aria che s'introduce nelle infermerie, ed anche per quella che n'esce, traendo partito della nota proprietà del carbone di assorbire e fissare le particelle organiche ed i gas mefitici, e se n'ebbe de'buoni effetti. Le piastre filtranti, dopo aver servito per qualche tempo, devono essere ravvivate col mezzo di una calcinazione chiusa, acciò rimangano distrutte le materie assorbite, senza che penetri l'aria ad abbruciare il carbone (V. Carbone, voi. ni, p. 732). Ma questo processo non potendosi applicare in grande, allorché occorra di mantenere in circolazione una massa d'aria ragguardevole, si cercò di modificarne l'uso, facendo respirare gli ammalati e gli infermieri per una specie di maschera contenente del carbone, mezzo che manifestamente non è senza troppi incomodi e fastidii.
      Altri consigliarono di concedere l'ingresso all'aria per feltri di bombace ad ovatta, essendo noto che le fibre del cotone posseggono la singolare facoltà di attirare e tenere fissi i germi organizzati nuotanti nell'atmosfera, e però spore dei microfiti, e gli organismi evolutivi dei microzoarii. Altri credettero più pratico e non meno efficace che l'aria nell'entrare fosse condotta a mescolarsi con soluzione di pei manganato di potassa, od a lambire corpi che fossero impregnati di un tale composto. Drivet diedela preferenza a piastre metalliche porose, di ferro, di rame o di zinco, bagnate di un ipoclorito o di acido fenico ; finalmente Moyret reputò più economico l'uso del percloruro di ferro, in cui l'aria avesse a spogliarsi dei principii infetti e puzzolenti, e che potrebbesi ottenere a basso prezzo dalle fabbriche di soda artificiale.
      Esposti i diversi espedienti per la purificazione dell'aria, colla rinnovazione frequente d'essa, o sola, dopo avere soggiaciuto ad un'azione depurante, od accompagnata di effluvii purificatori, diremo delle varie sostanze gasose o volatili che si reputa più vantaggioso di frammescolarvi, per via di recipienti posti nel locale, e d'onde la materia disinfettante cada esalando a poco a poco e senza interruzione,
      0 di apparecchi onde nell'aria stessa si faccia ingenerare detta materia.
      Si usano a questo intendimento gl'ipocloriti alcalini, più del consueto quello di calce, steso su piatti, perchè decomposto dall'acido carbonico atmosferico tramandi incessantemente un'esalazione dorica, la quale propagandosi nell'ambiente, distrugga
      1 gas fetenti ed intacchi, per quanto possa, le particelle organiche in istato di corruzione e fors'anche corpuscoli organizzati.
      L'acido solforoso, sì replicatamente ed istante-niente raccomandato dal Polli, oramai fu riconosciuto da tutti di grande efficacia. Il Baudrimont ne ottenne effetti notevoli, ed il Mortreux, comparandolo agli altri gas disinfettanti, non dubita di affermare, che nello stato gasoso si deve considerare come il più potente per estinguere i miasmi esistenti nell'aria. Circa al modo di sua diffusione non sarebbe opportuno di prepararlo direttamente coll'acido solforico ed il carbone, o col solfo, e poscia intrometterlo, di mano in mano, nel locale; essendo più conveniente di farlo svolgere, conforme all'avviso del Polli, adagio adagio, da un solfito di basso prezzo su cui si vada versando un acido allungato, quali il solforico od il cloridrico.
      L'acido iponitrico, od ipoazotico, che si denomini, è similmente un disinfettante gagliardo, e si usa a quest'uopo dagl'Inglesi con frequenza. Si decompone, per ottenerlo, l'acido nitrico o con un metallo, o con amido, per ritrarne un nitrato metallico od acido ossalico (prodotti utili e di facile smercio), e si fa diffondere il vapore rutilante, colla debita graduazione, nell'ambiente.
      L'aria ozonizzata torna vantaggiosa quanto qualsivoglia altro gas ossidante e distruggente dei miasmi, come cloro ed acido iponitrico; e già il Barker tentò di farne l'applicazione, e con replicate esperienze il Polli ne dimostrò l'utilità. Per ottenerlo, lo Schonbein, come è noto, insegnò di tenere un bastone di fosforo, tuffato a metà nell'acqua, e farvi passare una corrente d'aria ; senonchè tale processo non va scevro da inconvenienti, perchè devesi operare entro dati limiti di temperatura, cioè non al di sotto di 10° e non al di sopra di 30°, essendo inattivo nel primo caso, troppo attivo nel secondo ; oltre che ne succede contemporaneamente la diffusione di vapore di fosforo, e di particole di acido fosforoso o fosforico. Il Polli, per ovviare agli sconci accennati, propose un altro mezzo di preparazione,il quale consiste nel decomporre lentamente un permanganatot^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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