Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DISPENSA - DISPENSA DELLE ACQUELe migliori dispense sono le sotterranee, ma non le più comode quando non siano sotterra anche le cucine.
In generale è meglio che i muri delle dispense non abbiano intonacatura e che siano coperte a vòlta piuttosto che a soffitto; vi debbono essere disposte scansie ed armadii colle imposte coperte di tela o di spessa maglia metallica per difendere i cibi dal contatto degli insetti ; e nella vòlta debbono essere infissi anelli o uncini per sospendervi salumi ed altre cose che hanno bisogno d'isolamento e di una certa ventilazione.
DISPENSA (dir. can.). — Si può definire un rilassamento del rigore del diritto in favore di qualche individuo, fatto per ragioni speciali. Questa parola adoprasi in molti casi e specialmente trattandosi degl'Impedimenti del matrimonio (V.), o delle Pubblicazioni (V.), o della promozione agli ordini sacri (V. Irregolarità). Si dànno anche dispense in materia beneficiaria, come quando si permette a un beneficiato di risiedere fuori del luogo del suo beneficio, o si conferisce ad un chierico un benefizio, lasciandogli il godimento di un altro, quantunque siano incompatibili. Questa dispensa suol concedersi o per singolare utilità della Chiesa, o per essere i due benefizii di sì scarso provento da non bastare al sostentamento del beneficiato. V'hanno pure dispense dai voti.
Le dispense sono tacite ed espresse. La dispensa tacita ha luogo, per esempio, nel caso in cui essendo noto l'impedimento, si concede tuttavia il benefizio senza che nel rescritto si faccia espressamente menzione della dispensa.
DISPENSA DELLE ACQUE (dir. eiv.). — Dispensare o distribuire le acque si delle fontane, come dei canali, fiumi e torrenti per l'irrigazione o per qualsivoglia altro uso, si è regolare l'apertura del serbatojo dispensatore per cui l'acqua si reca alla sua destinazione, in modo che ciascun utente abbia la quantità d'acqua che gli compete. La distribuzione delle acque si fa in più modi, cioè in ragione dell'impiego, in ragione di tempo, ovvero di una determinata quantità. Per la distribuzione in ragione dell'impiego si usa la bocca libera; per quella in ragione di tempo s'impiega tanto la bocca libera, quanto la bocca modellata, o tassata; per la distribuzione in ragione di quantità determinata è necessaria la bocca modellata. La bocca libera, per la quale s'irriga una data quantità di terreno o continuamente o a vicenda, è una semplice apertura nella sponda di un canale o fiume o altra corrente, munita dalle due parti di uno stipite di legno o di pietra, senza alcun apparecchio che limiti la dispensa o efflusso. La limitazione di questa bocca dipende unicamente dalla sua larghezza, dalla situazione del suolo, dall'altezza della chiusa permanente o mobile che si stabilisce inferiormente alla presa d'acqua onde ragguagliare l'inclinazione del canale dispensatore a quella del canale derivatore. Se si allarga questa bocca, se si aumenta l'inclinazione del canale derivatore, o se si alza la chiusa, o finalmente se il volume dell'acqua nel canale dispensatore si accresce o diminuisce, la dispensa diventa più o meno abbondante. Tutte queste circostanze e molte altre ancora rendono assolu-
tamente incerti e arbitrarli i risuitameuti della derivazione a bocca libera. La bocca modellala è di diverse specie: alla prima appartiene quella che è composta di un incile o presa d'acqua munita di una tavola nella quale è praticata un orificio per far sgorgare l'acqua che si deriva; la tavola entra a foggia d'incastro nelle scanalature verticali degli stipiti laterali, e poggia sul soglio. Allorquando si vuol arrestare l'efflusso dell'acqua, si pone al luogo dell'orificio una porta o cateratta chiusa a chiave. Alcune volte la tavola dell'orificio è fissa, e la porta mobile è situata superiormente a poca distanza; la grandezza dell'orificio determina la dispensa di un'oncia, o di due o più oncie di acqua. Nelle bocche regolari allorquando si vuole aumentare la dispensa non si cangia mai l'altezza dell'orificio, ma solamente la larghezza ; l'altezza è sempre di quattr'oncie (a un dipresso 20 centimetri), la larghezza per un'oncia d'acqua è di tre (15 centimetri). Per aumentare la dispensa si moltiplica dunque il numero delle oncie per tre, e si dà all'orificio la larghezza corrispondente. Tuttavia, operando in questo modo, l'acqua corrente si presenta immediatamente all'orificio, e variando di altezza al dissopra dell'orificio, la dispensa in un dato tempo non è più eguale ; essa può essere maggiore o minore di quello che si calcola l'oncia nell'idrometria, secondo che l'acqua si abbassa o si alza nel fiume o canale dispensatore. La seconda specie di bocca modellata, alla quale si dovrebbe esclusivamente dare il nome di bocca tassata, è quella usata dopo che l'ingegnere Soldati inventò, nel 1570, la para-toja, cioè una chiusa col mezzo della quale si mantiene l'acqua alla medesima altezza contro la tavola dell'orificio. Si applica all'incile quest'apparecchio, e il modello, cioè la tavola dov' è praticato l'orificio, è situato abbasso ad una certa distanza, che è da 4 a 5 braccia (2 metri 40 centim. a 3 metri), secondo gli usi e l'opinione degl'ingegneri. Lo spazio che si trova tra la paratoja e il modulo, e che chiamasi calice o tromba, è orizzontale e scoperto. Dopo il modulo, la cui parte inferiore è elevata di un'oncia (5 centim.) al dissopra del piano che segue, onde l'acqua sgorghi liberamente, è situato un secondo piano di legno o pietra, lungo da 8 a 9 braccia (4 metri 80 centim. a 5 metri 20 centim.), il quale ha un'inclinazione totale di un'oncia, e che si chiama tromba posteriore. La terza specie di bocca modellata è la bocca magistrale del Naviglio grande di Milano. Essa è a un dipresso simile a quella che abbiamo ora descritta ; solamente il suo calice, che è lungo 10 braccia (5m,94), ha per suo fondo un'inclinazione di 8 oncie (40 centim.), che si fa dalla luce o modulo all'apertura presso il canale dispensatore, ed è coperto da un tavolato sino al quale si eleva l'acqua che chiamasi cielo morto. Brunacci proclamò che la bocca magistrale è la più perfetta di tutte, proponendo però alcune addizioni. Tadini è di opinione contraria; Brunacci e Lorgna non annoverano la seconda specie di bocche modellate superiormente descritta, e il primo di questi scrittori sostiene persino che il calice orizzontale è abbandonato ; però questo calice è quello che più generalmente è adottato nelle provincie di Mii&itu, di Pavia, di Novara e della Lomellina ; esso è pure
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