Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISPERSIONE DEGLI EBREI
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      inerti castellani e di servi abbrutiti, mancando l'unica classe industriosa e speculatrice, tutto si arenava ; fu dunque persuaso a vendere agli Ebrei la licenza del ritorno. Il re Giovanni d'Inghilterra torturava intanto gl'Israeliti per trarne danaro da guerreggiare i suoi baroni insorti ad ottenere la Alagna Carta. Il ricco ebreo di Bristol, prima di svelare il nascondiglio de'suoi danari, si lasciava strappare sette denti, e all'ottavo cedeva. Il susseguente re Arrigo III vendeva gl'Israeliti a suo fratello Ricciardo per un certo numero d'anni, affinchè, come diceva Matteo Paris, già scorticati dal re, fossero sventrati dal conte. Luigi Vili re di Francia cancellava d'un tratto tutti gl'interessi dovuti da' suoi baroni agli Ebrei. La prima crociata di Luigi IX era segnale di nuove stragi israelitiche in Francia, Inghilterra e Spagna. Cosicché papa Gregorio IX dovette interporre una bolla (1235) a salvamento dei miseri Ebrei, comandando ai feroci popoli, sotto pena di scomunica, di risparmiare il sangue, di non forzarli a ricevere il battesimo, di non dissepellire i loro morti per costringerli poi a redimerne le ossa. Ma le sue lettere dell'anno successivo mostrano che, ad onta di questi umani ufficii, migliaja d'Israeliti avevano bagnato del loro sangue la terra d'Europa. Più di 2500 erano stati assassinati nelle sole giurisdizioni di Bordeaux, Saintes", Angoulème e Poitiers (vedi Sismondi, t. vm). Pei decreti di Edoardo IV uscirono dalla sola Inghilterra in tre mesi ben 16,500 Ebrei, i quali, ospitati nel regno di Francia per pochi mesi, furono poi sbalestrati senza asilo sulla faccia della terra. Filippo il Bello, nel 1306, fece incarcerare in una notte tutti gli Ebrei di Francia, vendere tutti i loro averi, si appropriò tutti i loro crediti, poi li cacciò alla frontiera con minaccia di morte a chi tornasse. Rientrati a poco a poco, furono di bel nuovo espulsi nel 1311, e i loro crediti appropriati al fisco. Luigi X ben richiamò gl'Israeliti nel 1315, e rese loro le sinagoghe, i cimiteri, i libri sacri, e loro permise di citare gli antichi debitori, ma a condizione di cedere a lui due terzi degl'incassi. Sopraggiunse la setta dei Pastorelli, la quale fece degli Ebrei un orribile macello ; ai Pastorelli successe la favolosa congiura dei Lebbrosi, ai quali si diceva che gli Ebrei avessero persuaso di avvelenare le acque di tutta la Francia con un composto magico di sangue umano, urina e tre erbe. Lebbrosi ed Israeliti furono arsi vivi a migliaja. A pochi superstiti il re Carlo IV (1322) vendette la grazia di uscire dal regno spogli d'ogni cosa. Era popolare a quei tempi l'opinione che gli Ebrei operassero sortilegi e scannassero i fanciulli in onore d'idoli che essi non ebbero mai. Di ciò trovasi vestigio in varie leggi, ed anche nelle Partidas spagnuole (1255). Però in quei tempi, e massime sotto i re Alfonso XI, Pietro I ed Enrico II di Castiglia, e Pietro IV e Giovanni I d'Aragona, gli Ebrei non solo avevano tutte le ricchezze della Spagna, ma esercitavano una considerevole potenza politica. Ma quegli storici notano che i molti loro debitori li misero in esecrazione ai popoli, di guisa che nel 1391 se ne posero a morte quasi cinqu emila. Gli altri, sgomentati, si fecero battezzare in immenso numero, giacché vuoisi che sommassero ad un milione ; il popolo soprannominò
      questi equivoci convertiti los marranos. Ma un secolo dopo (1481) la maggior parte di queste famiglie* fu astretta dall'Inquisizione ad emigrare. I rimanenti Israeliti dovettero sgombrare in quattro mesi, vendendo a precipizio tutti gl'immobili, ma fu loro vietato di esportarne il prezzo in oro o in argento. Alcuni ingoiarono le monete, ma essendosene sparsa la voce, alcuni di essi, quando sbarcarono in Africa, furono sventrati dai Mori di Fez. Lo storico Mariana dice che dalla Spagna ne uscirono ottocentomila. Nel medesimo tempo per altre cagioni se ne faceva macello dai Maomettani in varie città interne di Barberia.
      Ma intanto erano invalse le idee commerciali; i popoli, conosciuto il valore dei capitali, cominciarono ad aver cari i capitalisti. Gl'Israeliti ripullularono in ricchezza e perciò in numero, ma avevano rivali e non furono più i soli dominatori del commercio universale ; gl'Italiani, i Catalani, i Portoghesi, i Fiamminghi, gli Anseatici lo dividevano con loro. L'odio contro gli Ebrei degenerò piuttosto in dispregio, sentimento assai lontano dal sangue. Fu allora che si stabilirono universalmente quelle esclusioni che da alcuni statuti non sono per anco espunte, benché i popoli quasi arrossiscano di mostrarne ricordanza, e la forza irresistibile delle cose le abbia condotte all'oblivione. Sempre esclusi dal diritto di possidenza, e talvolta anche dal diritto di domicilio e di soggiorno ; esclusi dalla parentela promiscua, ciò che non avviene ad altre sètte ; esclusi quindi dalle affezioni intime e dalla comunione delle cose e delle eredità; esclusi dagli onori funebri, dalle armi, dalle magistrature, dagli studii liberali, dal libero studio della propria legge; esclusi dalle corporazioni fabbrili e quindi dall'esercizio delle arti meccaniche, non potevano abitare sotto un tetto che ospitasse cristiani ; severe leggi interdicevano a questi il sedere a mensa, il giuocare, il domestico conversare con loro (C. I. C.). Non potevano più tenere servi : non servi cristiani, perchè era vietato ; non servi ebrei, perchè era prefisso il numero delle famiglie che avevano diritto di risiedere, e chi non era membro di una delle dette famiglie doveva sgombrare, quindi le famiglie dovevano servirsi da sè (ibid.). Si volle rilegarli al solo commercio dei cenci ( Judcei sola arte strazzarive seu cenciarice contenti aliquam mercaturam.... facere nequeant, ibid.); si vietò ai poverelli da essi soccorsi di render loro alcun segno di rispetto (nec se a pauperibus chri-stianis dominus vocari patiantur, ibid.). Erano rilegati nella parte più fetida delle città, che chiamossi Ghetto (V.), donde non potevano uscire se non in certi giorni e in certe ore; non potevano confondersi tra la folla nelle vie, perchè la legge gli obbligava a portare sulle spalle un segno d'ignominia. Quindi veggiamo nelle leggi venete, sin dal secolo xiv, ingiunto all'Ebreo un segnale perchè potesse essere conosciuto e rigettato dalle adunanze dei cristiani (1395, 1434, 1443, 1496). Le ordinanze di Carlo V prescrissero un cappuccio giallo all'uomo, e un pezzo di tela gialla alla donna, largo tanto da nascondere le forme del petto e delle spalle (Constit. Mediol 1541, tit. i, De Jud.)y acconciatura, tranne il colore, uguale a quella imposta alle meretrici. In Roma era prescritto un berretto azzurro agli uomini, un
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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