Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISSECCAZIONE
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      sostituendo questi valori nelle (l), (5) e (2), si lia:
      w = 0,048
      *= 1,6 V = 33,3A.
      Occorrono quindi 33 metri cubi ed un terzo d'aria esterna affluente, dopo il passaggio attraverso il calorifero, a 100° ed effluente a 40° per evaporare un chilogrammo d'acqua. Siccome però fu avvertito che in alcuni casi può essere conveniente, in altri necessario, l'uso dei ventilatori, e che in tali casi il dis8eccatojo proposto dall'Havrez è molto razionale, cosi in altro articolo proponiamo di discuterlo teoricamente, per poter arrivare a quelle determinazioni numeriche che valgono ad assicurarne l'effetto ed a commisurare i mezzi allo scopo.
      DISSECCAZIONE {ehim.). — La disseccazione è un'operazione col mezzo della quale si toglie ai corpi solidi o liquidi l'acqua d'interposizione che contengono. Non si creda che il disseccare una sostanza sia sempre tanto agevole, essendovi dei casi nei quali o l'acqua rimane unita con forza, nè si può espellere compiutamente * se non a fatica, ovvero per riuscire all'essiccazione fa d'uopo di operare in condizioni da cui si può temere non si alteri o scomponga la sostanza da disseccare.
      La disseccazione si ottiene in più modi, a norma dei bisogni: 1° coll'ajuto del calore; 2° della ventilazione accelerata ; 3° del vuoto pneumatico mantenuto costantemente ; 4° di sostanze avide dell'umidità messe entro spazio congiunte colla materia da disseccare, e talvolta mescolate colla medesima.
      La disseccazione coll'ajuto del calore è il modo più comune e più spicciativo di disseccare. Ma fa d'uopo essere certi che il calore non apporti alterazione nella materia che si dissecca, e per ciò si restringe ad indurre l'acqua interposta soltanto a svaporare. Si può portare il grado del calore fino a raggiungere il rovente, oppure limitarlo ai 100 centigradi, od anche tenerlo più basso; se debbasi procedere nell'una o nell'altra maniera, solo può essere indicato dalla cognizione della natura e delle proprietà della materia che si secca.
      Quando si secca una materia devesi tener conto se vogliasi conseguire anidra, cioè privata di qualsivoglia qualità d'acqua contenuta, sia di combinazione, sia d'interposizione ; e posto che si debba togliere la seconda e non altro, si provvederà a che il calore, mentre basta ad accelerarne la vaporazione, non induca la prima contemporaneamente a svolgersi di combinazione. A quest'oggetto si osserverà con iscrupolo che la temperatura a cui si scalda sia sempre di qualche grado al di>sotto del punto in cui si sprigionerebbe l'acqua combinata. Ma per sapere dappoi se tutta l'acqua interposta fu levata, si avrà una piccola stufa di rame, fatta a pisa di cassetta a doppie pareti, con uno spazio interposto tra parete e parete, nel quale si versa olio, o si fa circolare dell'aria. Si chiude la cassetta con uscio avente un vetro, si fa scendere un termometro, per un collo apposito, nel vano della cameretta, e si colloca una lampada a spirito, di fiamma costante e sempre uguale, sotto la cassetta, in modo che, raggiuntosi il grado di 100, o meno, o più, non possa la fiamma fornire calorico in più del neces-
      sario a sostenerlo immutato. La lampada scalda o l'olio o l'aria interposta nella doppia parete, e così la sostanza, messa nella parte più interna del vano, non ha da sopportare l'azione diretta del fuoco riscaldante.
      Si riconosce essere la disseccazione al termine voluto, da ciò che, pesando la sostanza due o tre volte, a giusti intervalli di tempo, si vede non diminuire di peso.
      Per la ventilazione si seccano le sostanze allorché si espongono all'aria semplicemente in luogo ventilato, o donde passi rapida una corrente d'aria. Per esempio, se trattasi di poca materia, si ponga dinanzi alla fessura di una finestra quasi chiusa, e per cui passi di continuo l'aria che si muta dalla stanza all'esterno. La disseccazione si effettuerà in breve.
      Il vuoto pneumatico si usa in tutti quei casi nei quali non si potrebbe tranquillamente esporre la sostanza da seccare al fuoco, senza timore che si guastasse, o non perdesse l'acqua di combinazione insieme a quella d'interposizione. Si adopera a tale effetto la macchina pneumatica, sul piatto della quale si capovolge una campana, sotto la quale si colloca la sostanza. Si eseguisce il vuoto, e si ripete tante volte quante ne occorra acciò si vegga che il manometro non denota più tensione di vapore sviluppatosi. In compagnia della sostanza, in vaso vicino, si mette di frequente o calce viva, o potassa caustica in pezzi, o acido solforico monidrato, o cloruro di calcio fuso. Queste materie, avide come sono dell'umidità, condensano il vapore acqueo di mano in mano che si separa dalla sostanza da disseccare, sollecitano la disseccazione, e fanno risparmiare l'avvertenza di ripetere il vuoto.
      Non tutti i corpi sostengono il vuoto senza alterazione. Quando sappiasi o si dubiti che ciò sia, si procede alla disseccazione per mezzo soltanto delle materie avide di umidità, nel modo che stiamo per dire. Si prende un mattone grande, e vi si fa scavare un fossatello circolare di un centimetro e mezzo a due di profondità, nel quale si adagia una campana di vetro. Sotto di questa si mettono in vasi separati la sostanza da disseccare e la materia disseccante ; si versa mercurio nel fossatello ; la campana rimane chiusa ermeticamente ; e nell'interno frattanto la materia disseccante assorbe il vapore acqueo e rende secco lo spazio racchiuso dalla campana, per cui la sostanza da disseccare, trovandosi in ambiente privo assolutamente d'umido, perde dell'acqua interposta, che restituisce in vapore ; questo essendo tosto assorbito, la sostanza ne perde altro, e così fino alla sua perfetta essiccazione.
      Quando il corpo da seccare è un liquido, si può scaldare, esporlo nel vuoto, od in compagnia di materie disseccanti, purché non sia volatile; ma poiché è raro che si abbiano liquidi fissi, si ricorre all'espediente di meeeere e dibattere nel liquido qualche materia disseccante solida, che lo privi dell'umido senza reagire con esso chimicamente, nè sciogliervisi punto per entro. Il cloruro di calcio fuso, la potassa secca, il carbonato di potassa, il solfato di rame anidro, sono le materie disseccanti adoperate di consueto a questo scopo.
      DISSECCAZIONE («econ. rur.). — È una sottrazionet^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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