Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DISSODAMENTO
771
una temperatura che supera i 1000° c. Abbiasi una canna di porcellana e vi s'introduca una larga navicella di platino piena di litargirio privo di gas ossigeno disciolto. Si scaldi da 1000° a 1300° e vi s'introduca vapor di acqua puro. Il litargirio si sublima in parte e si depone in fiocchi ne' luoghi più freddi dell'apparecchio. Cessando dall'operazione ed esaminando tanto il litargirio sublimato quanto l'altro che rimase nella navicella, si troverà che il primo fu ridotto in parte a piombo metallico e il secondo disciolse una certa quantità d'ossigeno che sprigiona nell'atto di raffreddarsi e rassodarsi. Il piombo ridotto nella parte del litargirio sublimato soggiacque senza dubbio al conosciutissimo potere disossidante dell'idrogeno libero, che si formò dal vapor d'acqua e si staccò dall'ossigeno, il qual ossigeno fu assorbito e disciolto dal litargirio fuso.
Begnault osservò che, facendo passare una corrente di vapor d'acqua a temperatura rovente sull'argento fuso, avviene decomposizione dell'acqua, e ne conchiuse che l'argento possegga la singolare qualità di formare un ossido il quale sussista a temperatura molto elevata e che si decomponga quando la temperatura s'abbassa, poiché in tal caso il detto metallo sprigiona ossigeno e torna ad esseme scevro. Il Deville replicò l'esperienza, ed osservò che se l'argento fuso determina tra 960° a 1000° circa la dissociazione dell'acqua, è perchè a quel dato grado di temperatura ha la facoltà di condensare l'ossigeno come farebbe un liquido.
Circa alla ragione del fatto singolare con che l'acqua decomposta a temperatura elevata ed aiutatane la dissociazione con alcune sostanze presenti, Deville ne dà la spiegazione che siamo per recare.
Allorquando si determina la combustione dell'idrogeno nell'ossigeno, la temperatura s'inalza al punto che oltrepassa i 2000°, ma non raggiunge i 2500°. A tal punto i gas occupano un volume che è il decuplo di quello che occupano a 0°, ed è il limite entro il quale possono stare combinati, perchè al di sopra di detto limite l'ossigeno e l'idrogeno sonoindotti a dissociarsi. La quale dissociazione non può avvenire senza che contemporaneamente succeda un assorbimento notevolissimo di calorico, ossia di quel tanto che è indispensabile a formarne un'atmosfera di latente intorno alle molecole dell'idrogeno o dell'ossigeno, acciocché restino ad una distanza maggiore di quella che è portata dal raggio della sfera entro la quale le loro affinità agiscono. Il fenomeno della dissociazione è adunque somigliante a quello della bollitura, e come per bollitura qualunque liquido volatile passa in vapore perchè riceve sufficiente calorico da circondarne ciascuna delle proprie molecole nella proporzione necessaria ; così nella dissociazione ciascun componente gassoso si rende separato perchè gli è fornito quel tanto di calorico che gli occorre ad invilupparsene, econ quello resistere all'azione attrattiva degli altri corpi che tendevano a rimanere combinati con esso.
^ Per questa somiglianza che si è indicata tra i liquidi che entrano in ebollizione, ed i gas composti che si dissociano, può intendersi come avvenga che il vapor acquoso possa essere dissociato, inpiccola parte, ad una temperatura inferiore a quella in cui la sua dissociazione sarebbe completa. Quando si ha un liquido volatile che è inferiore alla temperatura della sua ebollizione, sappiamo che suole succedere che vaporizza in una certa quantità, la quale corrisponde alla piccola tensione che possiede il vapore di quel liquido volatile a quella determinata temperatura. L'acqua, per esempio, esala vapore da 0° a 100° in proporzione sempre crescente, senza che sia d'uopo che entri in ebollizione. Se si opera in uno spazio chiuso, essa lo empie del proprio vapore secondo la tensione che ha a quel dato grado di temperatura, e pel rimanente resta tutta liquida.
Così succede del vapor d'acqua a temperatura, per esempio, di 1000°, che per una piccolissima quantità si va dissociando secondo il punto, diremo quasi, di dissociazione in quella data condizione; ma non si riconosce per la proporzione piccolissima dei due gas che si rendono liberi. Se vi abbia in presenza un corpo, il quale assorba l'ossigeno di mano in mano che le sue molecole vanno separandosi, accadrà che si farà una cumulazione di quest'ossigeno, sul quale si potrà sperimentare, e con questo si potrà dimostrare avvenuta la dissociazione. Insomma la cosa succederà come in uno spazio determinato in cui si abbia dell'acqua a temperatura ordinaria, e s'introduca separatamente un pezzetto di cloruro di calce: questo condensando a poco a poco in vapore verrà liquefacendosi e dimostrando che acqua vaporizzata si è diffusa in detto spazio.
11 Deville potè dimostrare che succede la dissociazione del gas acquoso in un tubo di porcellana verniciato, pieno di pezzetti di porcellana ben netti e dapprima arroventati. Facendo passare per esso una corrente rapida di acido carbonico mista con vapor d'acqua ad una temperatura superiore a 1000°, ottenne una certa quantità di gas proveniente dall'acqua dissociata. Come pure ottenne gallozzole dei gas dell'acqua versando un chilogramma di platino fuso nell'acqua. Si spiegano questi fenomeni da ciò, che in ambedue i casi le piccole proporzioni dei gas che si dissociano essendo di mano in mano ravviluppati da una grande atmosfera di corpi eterogenei, rimangono, per così dire, separati ossia impediti di ricombinarsi allorquando la temperatura diminuisce ; giacché, come sappiamo, i corpi che tendono a unirsi insieme, se si trovano mescolati con materie inerti in abbondanza, hanno ostacolo alla loro combinazione. In effetto l'ossigeno e l'idrogeno, se diluiti con una gran quantità di azoto o di altro gas inerte, non si combinano più, per quanto vi siano eccitati dai mezzi i più opportuni.
DISSODAMENTO (econ. rur.). — È l'opera di lavorare un terreno che mai, o da qualche tempo non fu lavorato. Cosicché dicesi dissodamento di una brughiera, di uno scopeto, di un pascolo, di un'alluvione, di un bosco, di un prato.....il lavoro chesi fa a queste terre per acconciarle ad altre colture. Gli economisti del passato secolo furono assai discordi intorno la questione dell'utilità assoluta del dissodamento. Rozier, che discusse a lungo questo punto, fu d'avviso che, riguardo alla Francia, i dissodamenti promossivi dalla legge del 1766 furono
t^iOOQLe
| |
Deville Deville Deville Francia Rozier
|