Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISSODAMENTO
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      Molti hanno scritto in Italia sul modo di ridurre a coltivazione le terre incolte, proponendo piantagioni d'alberi e prati ; ma poco avvertirono ai calcoli necessarii per conoscere se un proprietario debba o no avventurarsi a siffatti miglioramenti. Filippo Ee fu il primo a scrivere su questo proposito, e merita considerazione speciale quanto si trova detto al cap. ix del voi. 1 de'suoi Nuovi elementi (Tagricoltura, opera necessaria a tutti coloro che in Italia si consacrano alla coltura dei campi.
      La moderna agricoltura però, oltre ai grandi avanzamenti fatti nell'impiego di tutti i mezzi di coltivazione, uno ne possiede mirabile nell'ingegno della fognatura tubulare, l'applicazione del quale può render vantaggiosi ed opportuni dissodamenti che prima non sarebbero riusciti tali, e procacciare alle popolazioni nuove fonti d'utile impiego di capitali e di ricchezze.
      Nelle considerazioni che precedono abbiamo voluto esporre i principii generali di scienza e di arte in materia di dissodamenti. Ora crediamo utile di entrare in qualche più particolareggiata disamina intorno a varie importanti questioni che a questo tema si riferiscono, e segnatamente intorno alle forme diverse di dissodamento dei terreni di pianura e dei montani, non che intorno alla condotta delle acque ed all'uso dei concimi e degli ammendamenti nelle terre di fresco dissodate.
      Alle radici delle Alpi esistono sovente altipiani che si prolungano nelle vallate, ed in gran parte avvene d'incolti di molta estensione. Pur troppo di frequente se ne veggono taluni che accusano tuttora antichi dissodamenti, cui succedeva una quasi compiuta sterilità oggidì permanente. L'aratro squarciò la cotica erbosa, estirpò le rade sterpaglie, quella e queste altra volta non disutile ammanto di cotali lande; nè contento l'uomo d'un primo ricolto di biade, le squarciò ripetutamente, e reiterando produzioni senza sussidio di concio, estenuandole affatto le immiseri. Ecco la vera agricoltura vampiro del celebre Liebig, la quale unicamente succhiando senza mai nulla restituire al suolo delle sostanze involategli mediante i ricolti, lo depaupera e rende inetto a più nulla produrre. Estesissime bassure troviamo d'altro lato, accostandoci verso la foce del fiume, od anche presso la marina. Quivi s'incontrano spesso più o meno recenti alluvioni depositate su terreni anticamente coltivati. Cotali bassure, altre sono tanto depresse che la superficie n'è costantemente zeppa d'acqua ; altre le si pajono egualmente acquitrinose, ma giaciono a livello abbastanza superiore a quello del mare sì che mediante cavi o scoli opportuni si risanerebbero ; e perciocché feracissime, si dissoderebbero con molto profitto. Infine, pur verso la marina esistono immense pianure a rao' di dire ondulate, di cui gran parte, vestita di meschina boscaglia o di cotica erbosa, lasciasi (come accade nel Tavoliere di Puglia) a semplice pastura di migliaja di animali. E cotesto pianure da taluni si vorrebbe fossero appieno dissodate per applicarvi l'ordinaria coltura aratoria; mentre altri le vorrebbero dannate in perpetuo a quella adamitica e miserabile produzione di pascolo.
      La splendida vegetazione spontanea di gran parte degl'incolti di pianura, in ispecie quando e' son taliper idrauliche condizioni avversanti l'ordinaria coltura, deve rendere molto circospetto l'agronomo nel decidersi a dissodarli. Le valli palustri hanno spesso un valore superiore a quello de' migliori terreni coltivati. Esiste pertanto enorme differenza tra le varie specie d'incolti. Dalle aride brughiere o scopeti, la cui rendita può forse calcolarsi appena col Royer alla media annuale di lire 9 all'ettaro, passando alle valli palustri di miglior qualità, come quelle della bassa pianura delle Romagne la cui annua rendita netta ascende di presente in certi luoghi sino a lire 200 e più per ettaro, ed anche a quella delle rigogliosissime spontanee boscaglie, vi ha tale differenza di convenienza e tornaconto nel sottoporre tali terreni a dissodamenti, che più spesso si erra nel praticarli che nell'aste-nersene. Gli è certo riuscire tanto maggiore il provento di artificiale coltivazione, quanto più splendida si manifesta la rigogliosa vegetazione onde sono ricoperti. Ed è certo altrettanto che la vegetazione meschina, quale a malo stento riveste gl'incolti aridi degli altipiani, col dissodamento si riduce ad una rendita non possibile senza grandi capitali e dispendii annui gravissimi. Classificando gl'incolti di pianura in due grandi categorie, l'una delle lande, grillaje, scopeti, brughiere, sabbie, ecc., l'altra delle terre acquitrinose, palustri, torbose, ecc., il dissodamento delle prime in generale tornerà vantaggioso quando, ad esempio, si possano dotare d'irrigazione; e quello delle bassure profonde quando le loro produzioni spontanee mancassero di spaccio, ovvero, migliorandone le condizioni idrauliche, si riconoscessero suscettivi di altre produzioni più profittevoli.
      Gli estesissimi incolti del piano difficilmente però spariranno se lo Stato non si accinge potentemente alle opere idrauliche indispensabili per assicurarvi la buona riuscita dei dissodamenti e successive coltivazioni. Supponendo ancora che si trattasse di opere costose molto più che in fatto non sarebbero, la nazione intera ne trarrebbe immenso lucro; perciocché in pochi anni l'erario si rimborserebbe delle spese fatte, e rimarrebbe conquistata per la produzione un'ingente estensione di suolo nazionale ora sterile e quasi sempre, per malsania d'aere e d'acque, inabitabile. Ingegneri degli Stati Uniti d'America, che nel 1861 pubblicarono studii e calcoli sul governo idraulico del Mississippi, valutarono a 91 milioni di lire gli arginamenti e gli altri lavori occorrevoli. Con tale dispendio sottrarsi all'inondazione oltre 5 milioni di ettari. Da soli 2,800,000 di essi potersi ottenere il prodotto di 7 milioni di balle di cotone, che, al prezzo di 45 dollari l'una, darebbero l'annua rendita lorda di 1685 milioni di lire. Valutando la rendita netta a soli 842 milioni, l'imposta fondiaria del 10 °/0 su tale rendita sarebbe di 84 milioni, perciò eguaglierebbe quasi ogni anno l'importo della prima spesa di 91 milioni sostenuta una volta sola. Calcolando per l'Italia (comprese le isole di Sardegna e Sicilia) un supremo sforzo della spesa di 500 milioni, si perverrebbe a redimere più di 4 milioni di ettari, che per la loro feracità potrebbero dare un tributo annuo all'erario di 40 milioni di lire, mentre renderebbero alla nazione una nuova produzione ldrda di oltre 1000 milioni,
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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