Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DISTILLAZIONE
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fiamma di lampada, od anche a più blando calore ; se nulla rimane di residuo, sarà segno che nulla veramente si sciolse.
I corpi che non sono solubili nell'acqua se non coll'ajuto degli alcali e degli acidi debbono la loro solubilità all'azione chimica di questi reagenti che ne mutano le proprietà. La cognizione del loro potere dissolvente può acquistarsi con osservazioni analoghe a quelle che abbiamo descritte ; il cangiamento d'aspetto del liquore è indizio di reazione.
La dissoluzione si esercita pure tra liquidi e liquidi, e si riconosce agitandoli in un tubo ed abbandonando il miscuglio al riposo; quindi si osserva se rimangono mescolati, o se si separano nuovamente. In quest'ultimo caso si aggiunge una nuova quantità di liquido che agisce come dissolvente; si agita, e successivamente si opera nella stessa maniera fino a tanto che la mescolanza sembri omogenea; se i liquidi non si disciolgono l'uno nell'altro, sarà facile di verificare che il volume di ciascuno di essi rimane lo stesso a malgrado dell'agitazione.
Le dissoluzioni dei gas nei liquidi si ottengono conducendo questi corpi in vasi ripieni d'acqua o di una dissoluzione alcalina, ovvero agitando il liquido che s'introduce a poco a poco in un fiasco ripieno di gas.
La compressione esterna ha molta influenza sulla solubilità dei gas; l'acido carbonico, ad esempio, sclogliesi per tanti volumi nell'acqua, quante siano le atmosfere da cui è premuto.
La divisione meccanica facilita singolarmente la dissoluzione dei corpi solidi nei liquidi, che riescirà ancora più pronta ove si abbia l'avvertenza di scuotere di tanto in tanto la miscela per moltiplicare e rinnovare i punti di contatto. Un mezzo semplicissimo per disciogliere un sale od un altro corpo solubile consiste nel porre questo corpo in un mortajo insieme con una piccola quantità d'acqua, quindi triturarlo per ridurlo allo stato di melma ; allora aggiungendo una maggior dose d'acqua e rimescolando nuovamente, si otterrà in breve tempo una dissoluzione sufficientemente concentrata. Se la sostanza triturata non fosse compiutamente disciolta, si decanterebbe il liquido dopo alcuni istanti di riposo, e si procederebbe a nuove triturazioni con successive aggiunte d'acqua fino all'intiero scioglimento del residuo. Riunite le dissoluzioni e lasciate per pochi minuti in riposo, si aggiunge un poco d'acqua, si rimescola ben bene finche il liquore sia divenuto chiaro, e se è necessario si feltra.
Le soluzioni possono operarsi a freddo e a caldo. In generale, tranne poche eccezioni, l'elevazione della temperatura è un mezzo di favorire la dissoluzione. Il calore aumenta la potenza del dissolvente, lo rende capace di caricarsi di una maggior dose del corpo da disciogliersi, e stabilisce nel liquido un gran numero di correnti che rinnovano costantemente la superficie di contatto, motivo per cui la dissoluzione riesce più spedita. 11 principale vantaggio dell'applicazione del calore è quello di ottenere dissoluzioni saturate quando vengono ricondotte alla temperatura ordinaria. 11 liquido usato dicesi saturo quando rifiuta di unirsi con nuove quantità del corpo solido. Quando il corposolubile è capace di cristallizzare, si ha la certezza che la dissoluzione è satura quando una porzione di essa si cristallizza col raffreddamento. Si giudica che una dissoluzione calda sarà satin ata a freddo, se una goccia di questa dissoluzione che si lascia cadere sopra una lastra fredda di marmo o di vetro si rapprenderà o darà indizii di cristallizzazione, o per lo meno di materia solida. Rimescolando leggermente la goccia, si determina la precipitazione dei cristalli che talvolta sarebbero lenti a formarsi.
Nella scelta della temperatura bisogna badare alla natura del liquido ed a quella del corpo che si vuole disciogliere. Relativamente all'acqua, che non è un liquido costoso, e che non si altera per l'azione del calore, si può operare indifferentemente ad una temperatura più bassa o più elevata. L'al-coole e l'etere non soffrono alterazione nei limiti della loro ebollizione, ma operando a caldo si dovranno evitare le perdite racchiudendo questi liquidi in vasi distillatorii, quali sono gli apparecchi di Chevreul e di Corriol e Bertmot (V. Digestione). Le materie capaci di dissiparsi per l'azione del calore, come gli olii volatili, si disciolgono a freddo, o si farà la dissoluzione in vasi chiusi, ove si debba elevarne la temperatura.
La materia dei vasi in cui si eseguisce l'operazione dovrà essere inattaccabile dal dissolvente e dal corpo disciolto, altrimente la dissoluzione, oltre all'essere imbrattata dalla presenza di corpi stranieri, potrebbe anche acquistare proprietà nocive e velenose. Perciò si adoprano vasi di ferro, di rame, di stagno o d'argento, ovvero di platino, di vetro o di porcellana, secondo la diversa natura dei corpi impiegati.
La scelta dei dissolventi appropriati alle diverse sostanze ò sommamente importante. Se trattasi di riconoscere le proprietà di una sostanza operando sulle sue dissoluzioni, si dovrà primieramente trattare coll'acqua, e se questo liquido è senza azione, si proveranno successivamente l'alcoole, gli eteri solforico ed acetico, gli olii, ecc. In ogni caso converrà adoperare i dissolventi che possono evaporarsi e che non sono capaci di alterare le proprietà chimiche della sostanza da disciogliersi. L'acqua è il dissolvente che possiede questa proprietà al più alto grado. In molte circostanze gioverà lo adoperare l'acqua e l'alcoole mescolati. Così per separare un miscuglio di cloruro di sodio e di solfato di calce s'impiega un liquido formato di una parte d'alcoole e di due o tre parti di acqua che discioglie soltanto il cloruro, mentre l'acqua pura disciorrebbe ad un tempo il cloruro ed una porzione del solfato.
Da qualche anno in qua crebbe il numero dei dissolventi adoperati nei laboratorii di chimica e nelle arti. Oltre l'acqua, l'alcoole e l'etere, al presente si usano lo spirito di legno, il solfuro di carbonio, la glicerina,la benzina, il cloroformio, e tutto dimostra che andrà crescendo il numero dei liquidi atti a tale scopo.
11 solfuro di carbonio divenne il solvente generale delle sostanze aromatiche e delle materie grasse, onde può dirsi che si vada via via sostituendo all'etere, assai più costoso. Dacché i progressi della chimica fecero produrre quel liquido a buon mercato, l'industria se ne impadroni, e ne trae a quest'ora grandissimi vantaggi.
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Chevreul Corriol Bertmot Digestione
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