Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DISTANZE LUNARI — DISTENO
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      una strada privata ma comune, oppure soggetta a servitù di passaggio, allora la distanza qui sopra stabilita si dovrà intendere e misurare dal ciglio anzidetto al ciglio della sponda del fosso comune, ovvero al margine o lembo esteriore della strada il più vicino al fondo di chi scava il fosso o canale, fermo rimanendo quanto è detto riguardo alla scarpa di questo fosso o canale (art. 576). Se il fosso o canale sarà scavato in vicinanza di un muro comune, non sarà necessaria la detta distanza, ma dovranno farsi tutte le opere intermedie che saranno valevoli ad impedire ogni danno al muro comune (art. 577). Quegli che vorrà aprire sorgenti, stabilire capi od aste di fonte, canali od acquedotti, oppure scavarne, approfondirne o allargarne il letto, aumentarne o diminuirne il pendio o variarne la forma, dovrà, oltre le distanze sovra stabilite, osservare altresì quelle maggiori distanze, ed eseguire quelle opere che fossero necessarie per non nuocere agli altrui fondi, sorgenti, capi od aste di fonte, canali od acquedotti preesistenti e destinati all'irrigazione de* beni od al giro di edifizii. Ed in caso di contestazioni tra i due proprietarii, i tribunali, decidendole, dovranno avere in mira di conciliare nel modo più equativo e giusto i rispettivi loro interessi, serbati i debiti riguardi ai diritti di proprietà, al vantaggio dell'agricoltura ed all'uso cui l'acqua è destinata o vuoisi destinare, e con istabilire, ove d'uopo, a favore dell'uno o dell'altro dei proprietarii quelle indennità che loro potessero a termine di giustizia e di equità essere dovute (art. 578). Non è permesso di piantare alberi presso il confine del vicino a distanze minori di quelle prescritte dai regolamenti locali. In mancanza di questi dovranno osservarsi le distanze seguenti: 1" per gli alberi d'alto fusto metri 3; e sono considerati come tali, in (pianto alle distanze, quelli la maggior forza dei quali sta nella continuità del fusto spinto ad un'altezza ragguardevole, sia semplice o diviso, sia con diffusione di rami o senza ; come i noci, i castagni, le querce, i pini, i cipressi, gli olmi, i pioppi, i platani, e simili. Gli alberi di robinie ed i gelsi delia Cina sono equiparati per le distanze agli alberi di alto fusto; 2° per gli altri alberi non di alto fusto, metri l e mezzo; e sono considerati come tali quelli il cui fusto, pervenuto a breve altezza, si perde nella più o meno abbondante diffusione dei rami; come i peri, i meli, i ciriegi, ed in generale gli alberi da frutto non indicati nel § 1, e così pure i gelsi, i salici, le robinie a ombrello ed altri simili ; 3° per le viti, gli arbusti, le siepi vive, ed anco per le piante da frutto tenute nane od a spalliera, ed a non maggiore altezza di 2 metri e mezzo, un mezzo metro. La distanza sarà però di un metro, qualora le siepi siano di robinie, di ontano, di castagno o di altre simili piante che si recidano periodicamente vicino al ceppo. Le distanze anzidette non saranno necessarie qualora il fondo sia separato da quello del vicino con un muro proprio o comune, purché le piante siano tenute in modo da non eccedere l'altezza del muro (art. 579). Per le piante che nascono, o pei piantameli che si fanno nell'interno dei boschi verso i rispettivi confini, o lungo le sponde dei canali, o lungo le strade comunali senza pregiudizio del corso delle acque e dei passaggi, sono daNuova Encicl. Itau Voi.
      osservarsi, in mancanza di regolamenti, gli usi locali, e solo in difetto di questi le distanze sovra, stabilite (art. 580). 11 vicino può esigere che gli alberi e le siepi che venissero piantati o nascessero a distanze minori, siano divelti (art. 581). Quegli sul cui fondo 8' inoltrano i rami degli alberi del vicino, può costringerlo a tagliarli, ed ove le radici s'inol-trino nel di lui fondo, può egli stesso tagliarle, salvo però in ambi i casi, riguardo agli alberi di olivo, i regolamenti ed usi locali (ai t. 582).
      DISTANZE LUNARI (astr. nani.). — Le distanze della Luna dal Sole e dalle stelle sono frequentemente usate dai navigatori, soprattutto nei viaggi di lunga durata, per determinale la longitudine del luogo in cui si trovano. Tali distanze si misurano per mezzo del sestante, o meglio ancora col circolo di riflessione, strumento di cui Borda ha arricchito l'astronomia (V. Ripetitore circolo). La rapiditàcolla quale la Luna si muove nella sua orbita intorno alla Terra fa sì che in alcune cii costanze l'arco che la separa da una data stella cangi sensibilmente di grandezza in brevissimo tratto di tempo, ciò che avviene specialmente quando la declinazione della stella, situata all'oriente od all'occidente della Luna, è poco differente da quella di questo satellite. Nell'almanacco intitolato La continissance des Vmps si trovano calcolate per ognuno dei mesi dell'anno, di tre in tre ore, le distanze vere del centro della Luna da quello del Sole, dalle stelle principali dello zodiaco, ed anche dal centro dei pianeti ; queste distanze sono tali quali le vedrebbe, facendo astrazione dalla rifrazione, un ossei vatore che fosse posto nel centro della Terra. Quindi si concepisce facilmente che se in un luogo, la cui longitudine sia presso a poco conosciuta, venga misurata una distanza lunare, e questa sia successivamente ridotta in distanza vera, non si tratterà più che di determinare per mezzo di un calcolo semplicissimo l'ora, i minuti ed i secondi del tempo medio che si notava a Parigi quando esisteva questa distanza vera; poiché la differenza tra questo tempo e quello dell'ossei vazione sarà la differenza della longitudine cercata.
      Per più minute particolarità si consultino i trattati speciali della scienza, e l'opera di Borda intitolata Descnption et usage du ccrcle de réflection.
      DISTANZOMETRIA (ngritn.). V. Longimetria.
      DISTENDERE UNA VELA (marin.). - Vale tesarne la tela ed i gratili, alzando bene il suo pennone con la drizza; lo che rendesi necessario quando, per causa igrometrica o meccanica, i gratili della vela vengono in bando. % tDISTENDERE UN ORMEGGIO (marin ). — E il mandare a terra una cima di un ormeggio e legarla ad una presa, affine di tenervisi ormeggiati.
      DISTENO (miner.). — Questo minerale, che con altro nome dicesi cianite, scherlo azzurro, supr paro, ecc., è un silicato alluminoso, o sotto-silicato di allumina anidro, la cui forinola, secondo Beudant, sarebbe Al?Si; esiste comunemente sotto la forma di lamine o tavole quadrangolari molto allungate, ed anche iu piccole masse bacillari ; il suo colore è per lo più di un azzurro chiaro ; i suoi cristalli derivano da un prisma obliquo a base di parallelogrammo, e presentano un facile clivamento nelVII. 50
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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