Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      distillazATne
      che si osservi il crescere graduato della temperatura nel residuo che non peranco vaporizzò dalla storta ; in allora la tubulatura porta un sovero in cui è innestato un termometro, la cui asta esce fuori in tal punto da potersi leggere il grado a cui il liquido può salire nella bollitura, ed il cui bulbo si sprofonda fino a rimanere copertodal liquido per tutto il tempo occorrente all'operazione. La fig. 2138 rappresenta una storta con pallone, nella tubulatura della quale fu posto lo strumento misuratore, conforme alle indicazioni che abbiamo date.
      Le giunture o sono masticate, o si connettono a sfregamento smerigliato o sono avvolte di carta incollata od albuminata, od unite con liste di vescica o di budella, ammollite con acqua e legate con ispago. Quando ciò sia, in modo che non concedano via allo stogo dell'aria interna che si dilata, o dei gas che si possono sviluppare dal liquido in ebollizione, fa d'uopo che il pallone o collettore sia tubulato, e porti nelle gole o tubulature un sovero, od un turacciolo di gomma elastica pertugiato, e con un lungo cannellino nel pertugio, come si vede nella fig. 2137 già citata. Senza l'accennata precauzione, l'aria od il gas non trovando spazio in cui espandersi a norma del proprio dilatare o svilupparsi, produrrebbe una tensione crescente e gagliarda nell'interno, d'onde
      10 scoppio dei recipienti, e d'onde anche un ritardo nella distillazione per la pressione accresciuta. Se poi non importa che le giunture rimangano chiuse ermeticamente, quando non arrechi danno la perdita di un poco della materia vaporizzata, può bastare che il collo della storta o dell'allunga sia introdotto fino quasi a combaciamento nel collo del pallone,lasciandovi un sottile intervallo per laconiu-nicazione tra l'interno e l'esterno; ma nel caso che
      11 collo entrante fosse di diametro troppo minore del ricevente, si suole intrapporvi del cotone cardato, che faccia da chiusura imperfetta (vedi fig. 2135 citata).
      Lo scaldamento della storta si eseguisce a norma della natura delle sostanze distillatili, od a fuoco diretto, od in bagno di sabbia, di cenere, di lega metallica, o di olio o d'altro grasso, o di acqua; comunque sia il mezzo prescelto perla somministrazione del calore abbisognevole per la distillazione, farà d'uopo regolarlo con debita cautela. L'operazione eseguita a fuoco nudo è pericolosa e di malagevole governo, perchè la storta può crepare facilmente, sia che la qualità del vetro non resista molto ai disequilibrii di temperatura, o si ammollisca quando il calore si debba inalzare di troppo, o sia indotto a fendersi ricevendo una lingua di fiamma che si susciti da carbone mal cotto. Per conseguenzaa sicurezza maggiore si preferiscono i bagni di sabbia e di cenere; se non che per quei casi in cui torni necessario veramente il fuoco diretto, è prudenza che il fondo della storta sia spalmato di uii luto argilloso, che fa l'ufficio di bagno, impedisce il contatto diretto del fuoco col vetro, nè si oppone ad un'azione efficace di quello, perchè di eottigliezza sufficiente (V. Luti).
      I bagni liquidi si usano per le distillazioni a temperatura non troppo elevata, ed offrono il vantaggio di essere scaldati a temperatura costante, purché si usi una sorgente calorifica di alimento uniforme per la quantità e qualità del combustibile. Si ottiene l'effetto con becchi di gas, o con lampade a spirito, dette a livello costante, di cui si pallerà in quest'Opera, allorquando si descriveranno le diverse maniere di Lampade.
      Quando si abbiano da operare distillazioni di liquidi densi, che vaporizzano a grado di calore piuttosto elevato, e che nel bollire producono sussulti, è indispensabile che si osservino particolari cautele. Applicando il fuoco sotto la storta, cioè nella parte più bassa, ivi il vapore che si forma rimarrà sottomesso ad una pressione maggiore dell'ordinaria, per la colonna del liquido soprastante; perciò incontra ostacolo a sprigionarsi, e si accumula e si scalda fino ad acquistare una tensione sufficiente a superare l'ostacolo. In allora si svolge in isbuft'o che solleva il liquido, e in tale atto produce un sobbalzo, per cui lo strato si solleva e ricade, con rischio evidente di rottura. Per evitare l'inconveniente, si usano due maniere. La prima consiste nell'introdurre nella storta pezzetti di vetro o fili di platino, con che il vapore mentre si forma va staccandosi in minute gallozzoline, le quali attraversano il liquido senza sussulto; la seconda, nel costruire il fornello di scaldamento, confoime ad una particolare disposizione. Consta il fornello di una grata a doppia scodella, col fondo forato a disco, e le pareti si compongono di lamine distanti, onde tra lamina e lamina intercede uno spazietto non occupato. Collocandovi la stolta, questa ha il fondo o culo scoperto al di sotto della grata, onde gettando bragie accese fra le doppie pareti, il fuoco scalda all'intorno la pancia, ma non la parte inferiore. Per conseguenza il vapore si forma contiguo alle pareti interne del recipiente, ed in una zona non troppo lontana dalla superficie, e con ciò si sprigiona con minore impedimento, e la bollitura succede tranquilla, senza che sia accompagnata da moti sussultorii. La fig. 2139 rappresenta il fornello congegnato come si disse, ed è adoperato principalmente, per la distillazione dell'acido solforico, nei laboratori!*.
      Avvertenze generali per la distillazione nelle storte. -— Occorre che si osservino più diligenze in questa operazione; cioè: 1° che i recipienti ed altri pezzi con cui si compone l'apparecchio totale siano puliti nell'interno, e possibilmente nuovi, lavati con alcoole, con acqua, indi seccati; 2° che siano di vetro non piombifero, e non intaccabile per nulla dalle sostanze da distillare ; 3° che loro si dia un calore regolato, acciò la bollitura del liquido non proceda tumultuosa, con ispruzziche trapassino la piegatura del collo o si slancino fino all'altezza della curvatura; 4° che non si empiano di troppo, per nont^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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