Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DISTILLAZIONE
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parecchio col suo capitello ed il serpentino annesso. Tra la tinozza che contiene il serpentino e il collo della caldaja intercede un tubo conduttore C, pel quale l'acqua refrigerante comunica colla caldaja suddetta, mediante la chiave D, che si apre o chiude a volontà. Quando si distilla acqua, tenendo più o meno aperta la chiave, l'acqua superficiale della tinozza, che vi si mantiene a temperatura di 70°, discende nella caldaja, e perciò l'alimenta in proporzione di quella che passa in distillazione. Cosi si ottiene il doppio vantaggio di non avere a ricaricare con acqua fredda, e di mantenere ad un'altezza costante il liquido in ebollizione.
Oltre a ciò, la caldaja porta un galleggiante in A con asta graduata (vedi fig. 2147), che giova per indicare il livello dell'acqua. Per la sua lunghezza è tale, che quand'anche sia abbassato fino allo 0° della graduazione, la caldaja contiene ancora 28 litri del liquido, e dà indizio del tempo occorrente a ricaricare, acciò la distillazione non proceda fino a secco. B è una sferoide piena d'aria che rende lo strumento specificamente più leggiero dell'acqua.
Sebbene nei casi più frequenti si scaldi a fuoco nudo, tuttavolta succede che devesi preferire qualche via intermedia, o del bagno maria, o del vapore di acqua ; se procedesi col bagno maria, la cucurbita dell'alambicco sarà contenuta in una seconda caldaja più capace, in cui si mantiene acqua bollente, con uno sbocco parziale pel vapore acqueo, il quale sfogherà al di fuori; se a vapore, l'interno della caldaja, e per lo più il fondo, sarà munito di una canna o tubo a spirale piatta, connessa con un generatore
• ed uscente dall'altro lato per la parete della caldaja,
* perchè l'acqua che vi'si condensa possa fluire a basso
, di mano in mano che il vapore ritorna in liquido
; entro la canna a spirale. E per questo mezzo che sidistillano i liquidi di bollitura più facile dell'acqua, cioè ad un grado inferiore di temperatura, come l'alcool e concentrato, l'etere, il solfuro di carbonio, ecc., dacché così facendo non si ha pericolo di oltrepassare i limiti del calore bastante al pieno effetto dell'evaporazione, o di produrre una ebollizione sconfinata, una evaporazione direbbesi quasi istantanea del liquido volatile.
Quando la distillazione si eseguisce con liquido e con certe materie che debbono fornire esse medesime un prodotto puro volatile, che deve mescersi col liquido principale, come nella fabbricazione delle acque e degli spiriti odorosi, nella estrazione degli olii essenziali da quelle piante o parti di piante od altro che li racchiudano, è buon costume non solo, ma torna necessario che si preferisca il vapore, od almeno non si conceda alla materia di toccare il fondo della caldaja, scaldato a fuoco diretto. Giovano a ciò varii spedienti.
Qualora si tratti di acque odorose e della distillazione delle essenze delle piante che le contengono, si suole avere una caldaja interna, tutta pertugiata, in cui si mette la materia da distillare coll'acqua ; quest'acqua poi è versata nella caldaja, invade la caldaja interna pei fori, e nel bollire porta seco la essenza e passa con essa nel serpentino a condensarsi. Ovvero la caldaja interna si sprofonda sì poco (e ciò si preferisce) in guisa da essere esposta, colle sostanze contenute, alla sola ed immediata esala-
zione del vapore che s'inalza dall'acqua sottostante. Ovvero s'introduce un getto di vapore fornito da un generatore, il quale, attraversando la materia, ne trae via le parti volatili. Ma qualora si operasse con alcoole, torna opportuno di operare lo scaldamento col bagno maria, o col vapore d'acqua circolante entro canna a spirale; e in questo caso si può intralasciare la caldaja interna pertugiata.
Fu creduto utile, per ottenere più doviziose dei principii aromatici le acque odorose, che l'acqua dell'alambicco si possa scaldare al di là dei 100° c. ; e perciò taluno consigliò e praticò di sciogliervi una certa quantità di sale marino, sapendosi che le soluzioni saline bollono ad un grado superiore a quello della ebollizione dell'acqua semplice ; ma a un espediente che di mano in mano si va trascurando ed abbandonando, dopo che varii sperimentatori si accertarono che non ne risulta quell'utile il quale era stato creduto e proclamato in precedenza (V. Essenze).
Di stillazione a riflusso. — Allorquando si abbiano sostanze volatili miste, tra le quali taluna di una volatilità superiore alle altre, e si voglia separarle definitivamente, si preferisce molte volte la distillazione a riflusso, la quale consiste nel disporre il recipiente di Liebig in modo che, in cambio di stare declive verso il collettore, lo stia verso il recipiente in cui si fa bollire il liquido da distillare, ovvero col collo della storta acclive, e connessa con tubo al refrigerante che è declive. La fig. 2148 rappresenta un intero apparecchio per tale uopo. La canna per cui scorre il vapore, sorgente dal pallone A, essendo inclinata verso A, rimanda al pallone tutta quella parte che, per essere più condensabile, ritornò in liquido, mentre non continua il suo cammino quell'altra parte la quale condensandosi solo parzialmente per la maggiore volatilità, entra nel pallone, dopo essere stata refrigerata dall'apparecchio di Liebig, e perduto alla perfine lo stato fiuidiforme. L'operatore osserverà quelle regole che gli parranno più adatte per ottenere lo scopo desiderato, e perciò circonderà il pallone, o no, di ghiaccio pesto, o di mescolanza frigorifera, a norma dei casi.
Con questa maniera di distillazione si finisce per raccogliere non molto di prodotto scevro delle altre sostanze che lo accompagnavano, dacché ne rimane una certa quantità nella porzione retrocessa ; pur non di meno in parecchi casi non 3Ì avrebbe da proporre mezzo migliore, in ispecie quando le volatilità dei liquidi mescolati differiscono fra di loro a bastevole distanza.
11 prodotto raccolto deve poi essere rettificato col mezzo dello stesso apparecchio, o col sussidio di reazioni chimiche speciali, che facciano scoprire tenui quantità delle sostanze miste colle principali, ovvero colla prova della ridistillazione del prodotto, eseguita entro storta con termometro, poiché, qualora si vegga che il punto di bollitura riinane costante dal principio alla fine, si può avere certezza che si tratta di un corpo puro, od almeno con sole traccie di altra materia volatile eterogenea.
E qui crediamo utile di avvertire che operazioni di questa maniera sono delicate ; debbono essere condotte da chi vi sia addestrato, potendosi prendere degli abbagli.
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