Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
825 DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEGLI ANIMALI
adduce il fatto singolare che nella sub-famiglia cosmopolitica dei lisianassini'le più grosse specie trovansi nelle latitudini artiche ed antartiche, nell'atto che una specie dello stretto Magellanico così intimamente si assomiglia ad una dello Spitzberg, da sembrare identiche. Questo fatto della vastità e della discontinuità simultanea della distribuzione, cui il sig. Dana ammette tanta importanza, apparisce in molti altri casi : cosi, per esempio, due specie (kraussiarugulosa e galene natalensis) trovansi alle isole Howai e sulla costa di Natal, ma non in luoghi intermedii. La stessa specie (plagnsia tomentosa) occorre nell'Africa meridionale, nella Nuova Zelanda ed a Valparaiso. Le stesse specie e parecchi identici generi (latreillia, epliyra, sicyonia) trovansi nel Mediterraneo e nel mare del Giappone, ma non in intermedii distretti. Come spiegare questi fatti, che sembrano in così diretta opposizione con la teoria della trasmissione e della modificazione specifica ? Giova osservare che noi conosciamo og-gimai molti casi in cui la distribuzione di un gruppo di animali è stata resa discontinua dalla sua recente distruzione in località intermedie. I tapiri, per esempio, esistono soltanto nell'America tropicale e nelle isole Malesi, ed è agevole comprendere che il passaggio di un animale siffatto non può essersi operato dall'uno all'altro di quei luoghi. Ma noi ora sappiamo che il tapiro dell'America meridionale visse già nell'America settentrionale fino a'tempi post-pliocenici, che in Europa furonvi tapiri nell'ultimo pliocene, e che nei periodi pliocenico e miocenico vissero specie affini nell'India e nella Cina. Le presenti forme isolate sono adunque nient'altro che gli avanzi di un genere che si stese una volta su quasi tutto l'emisfero settentrionale. Notevolissimo è del pari il caso del generepanopea, di cui si hanno soltanto 11 specie viventi sparse nei mari del Nord, al Capo di Buona Speranza, in Australia, nella Nuova Zelanda ed alla Patagonia. Ma di questo stesso genere conosciamo ben 150 specie fossili, distribuite in mille luoghi intermedii , cosi che le specie superstiti non sono che reliquie di un'antica forma di vita diffusa in quasi tutti i mari. Casi somiglianti occorrono in tutte le classi di viventi per i quali il nostro sapere della estinta fauna è abbastanza esteso, d onde noi siamo giustificati nel credere che una grande proposizione degli esempi esistenti di anormale e discontinua distribuzione si spieghi nella stessa guisa.
Nella spedizione del Challenger le più alte forme di crostacei furono trovate viventi ad una profondità di 1875 braccia nel Pacifico settentrionale, a 2600 braccia sotto l'equatore, ed a 2385 braccia nel Pacifico meridionale. Nell'Atlantico boreale, ad una profondità di 1900 braccia, si trovò un animale affine alle astacidee, ma privo persino di rudimenti di occhi. I più alti crostacei trovati a grandi profondità sono gli schizopodi. Se ne raccolsero a più di 2000 braccia nel Pacifico ed a più di 2500 nell'Atlantico. Alcuni di essi sono ciechi; ma è notevole il fatto che molti di essi hanno colori chiari, benché viventi in assoluta e perpetua oscurità.
Cirrìpedi. — Sono vastamente diffusi da 74° 18' lat. N. fino al Capo Horn. Molluschi. — È noto come sia universalmentediffuso questo gruppo di viventi marini. Molto sensibile è quivi l'influenza della temperatura, le più calde regioni presentando una maggiore varietà di forme con una più grande proporzione di grosse e ben colorite specie. Fino a questi ultimi tempi si riteneva che i molluschi non si trovassero a profondità maggiori di 200 braccia. Ma le recenti scoperte hanno dimostrato l'erroneità di questa opinione: nei paraggi di Norvegia il prof. Starr ha ottenuto molluschi a 450 e più braccia di fondo; e presso la Florida Agassiz ne ha raccolto a 500 braccia. 11 prof. Vyville Thompson prese specie di pleurotomi e di dcntalii alla enorme profondità di 2500 braccia nella baja di Biscaglia. Nell'Atlantico a 500 miglia da Teneriffa si trovarono piccoli molluschi viventi, dei generi arca, limopsis e leda, a 2740 braccia.
Pesci. — La loro distribuzione sembra generalmente coincidere con quella dei crostacei e dei molluschi, giacché la loro più grande potenza di locomozione, tendente ad una più vasta dispersione, è in parte compensata dalla più recente origine di molte specie, di molti generi e di molte famiglie. "Vi sono circa 80 famigMe di pesci marini, e 50 sono quasi universalmente distribuite. Parecchie altre vivono in tutti i mari tropicali. Cinque famiglie trovansi soltanto nelle regioni artiche e temperate, e due (
Vi hanno molte specie di pesci che non vivono se non a grandi profondità, da 200 a 2400 braccia. Estratti da quel fondo, vengono fuori grandemente gonfiati dall'espansione degli interni gas; alcuni sono trasparenti, parecchi ciechi, ed altri hanno s ngolari apparecchi di fosforescenza.
Tartarughe marine. — Questi rettili formanti la famiglia dei chelonidi, sono troppo pochi di numero e troppo vastamente diffusi per prestarsi a divisioni geografiche sistematiche.
Cetacei. — Le balene ed i delfini formano il solo gruppodi mammiferi propriamente marini. Essi sono molto largamente distribuiti, ma la loro classificazione è finora troppo incerta, per poter dare sicuri criterii sulla loro geografica distribuzione. Due delle famiglie —balanidce e balcenopteridne — sembrano essere confinate ai mari freddi e temperati di entrambi gli emisferi. Le catodontida, dall'altro lato sono più specialmente tropicali e sub-tropicali. Le hyperoodontidee sono ampiamente distribuite nei mari nordici, tropicali e meridionali ; mentre la più numerosa famiglia — delphinida — è universalmente diffusa.
Relazioni generali delle regioni zoologiche terrestri e marine. — I fatti generali della distribuzione degli animali marini si accordano assai bene con ciò che noi sappiamo dei cambiamenti geologici che hanno condotto all'attuale distribuzione degli animali terrestri. La grande regione Indo-Pacifico — così bene contrassegnata in ogni gruppo di animali marini — probabilmente deve la sua individualità al fatto che l'Australia fu isolata durante l'intera epoca terziaria, e forse durante una gran parte dell'epoca mesozoica, mentre numerose isole negli oceani Indiano e Pacifico hanno sempre fornito una lunga linea di coste favorevole allo svol-
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