Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
JDISTKIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE PIANTE
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dove i loro tipi appariscono molto svariati, ma molti devono aver fatto a metà il g>o del globo. Copiosi generi americani mandarono le loro progenie all'Asia orientale, e di là si diffusero nell'Asia centrale ed in Europa.
Queste successive ondate di vegetazione sono indicate negli avanzi fossili. L'abete scozzese fu una volta, e fino al periodo romano, abbondante nelle isole Danesi, dove ora è estinto; vi fu sostituito dalla quercia dal frutto sessile, a sua volta adug-giato dalla forma peduncolata dello stesso albero, associata all'ontano, alla betulla ed al nocciuolo. La quercia è ora quasi interamente soppiantata dal faggio.
L'elemento americano (come già si disse) nella flora europea sembra avere molto sofferto nel periodo glaciale, nè si è più potuto riavere. Il Giappone però sembra essere stato un gran centro di preservazione, e indi i punti numerosi di contatto che la sua flora presenta con quella del continente nord-americano.
L'occidente d'Europa possiede gli avanzi di una flora locale e probabilmente più antica, di grandissimo interesse, caratterizzata dalle eriche e dagli arbusti affini di leguminose. Nella loro tendenza a propagarsi verso levante sono impedite dalla severità del clima invernale, lungi dalla temperante influenza del mare.
3* La flora mediterraneo-caucasea, come l'artico-alpina, contrasta vivamente colla temperata.
La più ricca a gran pezza e la più svariata in ispecie (comprende i sei settimi della flora europea), essa è eziandio notevole per le grandi variazioni (li-ramate da tipi centrali, non che per le molto anguste aree occupate da un gran numero di più segnalate specie.
A levante del Caucaso questa notevole flora si dilegua, raggiungendo il suo limite orientale nello Scindo, e la temperata flora dell'Asia è solo separata dalla tropicale mercè dell'Imalaja. A mezzodì il suo avanzarsi è frenato dall'arida zona formata dai deserti africani ed arabici. Come nel caso della flora artica, esistono ancora tracce della sua primitiva estensione meridionale sotto l'influsso di più caldi climi terrestri. L'adenocarpus, genere caratteristico mediterraneo, è rappresentato da una specie identica sul Kilimangiaro, presso l'Equatore, e sui monti Cameroni, 20U0 miglia lontano, sull'opposto ed occidentale lembo del continente africano.
II. Flora meridionale. — Presenta relazioni più complesse ancora di quelle della settentrionale. Invece di estendersi su vaste aree continentali, è ora smembrata in gruppi isolati spai si nell'emisfero australe, e tanto nell'Antico quanto nel Nuovo Mondo protendendo appendici settentrionali attraverso l'equatore.
Possono riscontrarvisi cinque tipi diversi :
1° La flora antartico-alpina, complemento del-Vartico-alpina. Consta principalmente di alcuni generi settentrionali ampiamente diffusi, come il carta.r, la poa, il ranunculus, ecc., con tipi alpini di generi strettamente temperati meridionali, caratteristici delle rispettive località. Hooker lo descrive come possedente decisi rappresentanti austra-lici nelle ccntrob'pedca e velie shjhdece, a cominciaredalle isole Falkland, dalle Campbell, dalle Aukland, e riapparenti nelle Alpi della Nuova Zelanda, della Tasmania e dell'Australia, per iscomparire sotto l'equatore, sulle Alpi di Borneo.
2° La flora australica è quasi endemica, mostrando qualche lieve connessione con la Nuova Zelanda, ed alcuni avanzi di antiche ramificazioni a nord in qualche parte dell'Arcipelago indiano, con alcune poche specie, forse di moderna introduzione, sten-dentisi alla Cina ed al Giappone.
3crLa flora andina, caratterizzata da un gran numero di generi distinti, fuchsia, gauliheria, calceolaria, corre tutto lungo la catena delle Ande, pe-netrandonell'America occidentale, gettando qualche diramazione nell'Asia orientale, e nella sua meridionale estremità traversante fino alla Nuova Zelanda, ed in più scarso numero alla Tasmania ed alle montagne di Victoria.
4° La flora messicano-californiana è rappresentata a grandi distanze da specie strettamente affini di piccoli generi distinti, nel Messico ed in California, negli Stati Argentini, e nell'Africa meridionale in Australia,
5° La flora africano-meridionale è forse la più ricca delle conosciute in proporzione alla sua estensione, e notevolmente svariata ne'suoi limiti angusti. Poca è la sua connessione con altre flore. Quella col l'Australia, di cui si fece cenno, non si estendo al di là dei gruppi del più alto ordine (nelle proteacee, non solamente le specie, ma i generi ancora sono divenuti geografici); e vi sono alcune diramazioni nell'America meridionale. Due protendimeli si dirigono al nord. La flora europeo-occidentale succennata possiede specie di erica, arborescenti leguminose, lobelie, gladioli, affini di specie del Capo di Buona Speranza. L'altro proten-dimento è nell'Africa orientale. La vegetazione subalpina del Kilimangiaro è distintamente sud-africana, e forse si estende fino all'Abissinia.
III. Flora tropicale. — È forse ancora troppo imperfettamente conosciuta, per ammettere plausibili generalizzazioni. Presenta certamente tre grandi suddivisioni.
1° L'indo-malese, che si estende dall'Imalaja al nord-est dell'Australia e del Giappone. Nell'ultimo di questi paesi incontra la flora nordica temperata, da cui in India è incisamente separata mercè l'Imalaja.
2° L'americana è ancora una inesausta miniera di esplorazioni botaniche. Le sue relazioni con la tropicale asiatica non sono nè intiere, nè generali.
3° L'africana, ancora più ignota. Bentham la considera come molto antica, e crede che abbia conservato un gran numero di tipi persistenti, dai quali più razze sonosi diramate in Asia ed in America.
Siccome era facile a prevedersi, durante l'epoca terziaria, la flora tropicale stendevasi molto al di là de'suoi limiti attuali. De Saporta, studiando la flora fossile dell'Eocene di Aix in Provenza, arriva a queste conclusioni : — Le principali famiglie erano quelle che caratterizzano la vegetazione tropicale, specialmente la indiana: le ebenacee, le anacardia-cee, le sapindacee, le sterculacee, le leguminose. Le affinità dell'antica vegetazione di Aix, rispetto a
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