Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIVANO - DIVERSIONEmavansi anche angerottali, e avevano luogo al 21 di dicembre, giorno in cui i sacerdoti facevano sacri-fìzii nel tempio di Volupia (tenuta per una medesima divinità con Angerona) dea della gioja e dei piaceri, credendosi ch'ella bandisse dall'animo tutti i dispiaceri e le cure moleste (Plinio, in, 9 ; Macrob., Saturn., i, 10).
DIVANO (stor. poi). — Voce persiana (diwan), famigliare ai lettori di opere relative all'Oriente, nel senso: 1° di Senato o Consiglio di Stato; 2° di collezione di poesie d'uno stesso autore. 11 significato primitivo però nel quale lo troviamo adoperato è quello di ruolo delle truppe o libro delle paghe militari. Lo storico arabo Fakhreddin Razi riferisce che quando, sotto il califfato d'Omar, secondo successore di Maometto, le conquiste dei Musulmani s'allargarono, la distribuzione eguale del bottino divenne cosa assai malagevole. Un mareban, ossia satrapo persiano, che trovavasi ai quartieri principali del califfo a Medina, propose si adottasse il sistema seguito nel suo paese, cioè s'istituisse un libro di conti nel quale fossero regolarmente registrate le ricevute e gli sborsi, insieme con un catalogo ordinato dei nomi delle persone che avevano diritto a partecipare del bottino. Il consiglio di lui fu seguito, e insieme col libro gli Arabi ne adottarono eziandio la denominazione persiana di diwan. Se poi si chiamasse divano un Consiglio di Stato come, in origine, amministrazione finanziera deputata a regolare la lista (diwan) delle persone stipendiate e pensionate, o se così venisse appellato perchè se ne convocassero i membri a norma di una lista dei loro nomi, non lo sapremmo determinare. Pochi saranno inclinati ad accogliere l'opinione da alcuni emessa, che questo corpo ricevesse siffatta denominazione in seguito all'espressione di un antico re della Persia inan diwan end, che suona costoro sono diavoli, cioè costoro sono furbi come tanti diavoli. Adoperasi anche la parola divano per indicare la sala in cui si tiene consiglio, e si è altresì applicata a dinotare generalmente una sala elegante dove ricevonsi le persone. Di qui probabilmente venne che la parola divano in parecchie lingue europee significa sofà.
Sembra chele collezioni di poesie persiane, arabe, turche, indostaniche, ecc. abbiano ricevuto il nome di divano dal loro ordinamento metodico, in quanto le poesie succedono le une alle altre secondo l'ordine alfabetico delle lettere finali delle sillabe rimanti, che sono le stesse in tutti i distici di ciascun poema. Celebratissimofra gli altri è il Divano d'Hafiz, poeta persiano. Goethe diede il nome di Divano ad una sua raccolta di poesie d'argomento orientale.
DIVARICATI RAMI {Rami divaricati){bot.). — Sono detti divaricati i ramoscelli che si discostano dalla loro origine e prendono a un tratto diverse direzioni. Ne somministrano esempii il cichorium intybus, il cucubalus baccifer, ecc.
DIVELLENTE (chim.). — Nome usato un tempo per indicare la proprietà per cui due soluzioni saline mescolate si scomponevano, perchè la somma delle affinità dei loro acidi era minore di quella delle affinità dell'acido di ognuna di esse per la base dell'altro: per modo che gli acidi sembravano divellersi, cioè strapparsi scambievolmente la loro base.
DIVERGENTE (alg.egeom.). — Dicesi delle linee ed anche delle direzioni delle forze che partendo da un punto si allontanano sempre più in guisa da non potersi mai incontrare. Così due linee formanti angolo si dicono divergenti dalla parte dell'apertura dell'angolo, e convergenti dalla parte opposta verso il vertice.
Gli algebristi dànno il nome di serie divergenti a quelle i cui termini crescono continuamente, di modo che la somma di un numero qualunque di termini, invece di approssimarsi al valore totale della serie quanto è più grande il numero dei termini sommati, se ne allontana sempre più (V. Serie).
DIVERGENTE (Divergetti) (bot.). — Dicesi degli organi delle piante quando partono da un punto comune e si allontanano ad angolo apertissimo.
DIVERGENTI SERIE. V. Divergente (alg. egeo*.).
DIVERGENZA DELLE SARTIE (marin.). — È l'angolo che le sartie fanno coll'albero, ed anche quello che le sartie di un bordo fanno con quelle dell'altro bordo. La distanza delle sartie dall'albero, presa abbasso, dà la misura di quest'angolo. Quanto più le sartie sono divergenti e l'angolo che fanno coll'albero è più aperto, tanto più fortemente sostengono l'albero. Si ottiene questo vantaggio col dar minore rientrata alle opere morte e coll'aumentare la larghezza della nave; ma in tal caso bisogna situare le Parasarchie (V.) alquanto più indietro dell'albero, onde le vele si possano bracciare liberamente ed orientarsi egualmente bene nel caso di dover stringere il vento.
DIVERSIFLORA (bot.). — Dicesi di quella pianta che porta fiori di forma differente sullo stesso capolino, come avviene in certe sinanteree, o sullo stesso ombrello, come nelle ombrellifere.
DIVERSIONE (art. mil.). — Operazione offensiva o di semplice minaccia, attacco vero o simulato fatto in luogo che possa costringere il nemico a dividere, a divertire le sue forze. Le diversioni sono più spesso il risultamento di combinazioni politiche che la conseguenza di movimenti strategici di un esercito. Si imprendono per mutare il teatro e la natura della guerra, e singolarmente quando voglionsi mandar falliti i disegni del nemico, arrestarlo nella sua marcia, obbligarlo a sguernirsi là dove grandi sono le sue forze, incutergli timore col minacciarlo alle spalle o in un punto lontano e vulnerabile, nel quale non sospettava di poter essere attaccato. Alcuni tattici fanno distinzioni tra di versione e dimostrazione o falso attacco, volendo che la prima consista in un energico attacco coll'intenzione di battere il nemico e di costringerlo a capitolare. Noi non siamo di quest'avviso; che vera o simulata che sia la minaccia che gli si fa, conduce sempre il nemico a divertir le sue forze.
Le diversioni si fanno o in battaglia sullo stesso terreno, minacciando un'ala del nemico, o ponendolo in sospetto di qualche assalto inaspettato onde distrarre la sua attenzione ed impedirgli di raccogliere le sue forze nel luogo del vero attacco ; o si fanno, come si è detto, da un corpo di esercito che opera staccato affatto dal corpo principale e libero nelle sue mosse, e le operazioni di questo corpo di esercito tendono in tal caso ad interrompere la linea di comunicazione dell'inimico; o finalmente
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