Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIVINAZIONE
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      florida città all'O. della Licia stessa (odierna Meis\ eravi un numero straordinario d'indovini, i quali, nell'epoca imperiale, eransi sparsi per tutto l'Impero romano, e andavano vagando di città in città a spacciare le loro leggende, come fanno tuttodì i cantastorie e gli astrologhi volgari. Ciò nonostante venivano consultati sovente dagli uomini più insigni ed in apparenza più illuminati; così, per esempio, l'imperatore Marco Aurelio, detto per eccellenza il Filosofo (dal 161 al 180 dopo Cristo), consultò, giusta la testimonianza di Giulio Capitolino, gl'indovini o Caldei (nome proprio che diventò generico perchè dalla Caldea uscivano principalmente i pronosticanti e si spargevano pel mondo) intorno alla malattia della sua moglie Faustina. I re di Persia conducevano al loro seguito gli strologanti nel muovere alla guerra, affinchè predicessero il futuro ai duci supremi dell'esercito (Herod., 1.1 e ii passim), e sappiamo che persino le schiere lacedemoniche avevano seco gl'indovini (Xenoph.,Respubl, 4; Plutarch., Apophth. et Vita Lysand., 4; Pausan., in, 11). Nè Erodoto si dimenticò di avvertire che il famoso Policrate, tiranno fortunatissimo per tanti anni in Samo, andò incontro all'estrema sciagura recandosi dalla sua isola a Magnesia nella Lidia contro l'avviso degl'indovini, che dissuadevamo dal porgere ascolto al proditorio invito di Oroete, satrapo di Sardi, il quale lo sedusse infatti colle sue blandizie, lo fece incontanente arrestare e crocifiggere, nel 522 avanti Cristo (Herod., 1. m, c. 124). Se dal misterioso e jerarchico Oriente volgiamo lo sguardo all'Occidente, troveremo appo gli Etruschi, ano dei popoli più antichi e più sacerdotali dell'antichissima Italia, in grande onore la divinazione, che rannodavasi alla teologia e dividevasi in molti rami, fra i quali principaliss!ma l'arte degli augurii ossia d'indovinare il futuro dal volo degli uccelli. Fondavasi la medesima, com'ebbe a notare il dotto Creuzer (Religions de Vantiquité, traduzione francese di Guigniaut, t. ir, p. la, p. 466), sulla credenza che gli uccelli fossero mossi da divino impulso, e che si dovesse quindi spiarne con particolare attenzione il volo, il mangiare, il modo di vivere, ed ascoltarne il canto.
      Per quella guisa che l'uccello Eoros chiamasi nello Zend-Avesta il simbolo del tempo e l'interprete del cielo, e che molti altri uccelli reali o iinmaginarii sostengono una parte importante nella religione persiana, così anche gli Etruschi avevano la loro sacra ornitologia, formante una teoria completa, colle sue regole e coi precetti di applicazione nelle faccende umane. Plinio anzi espressamente avverte che parecchi uccelli, i quali non avevano più ai suoi tempi i loro pari, si vedevano dipinti a tenore della dottrina etnisca. Alcuni potevano essere benissimo creazioni puramente simboliche ; ma non è men certo che i sacerdoti dell'Etruria erano attenti osservatori dell'economia vivente della natura in tutti i suoi tre regni. L'aruspicina od arte di osservare i visceri delle vittime, di cui femmo già cenno, formava insieme coll'arte augurale il modo divinatorio più in uso presso gli Etruschi, al quale devesi aggiungere anche Yaquilicio (aqualicium e aquilicium, da aqua ed elido, traggo fuori, fo nascere, scaturire, ecc.), la divinazione delle sorgenti d'acqua, i Nuova Encicl. Ital. Voi.
      cui procedimenti sembrano essersi perpetuati fino ai giorni nostri nell'arte di trattare la bacchetta divi* notoria o verga magica. Fra i più antichi coltivatori della divinazione vanno ricordati gli Ebrei, che appresero i riti misteriosi della jeromanzia in Egitto,, e poscia tenacemente li conservarono ad onta dei vari divieti della Bibbia. Basti dire che avevano tredici specie diverse d'indovini, ciascuna delle quali esercitava un ramo particolare dell'arte divinatoria. Eccone alla meglio la denominazione : 1° Sapienti od indovini in genere, detti anche disegnatori di figure astrologiche o maghi, e chiamati così perchè conoscitori delle scienze naturali (Exod., vii, 11 ; ls., xliv, 25; Jer., i, 35; Dan., u, 12) ; 2° Rivelatori, perchè cogli stessi mezzi dei precedenti pretende^ vano svelare i secreti, scoprire le cose perdute, rinvenire i tesori nascosti, ed interpretare i sogni ; 3° Kosem, Kesamin, una specie di auguri che predicevano l'avvenire dal volo degli uccelli e gettar delle sorti; 4° Meteorologi, che predicevano rivolgimenti politici e fisici dal moto delle nubi, ai quali Isaia (xlvii, 13) unisce anche gli osservatori degli eclissi e degli astri; 5° Ofiomanti od incantatori dei serpenti, mestiere prediletto anche oggidì dai cerT retani in Oriente; 6° Maliardi, che disponevano parole ed oggetti in un certo ordine, o li profferivano come una specie d'incantesimo; 7° Ventriloqui, che consultavano il loro genio o demone familiare, il quale enfiava ad essi il ventre a foggia di una boccia, e perciò i traduttori greci li dissero invasi dallo spirito pitonico (Trauma fluivo?. Levita xx, 27; ì Reg., xxvm, 8; Act. Ap., xvi, 16); 8° Ner gromanti od evocatori dei morti ed interrogatori dei costoro segreti frequentando i sepolcri, esamir nando i cadaveri, e più di sovente consultando il proprio demone, come la strega di Endor (Gen., xli, 8; Exod., vii, 11; Lev., xix, 26; Deut., xviii, 10-13); 9° Belomanti o indovini col mezzo di frecce, di cui si ha notevole esempio nella storia di Nabu-codonosorre, il quale, nel bivio di muovere prima contro Gerusalemme o Rabba, non si lasciò indurre alla spedizione nè dai suoi consiglieri, nè dalla sua collera, ma volle che tutto fosse deciso dall'arte divinatoria, adoperandone tutti i riti, ed in ispecie quello di mescolare e scagliare i dardi, regolando la marcia secondo la direzione che i medesimi prendevano (Ezech., xxi, 21; iv Reg., xm, 14-19); 10° Rabdomanti o indovini col mezzo di verghe o bastoni, essendo come già notammo, verga,
      bastone, bacchetta, ecc., e non sono quindi da con? fondersi coi precedenti, a quella guisa che fecero non solo san Girolamo e Grozio, ma gli stessi Settanta (Osea, iv, 12); 11° Iconomantio indovini me: diante le immagini (Ezech., xxr, 21), che vengono considerate in generale tanti talismani, ma nella versione persiana ed in alcune altre dicousi stru^ menti astrologici o tavole ; 12° Epatomanti o indor vini dall'ispezione del fegato di una vittima recente e dall'osservarne lo stato e il colore secondo certe regole, per trarne fausti o infausti pronostici ; 13" Scifornanti o indovini col mezzo di tazze, modp suggerito forse dall'immemorabile tradizione d'Or riente della coppa famosa, rappresentante il mondo intiero, che fu in possesso di alcune persone caspi-? cue (Gen., xliv, 5). Oltre le memorie dell'abbando*
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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